Titolo: Chase nell'ombra
Titolo originale: Chase in shadow
Serie Johnnies. Libro 1.
Autrice: Amy Laine
Genere: romance contemporaneo
Editore: Dreamspinner
Pagine: 372
Prezzo: 6,99
Disponibile qui
Descrizione:
Chase Summers: un
ragazzo d’oro. Una bella ragazza, dei buoni amici e un futuro promettente.
Ma nessuno conosce il
vero Chase.
Chase Summers ha una
lametta da rasoio appoggiata al polso e l’odore dell’addio al suo amante
appiccicato alla pelle. C’è una porta nel suo cuore, così spaventosa che
preferirebbe morire piuttosto che aprirla, e le bugie che ha utilizzato per
tenerla chiusa diventano più deboli a ogni tocco proibito. La vita di Chase è
in disfacimento e la decisione di liberare la sua sessualità in segreto ha
contribuito a mandare in pezzi la sua mente più velocemente.
Chase ha la
possibilità di vivere un amore vero e salvarsi. Può anche aver incontrato Tommy
Halloran nel mondo del gay a pagamento – mondo in cui non importa il numero di
amanti, l’importante è girare una buona scena – ma se vuole la guarigione che
l’amore di Tommy ha da offrirgli, dovrà trovare il coraggio di lasciare l’ombra
del passato per la luce del sole. Potrebbe voler dire chiedere troppo a un uomo
che ha passato tutta la vita a nascondere il suo vero io. Chase lo sa fin
troppo bene: le sole cose che prosperano nell’oscurità di un cuore sono i
demoni personali che amano guardarci sanguinare.
La mia recensione:
Chase
ha una porta rossa nella testa. Da una vita lotta per tenerla chiusa, perché sa
che se le consentisse di aprirsi, tutto ciò che ha costruito con grande fatica
si ridurrebbe in polvere.
Un
lavoro umile ma dignitoso, una bella casetta, una ragazza fantastica: sono
questi i mattoni con cui ha edificato la sua vita perfetta… in realtà, solo un
castello di bugie.
In
un altro spazio, in altro tempo, lontano dagli occhi di chi lo conosce bene – o
crede di conoscerlo – lui è Chance, un attore, peraltro molto apprezzato, di
porno gay.
Ma
anche questa non è che una maschera, giacché il vero Chase non è quello che si
finge etero nella quotidianità, dividendo il suo appartamento e i progetti per
il futuro con la bella Mercy, ma nemmeno l’attore che, sempre dichiarandosi
etero, fa sesso con altri uomini sul set allo scopo di rendere più sostanziosa
la sua misera paga da operaio.
Il
vero Chase è nell’ombra, appunto, protetto da una porta rossa e da una corazza
fatta di molti strati di bugie.
La
sua è la storia di un ragazzo che non può accettarsi per quello che è, perché è
convinto che la sua diversità sia la causa dell’orrore che ha marchiato a fuoco
la sua infanzia. È la storia di un ragazzo che finge per paura, privandosi così
della possibilità di essere felice.
Quando
scopre il mondo di Johnnies, quello del porno gay, si illude per un attimo di
aver trovato la sua via di fuga, perché può finalmente sperimentare le gioie
del sesso come lo ha sempre sognato, senza dover fare coming out. E, in
effetti, tutto procede a meraviglia fino a che non subentra l’amore a
sconvolgere gli equilibri… a quel punto Chase non può che scegliere se
lasciarsi soffocare dalla sua stessa maschera o farla cadere, lasciando che
l’uomo di cui è innamorato lo prenda per mano riportandolo alla luce.
È
un romanzo a tinte molto forti questo di Amy Lane, sotto diversi punti di
vista. Forti sono le luci del set che illuminano scene di sesso a pagamento,
prive di filtri e di mezze misure; forti sono i toni dei flashback che fanno
irruzione nella mente di Chase, immagini che raccontano di dolore e sangue; ma
vivido e brillante tanto da risultare quasi accecante è anche il colore dell’amore
che, da un certo punto in poi, impregna le pagine e il cuore di chi legge. Un
amore dolcissimo, ma per nulla smielato, delicato come un fiore ma allo stesso
tempo solido come una roccia.
La
prima parte ci introduce nel mondo di Johnnies, un microcosmo che sinceramente
non so se definire più realistico o romanzato, non conoscendolo affatto. L’ambiente
del porno gay descritto dalla Lane mi ha stupito perché pur essendo ruvido,
esplicito, prosaico come me l’aspettavo, mi ha rivelato dei lati nascosti che
hanno avuto la capacità di sorprendermi. Fra un ripresa e l’altra, emerge,
infatti, un forte cameratismo fra gli attori, un senso di solidarietà e di
amicizia disinteressata che va oltre il lavoro.
In
quello che appare – e per molti versi sicuramente è – un ambiente sordido, Chase
ritrova quasi una famiglia, un nido in cui sente di essere compreso, forse più
che a casa, e in cui può essere, se non se stesso, qualcuno che gli somiglia.
Inizialmente
si viene investiti dalle scene di sesso a comando e si prova quasi un senso di
fastidio per la meccanicità dei rapporti, per l’assenza dei sentimenti. Pian
piano però, i riflettori si spengono e affiorano le personalità dei vari
ragazzi, i loro vissuti, le loro paure, i loro sogni, e diventa praticamente
impossibile non affezionarsi a ciascuno di loro.
I
due protagonisti, tratteggiati a trecentosessanta gradi, sono entrambi
personaggi complessi, con un bagaglio di problemi piuttosto pesanti sulle
spalle. Se Chase ci costringe a fare i conti con i suoi traumi infantili e con lo spettro della
depressione, Tango ci porge un vissuto in cui si annida il mostro della
bulimia.
Pur
affrontando tematiche molto drammatiche, il romanzo si lascia leggere in un
soffio; le parentesi colorate rappresentate dai momenti goliardici condivisi
dai ragazzi di Johnnies e finanche la stravaganza di uno strizzacervelli che
lavora a maglia durante le sedute, alleggeriscono spesso la tensione, strappandoci qualche sorriso fra
le tante lacrime. Personalmente ho apprezzato tanto anche l’epilogo per il suo
realismo, perché trasmette un senso di speranza senza, tuttavia, fornirci l’illusione
che tutto si risolva per il meglio con un semplice schiocco di dita. L’happy
end, in questo caso, non è che l’inizio di un nuovo capitolo in cui il dolore e
le difficoltà restano, ma i protagonisti possono iniziare a volare leggeri,
liberi dal peso della finzione.