Nel 2004 con “American dream” ha vinto il premio Frederic Brown per racconti brevi, indetto da Delos Book. Il suo romanzo “Io non sono come voi” (un thriller ambientato nel prossimo futuro), finalista - con altro titolo - al premio Urania assegnato nel 2012, è pubblicato dall’editore Gargoyle.
Il romanzo, “L’Archivista”, distopia a sfondo religioso, arriva in finale al premio Urania 2010. La recensione di Miriam: Nove racconti che si susseguono come fossero altrettante pennellate di un unico affresco distopico. È così che Cielo e Ferro si propone al lettore proiettandolo in un ipotetico futuro livido e asfittico al pari di una gabbia, un futuro da cui verrebbe voglia di scappare, ma che non consente vie di uscita. Ciascun racconto ci mostra un personaggio, una situazione, uno scorcio a sé stante, riconducibile però a uno scenario comune che rappresenta il leitmotiv dell’intera raccolta. Il mondo martoriato dai vecchi conflitti e dalleepidemie si è trasformato in un luogo inospitale, quasi desertico e dal cielo plumbeo. Tuttavia la guerra non è ancora finita, giacché è in atto lo scontro tra il Coordinamento delle Libere Città e la Nazione di Avraham. Quest’ultimo è il nome che alimenta il sogno di una società ideale. Avrahamè il nuovo profeta, l’ispiratore di un culto che ha l’ambizione di unificare le religioni monoteiste in un unico credo… o un millantatore chissà… Le pedine che si muovono su questo tetro terreno di gioco sono, di volta in volta, reporter, agenti in missione, esponenti del braccio armato della giustizia o condannati. Ciascuno di loroprotagonista di un episodio che, nella sua unicità, ci aiuta appunto a comprendere e familiarizzare con il contesto. Alternando testi scritti singolarmente ad altri redatti a quattro mani, Italo Bonera e Paolo Frusca rivelano una perfetta armonia di stile e contenuti nella quale risulta impossibile percepire i cambi di staffetta. Ci raccontano così la storia di un movimento di massa che ingloba in sé tutti i fondamentalismi del mondo. Se il fanatismo religioso fa paura, in quanto da sempre foraggia la macchina bellica e fomenta orrori inenarrabili, qui diviene incubo allo stato puro perché spinto al parossismo. Nel modello distopico concepito dai due autori, il totalitarismo non passa direttamente attraverso le maglie della politica, ma si veste di abiti mistici divenendo culto, un culto che non ammette mezze misure e che si propone di spazzare qualsiasi forma di eresia, nella convinzione che solo ripulendo il pianeta dagli infedeli si potrà garantire all’umanità un domani radioso. Archiviare i miscredenti, esibire le estreme conseguenze a cui si va incontro contravvenendo ai dettami di Avraham sono solo alcune delle procedure messe in atto dal nuovo sistema, pratiche e convinzioni terrificanti che, racconto dopo racconto, assumono contorni sempre più chiari ai nostri occhi, insieme all’idea di una macchinazione di fondo, o di un grande bluff se preferite, poiché a più riprese si affaccia fra le righe il sospetto di una strumentalizzazione – emblematico in tal senso L’Unificatore in cui un reporter ha l’opportunità di incontrare il profeta in persona, in un faccia a faccia più che illuminante. Le atmosfere fantascientifiche si fondono con quelle noir regalandoci, a tratti,suggestioni in odore di spy story, in un crescendo che trasmette angoscia, dacché quella paventata è appunto una prigione mentale dalla quale sembra impossibile uscire. Non ci sono, infatti, catene a limitare la libertà dell’individuo, bensì condizionamenti di tipo ideologicoin grado di insinuarsi nella mente e mettere radici senza che la vittima designata possa rendersene conto. Benché le fazioni in lizza siano nettamente contrapposte e ciascuna ritiene di rappresentare il Bene, è impossibile stabilire davvero dove esso si collochi esattamente, sicché schierarsi in una guerra simile diventa davvero difficile. Una lettura destabilizzante e avvincente, intriga offrendo al tempo stesso anche molti spunti su cui riflettere.