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Recensione: "CIÒ CHE INFERNO NON È" di Alessandro D'Avenia.

Creato il 10 marzo 2015 da Blog
Genere: Romanzo
Editore: Mondadori
Pagine: 317
Prezzo: € 19.00
Uscita: 28 Ottobre 2014

Sinossi:Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra "3P", il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa... Con l'emozione del testimone e la potenza dello scrittore, Alessandro D'Avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.


RECENSIONE A CURA DI BIOLA:Non sono qui a parlarvi della trama o dei personaggi di questo libro, semplicemente perché credo che la sinossi sia abbastanza chiara. Non ci trovo nulla d’aggiungere riguardo ai soggetti oltre al dover ripetere che sono tutti meravigliosi, tutti da piangerci addosso, soprattutto per quei meravigliosi bambini di Brancaccio che vorrei stringere a me e coccolarli il più possibile. Più che altro, vorrei riuscire a farvi capire perché leggere questo libro, perché fare tesoro dei suggerimenti che esso cerca di trasmettere per affrontare la vita, e soprattutto per affrontare l’inferno, cercando di trovare e donare un po’ di paradiso a chi non lo conosce nemmeno. Ciò che inferno non è non è un libro come tutti gli altri: è uno di quei libri che lascia il segno, e questa volta Alessandro D’Avenia con me ci è riuscito in pieno. Ha fatto centro nel mio cuore, riducendomi in un mare di lacrime, ma sono lacrime diverse da quelle versate in passato per altri libri: queste sono lacrime di vita. I primi due libri di D’Avenia li ho apprezzati, nulla di più, ma con questo libro credo ci sia stata una svolta, un cambiamento totale, sia nello stile e nel linguaggio - che sono migliorati tantissimo - che nel contenuto, molto più profondo e reale, ovvero, crudo. Mi è difficile trovare le parole per descrivere i sentimenti che mi ha trasmesso, ogni volta che ci ripenso mi tornano le lacrime agli occhi. D’Avenia è riuscito a trattare un argomento così forte come la Mafia in modo delicato e profondo, attraverso la semplicità e la bellezza delle parole, utilizzando vari punti di vista che rendono la lettura interessante e leggera, ma toccante, adatta a una vasta fascia d’età, dai più piccoli ai più grandi. Penso abbiate già capito che consiglio senza alcun dubbio di leggere questo libro. La mafia è tra noi, don Pino è uno di quegli uomini che nonostante tutto hanno cercato di cambiare il mondo, sapendo di rischiare la vita, ma non gli importava, aveva il paradiso con sé, aveva l’Amore, quell’amore che cercava di trasmettere a quei bambini che conoscevano solo l’inferno, aprendogli un nuovo varco fatto di speranza verso una vita migliore.



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