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Recensione: "Come fili che s'intrecciano"

Creato il 12 gennaio 2013 da Ilary
Titolo: Come fili che s'intreccianoAutore: Mirko TondiEditore: Abel BooksPagine: 198Formato e-book: pdf, epub, mobiPrezzo: 4,99 €
SinossiUna città senza nome, avvolta dalla cupezza di giorni grigi, senza speranza, tutti eternamente uguali. Un Sistema dominante, in grado di controllare, tuttavia senza alcuno sforzo, le vite di persone rassegnate e dirigerle in un agire comune, privo di iniziativa. Un vecchio custode, che procede ormai verso la fine dei suoi giorni, ma con qualcosa ancora da raccontare. Una bambina vivace e spensierata, contro lo sconforto che la circonda. Un luogo che accoglie i reietti, le anime inquiete, o semplicemente i ribelli. Un uomo che fugge e un altro che insegue, entrambi con segreti da custodire. Infine una donna che attende ciò che forse non verrà mai, incurante del mondo che scorre oltre la sua finestra. E poi il tempo, il tempo che guida, che scandisce, che rema a favore di chi lo asseconda o contro chi ha il coraggio di sfidarlo.
Recensione
"Come fili che s'intrecciano" è un libro che di genere distopico e, quando ne ho iniziato la lettura pensavo di trovarmi davanti a un distopico come se ne vedono tanti ultimamente. Invece questo romanzo non è affatto come lo aspettavo ed è stata una lettura davvero sorprendente.La vicenda è ambientata in una città che non ha nome, ed infatti viene semplicemente definita dall' autore "la città senza nome", in un tempo indefinito, non sappiamo se nel futuro, nel passato o in una realtà alternativa del presente. Questa città è governata dal Sistema, una sorta di dittatura che garantisce la sopravvivenza e il sostentamento della popolazione, fornendo anche il lavoro ma che impedisce di fatto qualsiasi iniziativa personale. Infatti chi per un qualche motivo si trova a comportasi diversamente dai Conformi, cioè coloro che si adattano passivamente a vivere secondo le regole del Sistema, viene automaticamente considerato un Dissidente, un reietto della società, ostracizzato ed esiliato nel quartiere nero, una zona della città che tutti temono ma che nessuno conosce veramente. In questo ambiente si muovono i protagonisti della storia, un anziano custode che passa il suo tempo seduto davanti a un cancello ad annotare pensieri e informazioni sul suo taccuino; una bambina, allegra e vivace come tutti i bambini, gli unici che hanno la forza di sorridere; un uomo al servizio del Sistema sulle tracce di un giovane che cerca di eludere, invece, il Sistema e le sue imposizioni; infine, una donna, perennemente affacciata alla finestra della sua casa, in attesa di qualcosa o qualcuno che non arriverà mai. Come scopriremo nel corso della lettura tutti questi personaggi sono, in un modo o nell'altro, legati tra loro, proprio come dice il titolo del libro, come fili che s'intrecciano. Non vi racconto troppo della trama perchè questo è un libro che va letto e scoperto pagina dopo pagina. Come scrivevo all'inizio della recensione, questo non è un distopico come tanti, ma se devo dire la verità, non è nemmeno un libro come tanti, o meglio, come i soliti che sono abituata a leggere.Innanzitutto basta guardare com'è strutturato il libro per capire che c'è una ricerca formale ben definita da parte dell'autore: troviamo infatti un prologo e un epilogo con gli stessi protagonisti, e quindi si potrebbe parlare di un racconto circolare che parte e finisce con la medesima situazione, ma non solo, dato che il romanzo ha anche una costruzione simmetrica, essendo suddiviso in nove capitoli di nove paragrafi ciascuno, i quali poi, all'interno dei capitoli si susseguono sempre nel medesimo ordine. Il romanzo è anche suddiviso in tre macroparti: la prima ci presenta il background e ci fa conoscere i personaggi, nella seconda i personaggi vengono approfonditi e prende l'avvio la svolta che si svilupperà, infine, nella terza e ultima parte, quando, la vicenda trova la sua conclusione e scopriamo le connessioni che intercorrono tra i protagonisti. Una cosa che mi ha colpito da subito è il fatto che nessuno dei personaggi di cui vi ho parlato prima ha un nome, tutti sono identificati con degli appellativi, ad esempio, per citarne un paio, la bambina viene definita "la bambina con le guance rosse", oppure il funzionario del Sistema è "l'uomo col cappello". Una scelta particolare ma che si inserisce perfettamente nel contesto di questo romanzo e della sua ambientazione, nella quale le individualità non contano, tutti gli abitanti della città sono come degli automi senza anima, senza idee proprie, in pratica senza personalità; e questa scelta di non dare un nome ai personaggi, rafforza l'idea della "spersonalizzazione" (si può dire così?) e alienazione operate dal Sistema.
Buona la caratterizzazione dei protagonisti del racconto, che hanno profondità psicologica e sono costruiti e descritti a tutto tondo. Per quanto riguarda lo stile, l'ho trovato semplice ma allo stesso tempo raffinato, con una scrittura molto elegante fatta di capitoli brevi ma densi e incisivi, senza grandi scene d'azione ma con descrizioni degli avvenimenti, che pur senza dilungarsi troppo, riescono a rendere perfettamente l'idea di quello che sta succedendo, sia nell'ambiente che nell'animo dei personaggi, con un'impostazione quasi cinematografica. Il ritmo narrativo è piuttosto lento, o almeno io l'ho trovato così, ma questa lentezza non rende il romanzo noioso o pesante.Una cosa che mi ha stupita è il fatto che c'è un'assenza quasi totale di dialoghi, c'è giusto qualche riga sotto forma di dialogo, per il resto il libro è tutto raccontato sotto forma di descrizioni. "Come fili che s'intrecciano" è un romanzo che mi è piaciuto molto, che trovato ben scritto, originale un libro breve ma intenso che offre anche numerosi spunti di riflessione, e che mi sento proprio di consigliare a tutti coloro che amano questo genere letterario.
Voto: ♥ ♥ ♥ ♥
P.S. ringrazio l'autore per avermi inviato una copia del suo romanzo!

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