Descrizione: Vadìr. Un mondo distrutto dal ghiaccio. Un mondo assediato dal potere maledetto di una Strega. Questo è lo scenario in cui vive Ellen, giovane Cercatrice di Vadìr dal cuore indomito e dallo spirito combattivo. La vita che conduce è quella che ha sempre creduto fosse l’unica vita possibile, finché suo fratello Cam e la bisbetica Methe decidono di rivelarle qualcosa in più sul vero motivo per cui i Vadìriani sono imprigionati in un lembo di terra, la loro terra, e vivono come schiavi sotto il costante controllo dei Servitori. Un’antica leggenda le aprirà gli occhi. Cosa rappresenta davvero la Falena Cremisi? Chi è Ail e quanta umanità si cela ancora dentro di lui? E da dove proviene l’incantevole melodia prodotta da quel violino? Schiacciata dal peso atroce di perdite strazianti e sconvolta da costanti sogni e visioni, arriverà per Ellen il momento di compiere delle scelte. E di conoscere la verità. L'autrice: Reika Kell è nata nell’Aprile del 1986 e la prima parola che le sue tenere labbra sono riuscite a pronunciare è stata “leggere”. La seconda, com’è ovvio, è stata “scrivere”. Anche se, in realtà, le due passioni sono nate cronologicamente invertite. Dal primo momento in cui Reika ricorda di essere stata capace di tenere una penna in mano, è incominciato il delirio. Mondi nuovi e incantati, streghe e stregoni, fate ed eroi hanno iniziato a popolare il magico universo di questa scrittrice, incapace di arrendersi al triste fatto di dover vivere una sola, e a tratti monotona, esistenza. Reika è un’inguaribile sognatrice, che non può fare a meno di dar voce alle storie che si plasmano nella sua mente, ai personaggi che si creano quasi da soli e che si impongono con tanta forza, da non poter fare a meno di imprimere le loro emozioni e le loro avventure sulla carta. Oltre ad occuparsi della sua sconfinata passione per la lettura e la scrittura, Reika si è laureata in Legge e, attualmente, segue una scuola di specializzazione per le professioni legali. Se doveste incontrarla lungo i corridoi di qualche tribunale, potrebbe darvi l’impressione di una persona seria ed equilibrata, quasi “normale”, ma… non fatevi ingannare: in quella testolina popolata da esseri fantastici, da personaggi enigmatici e da misteriose creature della notte, le parole “serietà”, “equilibrio” e “normalità” non sono affatto contemplate. È autrice di Lacrima Nera, il suo romanzo d’esordio, un fantasy romance autoconclusivo disponibile dal il 13 Gennaio 2014 su Amazon. La mia recensione: Quello in cui state per addentrarvi è un regno da fiaba. Incantato sì, ma da un maleficio che lo ha trasformato in un luogo terrificante: freddo non solo perché la crudele regina Beka lo ha ricoperto di neve e trasforma in statue di ghiaccio chi non serve ai suoi scopi, ma perché ha privato i suoi sudditi del calore umano. La vita qui si trascina fra giornate fatte di duro lavoro nei campi, spese alla ricerca di misteriosi frammenti sotto incessanti colpi di frusta, e piccole pause durante le quali ci si accontenta dell’Essenziale −a patto di averlo meritato. Ellen non ricorda più com’era il mondo prima che tutto ciò avesse inizio, ma sa che c’è stato un tempo, uno spazio migliore e spera, un giorno, di potervi fare ritorno. Mentre affonda le mani nella neve per svolgere il suo dovere di Cercatrice, non può farea meno di scrutare lo sguardo di Ail, il Servitore a cui è stata assegnata, e scorgervi un barlume di umanità, nonostante il suo braccio sia pronto a colpire. Si dice che i Servitori siano stati privati della capacità di provare sentimenti, eppure Ellen non crede che sia un processo irreversibile. Il cuore si può mettere a tacere, forse, ma non si può spegnere del tutto, non finché rimane l’ultimo respiro. È un’ingenua? Una stupida idealista? Probabilmente sì, ma quando si è costretti a trascinarsi in un’esistenza gravida solo di buio e dolore, aggrapparsi ai sogni è l’unico modo per sopravvivere. Ed Ellen sogna. Si spinge verso il confine, laddove specchi fatati tracciano il limite oltre il quale non ci si può arrischiare, e sogna. Ascolta le vecchie storie che sussurrano di un principe buono intrappolato in un posto che nessuno conosce e, fingendo di cercare i frammenti, cerca lui nella speranza di poterlo ridestare… È una favola dark che sembra quasi saltata fuori da un libro dei fratelli Grimm, quella vergata da Reika Kell, fitta di toni cupi, atmosfere inquietanti e fortemente intrisa di magia. A strutturarla sono proprio gli elementi della fiaba classica, l’autrice però li scompagina, li reinterpreta, offrendoci una rivisitazione moderna del modello più tradizionale, in grado di inglobare alcune tematiche tipiche del romanzo gotico – basti pensare al binomio indissolubile rappresentato da amore e morte. Originale, non solo perché ribalta alcuni cliché – proponendoci, per esempio, un principe anziché una principessa da salvare – ma perché assottiglia il confine fra bene e male e rende i suoi protagonisti più umani, dotandoli di una psicologia più complessa, che sfugge al semplicistico schieramento di buoni versus cattivi. Sospeso in una bolla onirica, il suo romanzo si sviluppa in una dimensione in cui diventa difficile distinguere i sogni della realtà, il mondo fuori dal microcosmo interiore in cui i nostri stessi sentimenti, le nostre stesse paure e speranze si animano vestendo i panni di bizzarri quanto concreti personaggi. Alternando frasi affilate come lame di ghiaccio ad altre carezzevoli come i versi di una poesia, il testo ci avvolge tra le sue spire mentre lo stupore cresce, perché più si procede nella lettura e più gli schemi di riferimento vengono scompaginati riservandoci diverse sorprese, non da ultimo un finale tutt’altro che scontato in cui non assistiamo al semplice trionfo del bene, ma siamo chiamati a cogliere l’importanza del perdono, inteso come mezzo per conquistare la Luce. È un happy end dal retrogusto dolce/amaro quello che ci riserva Crimson Moth, in grado di far andare ogni tassello al suo posto infondendoci una piacevole sensazione di leggerezza, senza tuttavia privarci completamente di un certo senso di turbamento, se non altro perché l’ultimo sguardo è rivolto all’aldilà. Visto che l’anno volge al termine e ormai è tempo di bilanci, penso di poterlo dire: Reika Kell è stata una bellissima scoperta e il suo romanzo uno dei migliori fra quelli letti nel 2014. Se siete alla ricerca di un libro magico da regalare o regalarvi, seguite senza indugi la scia della Falena Cremisi, il suo volo non vi deluderà.
Descrizione: Vadìr. Un mondo distrutto dal ghiaccio. Un mondo assediato dal potere maledetto di una Strega. Questo è lo scenario in cui vive Ellen, giovane Cercatrice di Vadìr dal cuore indomito e dallo spirito combattivo. La vita che conduce è quella che ha sempre creduto fosse l’unica vita possibile, finché suo fratello Cam e la bisbetica Methe decidono di rivelarle qualcosa in più sul vero motivo per cui i Vadìriani sono imprigionati in un lembo di terra, la loro terra, e vivono come schiavi sotto il costante controllo dei Servitori. Un’antica leggenda le aprirà gli occhi. Cosa rappresenta davvero la Falena Cremisi? Chi è Ail e quanta umanità si cela ancora dentro di lui? E da dove proviene l’incantevole melodia prodotta da quel violino? Schiacciata dal peso atroce di perdite strazianti e sconvolta da costanti sogni e visioni, arriverà per Ellen il momento di compiere delle scelte. E di conoscere la verità. L'autrice: Reika Kell è nata nell’Aprile del 1986 e la prima parola che le sue tenere labbra sono riuscite a pronunciare è stata “leggere”. La seconda, com’è ovvio, è stata “scrivere”. Anche se, in realtà, le due passioni sono nate cronologicamente invertite. Dal primo momento in cui Reika ricorda di essere stata capace di tenere una penna in mano, è incominciato il delirio. Mondi nuovi e incantati, streghe e stregoni, fate ed eroi hanno iniziato a popolare il magico universo di questa scrittrice, incapace di arrendersi al triste fatto di dover vivere una sola, e a tratti monotona, esistenza. Reika è un’inguaribile sognatrice, che non può fare a meno di dar voce alle storie che si plasmano nella sua mente, ai personaggi che si creano quasi da soli e che si impongono con tanta forza, da non poter fare a meno di imprimere le loro emozioni e le loro avventure sulla carta. Oltre ad occuparsi della sua sconfinata passione per la lettura e la scrittura, Reika si è laureata in Legge e, attualmente, segue una scuola di specializzazione per le professioni legali. Se doveste incontrarla lungo i corridoi di qualche tribunale, potrebbe darvi l’impressione di una persona seria ed equilibrata, quasi “normale”, ma… non fatevi ingannare: in quella testolina popolata da esseri fantastici, da personaggi enigmatici e da misteriose creature della notte, le parole “serietà”, “equilibrio” e “normalità” non sono affatto contemplate. È autrice di Lacrima Nera, il suo romanzo d’esordio, un fantasy romance autoconclusivo disponibile dal il 13 Gennaio 2014 su Amazon. La mia recensione: Quello in cui state per addentrarvi è un regno da fiaba. Incantato sì, ma da un maleficio che lo ha trasformato in un luogo terrificante: freddo non solo perché la crudele regina Beka lo ha ricoperto di neve e trasforma in statue di ghiaccio chi non serve ai suoi scopi, ma perché ha privato i suoi sudditi del calore umano. La vita qui si trascina fra giornate fatte di duro lavoro nei campi, spese alla ricerca di misteriosi frammenti sotto incessanti colpi di frusta, e piccole pause durante le quali ci si accontenta dell’Essenziale −a patto di averlo meritato. Ellen non ricorda più com’era il mondo prima che tutto ciò avesse inizio, ma sa che c’è stato un tempo, uno spazio migliore e spera, un giorno, di potervi fare ritorno. Mentre affonda le mani nella neve per svolgere il suo dovere di Cercatrice, non può farea meno di scrutare lo sguardo di Ail, il Servitore a cui è stata assegnata, e scorgervi un barlume di umanità, nonostante il suo braccio sia pronto a colpire. Si dice che i Servitori siano stati privati della capacità di provare sentimenti, eppure Ellen non crede che sia un processo irreversibile. Il cuore si può mettere a tacere, forse, ma non si può spegnere del tutto, non finché rimane l’ultimo respiro. È un’ingenua? Una stupida idealista? Probabilmente sì, ma quando si è costretti a trascinarsi in un’esistenza gravida solo di buio e dolore, aggrapparsi ai sogni è l’unico modo per sopravvivere. Ed Ellen sogna. Si spinge verso il confine, laddove specchi fatati tracciano il limite oltre il quale non ci si può arrischiare, e sogna. Ascolta le vecchie storie che sussurrano di un principe buono intrappolato in un posto che nessuno conosce e, fingendo di cercare i frammenti, cerca lui nella speranza di poterlo ridestare… È una favola dark che sembra quasi saltata fuori da un libro dei fratelli Grimm, quella vergata da Reika Kell, fitta di toni cupi, atmosfere inquietanti e fortemente intrisa di magia. A strutturarla sono proprio gli elementi della fiaba classica, l’autrice però li scompagina, li reinterpreta, offrendoci una rivisitazione moderna del modello più tradizionale, in grado di inglobare alcune tematiche tipiche del romanzo gotico – basti pensare al binomio indissolubile rappresentato da amore e morte. Originale, non solo perché ribalta alcuni cliché – proponendoci, per esempio, un principe anziché una principessa da salvare – ma perché assottiglia il confine fra bene e male e rende i suoi protagonisti più umani, dotandoli di una psicologia più complessa, che sfugge al semplicistico schieramento di buoni versus cattivi. Sospeso in una bolla onirica, il suo romanzo si sviluppa in una dimensione in cui diventa difficile distinguere i sogni della realtà, il mondo fuori dal microcosmo interiore in cui i nostri stessi sentimenti, le nostre stesse paure e speranze si animano vestendo i panni di bizzarri quanto concreti personaggi. Alternando frasi affilate come lame di ghiaccio ad altre carezzevoli come i versi di una poesia, il testo ci avvolge tra le sue spire mentre lo stupore cresce, perché più si procede nella lettura e più gli schemi di riferimento vengono scompaginati riservandoci diverse sorprese, non da ultimo un finale tutt’altro che scontato in cui non assistiamo al semplice trionfo del bene, ma siamo chiamati a cogliere l’importanza del perdono, inteso come mezzo per conquistare la Luce. È un happy end dal retrogusto dolce/amaro quello che ci riserva Crimson Moth, in grado di far andare ogni tassello al suo posto infondendoci una piacevole sensazione di leggerezza, senza tuttavia privarci completamente di un certo senso di turbamento, se non altro perché l’ultimo sguardo è rivolto all’aldilà. Visto che l’anno volge al termine e ormai è tempo di bilanci, penso di poterlo dire: Reika Kell è stata una bellissima scoperta e il suo romanzo uno dei migliori fra quelli letti nel 2014. Se siete alla ricerca di un libro magico da regalare o regalarvi, seguite senza indugi la scia della Falena Cremisi, il suo volo non vi deluderà.
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