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[Recensione] Dark Circles (di Paul Soter, 2013)

Creato il 08 aprile 2014 da Frank_romantico @Combinazione_C
[Recensione] Dark Circles (di Paul Soter, 2013)
A volte capita che, non avendo molto da vedere o da fare, uno è pronto ad accontentarsi di qualsiasi cosa, e così va alla ricerca del film giusto al momento giusto senza badare a recensioni, registi o attori. E alla fine, il più delle volte, si finisce per buttarsi su film che hanno una trama o una storia interessante, nelle proprie corde, tentando la fortuna. Per questo, quando mi sono approciato ad una pellicola come Dark Circles, l'ho fatto un po' per noia, un po' per disperazione. Perché il film è recente (2013), la storia è classica ma c'è un particolare che, pensavo, avrebbe potuto elevare questa pellicola dell'americano Paul Soter sopra la media: il tema della mancanza di sonno.
Ecco, ci sono film che, trattando questo argomento, sono diventati cult o si sono rivelati delle vere e proprie rivelazioni. A memoria ricordo Nightmare - Dal profondo della notte, L'Uomo Senza Sonno (The Machinist) ma anche Fight Club. Perché la mancanza di sonno è un problema reale dai risvolti grotteschi, tragici e persino incredibili. Peccato che in Dark Circles la mancanza di sonno sia solo un pretesto e alla fine questo film si riveli non solo la solita robetta vista e rivista, ma anche girata male e con buchi di sceneggiatura così grandi che ci rischiano di cadere dentro regista, attori e spettatori.
Da poco genitori, Alex e Penny sono spinti a lasciare la città e a trasferirsi in campagna in un luogo tranquillo. L’eccessiva mancanza di sonno, provocata dai pianti continui del loro pargolo, li spinge però a vedere strane cose all’interno della nuova casa. (da filmscoop.it)
AVVISO: QUESTA RECENSIONE CONTIENE SPOILER, ma tanto il film è brutto e io non ve lo consiglio, quindi che importanza ha?
[Recensione] Dark Circles (di Paul Soter, 2013)
A leggere la trama si capisce subito che la mancanza di sonno dell'ennesima sfortunata coppia protagonista di Dark Circles non è altro che un pretesto per mettere in dubbio quel che accadrà durante l'interminabile durata di questo film. Siamo dalle parti del: è tutto reale quello che accade o solo il frutto della mente dei protagonisti? C'è realmente una presenza nella casa o si tratta semplicemente di allucinazioni dovute alla mancanza di sonno? E infatti il regista si diverte a prendere in giro lo spettatore mostrandogli cose che non è facile capire, almeno all'inizio, proponendo i soliti speventi telefonati e fingendo un approfondimento sulle dinamiche di coppia e sugli effetti di una prolungata manzanza di sonno che in realtà sono all'acqua di rose. Solo che quel che dovrebbe essere un film sul filo dell'incertezza, in cui tutto non è mai quello che sembra, si rivela alla fine un'improbabile thriller di cattivissimo gusto. Perché quel che inizialmente sembrava una presenza ultraterrena e che ci viene spacciata per tale, si scoprirà essere poi una persona viva e vegeta che non si capische come poteva terrorizzare l'allegra mogliettina apparendo e scomparendo improvvisamente ancor prima che Penny non riuscisse più a dormire. E da killer squilibrata di turno non è altro che una Samara (The Ring) che, invece di venir fuori dal televisore, scivola quatta quatta dallo stipetto del mobile sotto il lavello. Roba che tu la vedi e pensi: WTF.
E alla fine di presa per i fondelli si tratta, quando Paul Soter (anche sceneggiatore) non riesce a spiegare una e dico una delle apparizioni, dei fatti inspiegabili e dei risvolti di trama. Che dovrebbero essere spiegabilissimi visto che, alla fine, di sovrannaturale in Dark Circles non c'è niente. Peccato perché i minuti iniziali sembravano promettere bene nonostante la sensazione angosciante di visto e rivisto, che si conferma per tutta la durata di un film brutto, monotono, stupido, isterico, con pretese autoriali (le scene surreali) che non si può permettere e con un finale da spararsi per quanto è brutto e inutile. Una regia anonima, un uso spropositato dei soliti trucchetti per spaventare lo spettatore, salti sulla sedia telefonati e sciatti. Che poi è difficile spaventare qualcuno se questo si è addomentato per la noia. E alla fine l'unica cosa che si salva è il make-up degli attori che, almeno fisicamente, sembra davvero non dormano da settimane. O le palle si erano frantumate pure a loro (Johnathon Schaech e Pell James), cosa non molto difficile da credere.
[Recensione] Dark Circles (di Paul Soter, 2013)

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