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[Recensione] Dark Skies - Oscure presenze (di Scott Stewart, 2013)

Creato il 07 gennaio 2014 da Frank_romantico @Combinazione_C
[Recensione] Dark Skies - Oscure presenze (di Scott Stewart, 2013)
E io davvero non capisco. Forse la colpa è mia che sono diventato ipercritico oppure ho la puzza sotto al naso, ma davvero faccio fatica a digerire certe pellicole tanto celebrate. E non sto parlando di cinema d'autore o del blockbusterone di turno ma di quelle piccole pellicole di genere che, sebbene vengano ormai concepite per attrarre il grande pubblico e accontentare gli spettatori con tanta voglia di intrattenimento, è agli amanti (del genere) che si rivolgono, lo zoccolo duro, gli unici che comunque al cinema ci vanno al di là di un trailer o una critica negativa sul quotidiano di turno. Quindi davvero io non capisco come molte persone che conosco e di cui stimo i gusti abbiano potuto promuovere una pellicola mediocre come Dark Skies - Oscure presenze, dell'inetto Scott Stewart.
La famiglia Barrett, in evidenti difficoltà economiche, è costretta ad assistere impotetne a strani fenomeni che prima coinvolgeranno la loro casa, poi chi ci abita. Ma si tratta di esaurimento nervoso, del caso e di oscure presenze che sembrano tormentare una classica famiglia della medio-borghesia americana? E da dove vengono? Sono di questo mondo... o di un altro?
[Recensione] Dark Skies - Oscure presenze (di Scott Stewart, 2013)
Si tratta di contaminazione. La fantascienza che contamina l'horror oppure il contrario. Di case infestate che in realtà sono "visitate". Di citazioni riadattate ad un genere diverso. Di cliché continui che non capisco come possa ancora stupire lo spettatore. Perché se una cosa è talmente risaputa da divenire ovvia, allora non riesce più a provocare stupore, né catarsi, né qualsiasi altro tipo di sensazione. E un film come Dark Skies vive di sensazioni. Un film come Dark Skies deve agire sugli stati d'animo. Allora, a un certo punto, restano solo due possibilità: o il film può provare a toccare corde nuove o deve avere almeno una base tecnica non indifferente. Un film come The Conjuring, pur non raccontando niente di nuovo, è girato divinamente. Sinister, pur essendo tecnicamente mediocre, riesce ad inquietare realmente attraverso un particolare uso delle musiche e del formato video. Dark Skies non fa altro, invece, che riproporre pedissequamente i soliti tre-quattro trucchetti prendendoli in prestito da cult come Poltergeist, Incontri ravvicinati del Terzo Tipo, Amityville Horror, Signs fino ad arrivare a Paranormal Activity, a Insidious e a tutto quel cinema horror di successo più recente. E non aggiunge nulla di nuovo. E tocca le solite corde sul punto di spezzarsi.
[Recensione] Dark Skies - Oscure presenze (di Scott Stewart, 2013)
Anche dal punto di vista tecnico non è che questo Dark Skies faccia gridare al miracolo. Non fraintendetemi: il film non è diretto male e questa è la prova migliore, fino ad ora, di Scott Stewart (qui anche nelle vesti di sceneggiatore) ma la mediocrità di questo regista statunitense è tutta nel rimanere sullo sfondo. Nulla eccelle in questo fanta-horror. Guardandolo si rimane imprigionati in un già visto che scorre senza balzi o fatica, un orrore innocuo che si riprende solo nel finale tutt'altro che positivo. Non mancano gli sbalzi di rumore, i colpi subdolamente a sorpresa, lo spiegone centrale (affidato a un sempreverde J.K. Simmons) e tutto quel comparto di trucchetti che qui viene applicato in maniera metodica.
Insomma, Dark Skies non è un film brutto ma è un film che non aggiunge assolutamente nulla a quanto visto tanto negli ultimi anni quanto nel passato meno recente. Non è perturbante, né catartico. Io l'ho trovato addirittura noioso. Ed è stato salutato come l'ennesimo horror rivoluzionario. Che horror non è, infondo. Bah. Ma ormai si tende ad esaltare qualunque cosa, che mi stupisco a fare.
[Recensione] Dark Skies - Oscure presenze (di Scott Stewart, 2013)

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