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Recensione de E ORA PARLIAMO DI KEVIN a cura di Irene Petrella

Creato il 20 febbraio 2012 da Diegothriller


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E ORA PARLIAMO SI KEVIN (We need to talk about Kevin), diretto da Lynne Ramsay con Tilda Swinton, John C. Reilly, Ezra Miller, Siobhan Fallon. UK, USA 2011.
Recensione de E ORA PARLIAMO DI KEVIN a cura di Irene Petrella
Recensione de E ORA PARLIAMO DI KEVIN a cura di Irene Petrella Recensione de E ORA PARLIAMO DI KEVIN a cura di Irene PetrellaRecensione de E ORA PARLIAMO DI KEVIN a cura di Irene Petrella Non è facile descrivere un lavoro come quello della Ramsay. Il caotico, visionario tormento si manifesta da subito, con immagini dense, immortalate nella memoria in frantumi di Eva (una straordinaria Tilda Swinton). L'impotenza al cospetto del male e la consapevolezza di averlo generato ricordano a tratti il capolavoro di Polanski “Rosemary's baby”. Qui però non esistono sfumature legate all'universo soprannaturale, come non esistono sette che in qualche modo possono ricondursi ad esso. Tutto è descritto nel modo più lucido e concreto possibile, non si concede spazio all'immaginazione e non esistono culle nere. Si impone lo slancio della rabbia, racchiusa nelle frecce di un arco. Si evidenzia l'avversione nei confronti di certi stili di vita, privi di gloria o importanza (“...vi svegliate e guardate la tv, prendete l'auto e ascoltate la radio, andate al vostro insignificante lavoro o alla vostra ridicola scuola ma non ne sentirete parlare nel notiziario delle 6 perchè non fate notizia...”). Si sfoggia il disgusto per la gioia altrui. Si compie l'inevitabile.
Recensione de E ORA PARLIAMO DI KEVIN a cura di Irene PetrellaDal romanzo di Lionel Shriver emerge una storia d'amore e odio, un rapporto ambiguo tra madre e figlio, le due facce di un'unica medaglia. Kevin (Ezra Miller) sembra possedere tutte le peculiarità genetiche materne, drasticamente amplificate. Architetta dispetti macabri. Gode nel provocare strazio a colei che gli ha donato una vita indesiderata, sin dai primi giorni. Premedita una strage.
Anche se in un paio di frangenti il girato sembra rallentare, la tensione si mantiene elevata grazie ad un eccellente montaggio. La colonna sonora può forse stonare in qualche caso; eppure, riconsiderando il tutto, è da ritenersi perfetta.
Nell'originare la sofferenza, Eva ha superato se stessa.
Articolo di Irene Petrella

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