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Recensione de Le righe nere della vendetta

Creato il 17 febbraio 2012 da Tuttosuilibri @irenepecikar
 Recensione de Le righe nere della vendetta
Titolo: Le righe nere della vendettaAutore: Tiziana SilvestrinCasa editrice: Scrittura e ScritturePagg.: 293
Trama
Biagio dell’Orso, capitano di giustizia nella Mantova del Cinquecento, viene incaricato delle indagini sulla morte del prefetto delle fabbriche del ducato: Oreste Vannocci. Ad un primo esame sembra trattarsi di una morte naturale, invece tutti gli indizi rinvenuti sulla scena del delitto fanno propendere per un caso di avvelenamento. Chi poteva volere la morte di un uomo dall’incarico così prestigioso presso la corte dei Gonzaga? E come mai Vannocci teneva in mano il disegno di una chiesa su cui aveva tracciato alcune righe nere, tra gli spasimi di una morte atroce? Le indagini si presentano fin da subito complesse e irte di ostacoli: qualcuno segue dell’Orso, lo spia per impedirgli di scoprire la verità - ma il capitano, uomo integerrimo e dotato da un non comune senso di equità e giustizia, non si farà intimidire e il suo fiuto investigativo lo porterà molto vicino a persone che frequentano la corte. Biagio dell’Orso dovrà vedersela anche con l’Inquisizione, rappresentata dai domenicani, che vogliono condannare al rogo una giovane per stregoneria solo per aver guarito una donna dalla febbre. Nel corso delle indagini il capitano concentrerà le sue ricerche anche al tempo in cui il celebre architetto e pittore Giulio Romano soggiornò a Mantova per la realizzazione del Palazzo Te e di altri importanti edifici fra cui la chiesa in cui si nasconderebbe il segreto della morte del Vannocci.
Recensione
Scritto in un linguaggio nitido ed essenziale, Le righe nere della vendetta è un giallo storico-artistico dal sapiente impianto narrativo che porta il lettore a seguire le indagini di Biagio dell’Orso di pari passo con le vicende storiche del tempo, a Mantova, a Firenze e nella Roma del Rinascimento che il grande pittore e architetto Giulio Romano dovette abbandonare in tutta fretta dopo la divulgazione di una sua raccolta di disegni licenziosi. Messo all’indice dalla Chiesa, il libretto costrinse Giulio Romano a  trovare rifugio proprio presso il casato dei Gonzaga a Mantova, che abbellì e rese grande con le sue opere. Il libro, dunque, è anche un viaggio nella storia dell’arte: il lettore si ritrova a passeggiare per le strade delle città, entrando nei palazzi, ammirandone i dipinti, gli affreschi, riposandosi nei giardini. I personaggi di fantasia dialogano e interagiscono con figure realmente esistite, quelle degli artisti vissuti nel periodo più fecondo che l’Italia abbia mai avuto - Mantova, Firenze e Roma diventano musei all’aperto che si schiudono ai nostri occhi. Le righe nere della vendetta è un interessante affresco anche da un punto di vista sociale, con incursioni nel mondo della moda, della gastronomia - senza tacere degli intrighi di corte, i maneggi politici, la corruzione e i soprusi nei confronti dei più deboli e indifesi, le manie dei potenti, i loro capricci e prepotenze. Ci farà conoscere anche la tragedia e le devastazioni del sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi al soldo di Carlo V, i tentennamenti politico-diplomatici del Papato e le mire espansionistiche di Francesco I di Francia: un quadro puntuale e splendidamente raccontato, per un romanzo da leggere d’un fiato per diletto e approfondimento storico e culturale
Maria Irene Cimmino

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