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RECENSIONE: Deathdate di Lance Rubin

Creato il 24 ottobre 2015 da Bookland

Buon sabato lettori!
RECENSIONE: Deathdate di Lance RubinTitolo: Deathdate (#Denton Litte) Autore: Lance Rubin Prezzo: € 14.90 Pagine: 331 Editore: De Agostini
Data di pubblicazione: 22 settembre 2015
  Trama Denton Little ha diciassette anni e una sola certezza: morirà la notte del ballo di fine anno. Ma – escluso il pessimo tempismo – nulla di strano. Perché il mondo di Denton funziona così: tutti conoscono la data della propria morte, e tutti aspettano il fatidico momento contando i minuti. Per questo, fino a oggi, la vita di Denton è stata piuttosto normale: la scuola, gli amici e Taryn, la fidanzata. Ma ora mancano due giorni al ballo... e Denton sente di non avere più un secondo da sprecare. Non soltanto perché vuole collezionare più esperienze possibili in meno di quarantotto ore – la prima sbronza, la prima volta, e il primo tradimento – ma anche perché le cose sembrano essersi improvvisamente complicate. Chi è l’uomo sbucato fuori dal nulla che dice di avere un messaggio da parte di sua madre, morta ormai da molti anni? È soltanto un pazzo? E allora perché suo padre ha iniziato a comportarsi in modo tanto bizzarro? D’un tratto le ultime ore di Denton Little si trasformano in una corsa contro il tempo, una disperata ricerca della verità. E forse di una via d’uscita.  Dalla straordinaria penna di Lance Rubin, il primo romanzo di una nuova serie distopica. Una lettura brillante, irriverente e provocatoria. Una storia che vi lascerà con il fiato sospeso e che metterà in dubbio tutte le vostre certezze.   RECENSIONE: Deathdate di Lance Rubin Questo è, per me, uno dei tipici libri che inizialmente guardo con sospetto, poi leggendo la trama penso “Mmmhh potrebbe essere carino” e, dopo averlo letto dico “è stato il libro giusto per questo periodo!”. Ultimamente sto faticando non poco a decidere cosa leggere dopo perché sono in una sorta di limbo mentale e pochi libri riescono a coinvolgermi davvero. “Deathdate” è stato perfetto perché mixa una storia intrigante e un protagonista fuori dagli schemi a tanto humor nero.
Nel mondo di Denton, tutti sanno la propria data di morte sin dalla culla. Infatti, attraverso un’analisi del dna e a un particolare macchinario, ai genitori viene comunicata la data di morte dei figli che a loro volta la annunceranno al bambino qualche anno più tardi. Nessuno può sapere l’orario o come morirà, ma si conosce il giorno e infatti è usanza comune organizzare il funerale con il “futuro morto” ancora in vita. Denton sa da sempre che sarebbe morto giovane, all’età di 17 anni, e ormai quel giorno è arrivato…
Questo libro racconta una storia davvero particolare, pur essendo ambientata al giorno d’oggi, più o meno. In quello che io ho definito un “universo parallelo” tutti conoscono il giorno della propria morte e sono rassegnati a questo destino: vivono le loro vita tranquillamente finché si avvicina il fatidico giorno e cercano di sistemare tutte le loro cose, con calma e aiutati da familiari e amici. Il funerale in anticipo e l’autoelogio sembrano cose assolutamente normali così come lo è la Seduta: un’intera giornata in attesa della morte del malcapitato in compagnia delle persone più care(creepy!!). Denton inizia a raccontarci la sua storia a partire proprio dal giorno del suo funerale: sa che gli rimangono al massimo 48 ore di vita e pensa di essere ormai preparato a perdere la vita. Lui ha 17 anni, è un normale ragazzo che va a scuola superiore, ha un migliore amico, Paolo che morirà dopo un mese rispetto a lui, una fidanzata e una famiglia piuttosto variegata. A partire dal giorno del suo funerale, però, iniziano ad accadere delle cose davvero bizzarre e Denton si trova ad affrontare situazioni davvero inedite per lui. Quello che mi è piaciuto di più di questo libro, oltre alla storia ai limiti della fantasia, è l’ironia del protagonista che cerca di prendere alla leggera la sua imminente dipartita snocciolando una serie di battute piuttosto divertenti. Lo stile utilizzato dall’autore è semplice e immediato perché il libro è scritto in prima persona. Di solito storco un po’ il naso per questa scelta, ma in questo caso l’ho trovata molto azzeccata perché trasforma il romanzo in una sorta di diario in cui il protagonista, vista la morte imminente, si lascia completamente andare. Unica piccola pecca che ho riscontrato è la ripetitività del concetto principe: il giorno di morte che è arrivato. Tutti i personaggi non fanno altro che ricordarlo in ogni momento; in un capitolo breve, 4 pagine, questo concetto è ripetuto ben 5 volte. Mi è parso un po’ eccessivo perché, a parte nelle prime pagine dove il lettore si deve orientare, la reiterazione del tema è forse troppo presente. A parte questo ho trovato il libro geniale e simpatico, adatto a un pubblico variegato e per questo ho deciso di assegnare tre stelline e mezzo. Non vedo l’ora di avere tra le mani il seguito!
RECENSIONE: Deathdate Lance Rubin Lya  

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