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Recensione del concerto di Alessandra Novaga | Book of Heads di John Zorn

Creato il 01 giugno 2013 da Empedocle70
Recensione del concerto di Alessandra Novaga | Book of Heads di John Zorn
MUSICA CONTEMPORANEA/The Book of Heads
Mario Mariotti
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Lunedì 25 marzo presso lo spazio 0' Artoteca di Milano si è tenuta la prima esecuzione integrale italiana della composizione "The Book of Heads" di John Zorn.
L'opera, datata 1978, è composta da una serie di 35 studi per chitarra , o meglio per cinque differenti tipo di chitarra (archtop acustica, solid body, classica, dobro e semi-hollow body) e vari oggetti ed è dedicata ad uno degli storici collaboratori di Zorn, il chitarrista Eugene Chadbourne.

Così Zorn racconta la sua musica del periodo a cui appartiene anche Book of Heads: “
Nei miei primi pezzi, ad esempio in quello presentato nel loft di Richard Foreman nel '75, io suonavo il sassofono, ad esempio improvvisando un duetto con qualcuno che stava pelando un cavolo. Ma il suono del pelare il cavolo era altrettanto importante e orchestrale, in quanto suono del punto di vista del performer che stava pelando il cavolo in piedi su una scala. In questi miei primi lavori il suono risultante dall’evento visuale era ancora presente formalmente nella mia mente.”

La performer che ha dato vita all'esecuzione milanese è la chitarrista Alessandra Novaga che ha dimostrato, oltre ad un grandissimo virtuosismo, splendide capacità teatrali e "scenografiche". I geniali 35 studi di Zorn permettono di percorrere un viaggio attraverso il suono, il gesto e lo strumento, dove la chitarra si smaterializza per diventare "concetto" perdendosi nella quantità e nelle differenze tra le tante tipologie di strumenti necessari all’esecuzione. Nel ciclo si sfruttano al massimo le possibilità espressive degli strumenti in cui alle canoniche tecniche, uso del plettro e del pizzicato, si aggiunge l'uso di sfregamento delle corde mediante archetti e palloncini (sì proprio palloncini in lattice), l'inserimento di "corpi estranei" fra le corde (bastoncini di legno, lime per unghie, strisce di panno e mollette), l'uso di varie pedaliere, l'uso di una bambola parlante, lo scoppio simultaneo e ritmico di alcuni palloncini in concomitanza di accordi della chitarra e spesso in conclusione di uno studio e l'affascinante oscillazione dal basso verso l'alto della cassa armonica della chitarra classica durante un accordo risonante che permette di creare un effetto quasi wha-wha sul suono in maniera del tutto "naturale".

Tutte tecniche gestite benissimo durante la performance milanese e notevolmente apprezzate dal pubblico (soprattutto negli aspetti teatrali e in quelli che volutamente creassero un po' di ilarità).

Non ultimo gli stupendi frammenti melodici che qua e là spuntano dal caleidoscopico insieme di rumori e suoni che pervade l'esecuzione.

Insomma un applauso ad Alessandra Novaga per aver portato a Milano questa opera del maestro Zorn eseguendola con grande pathos e un applauso anche allo staff dell' associazione O' Artoteca per essere riusciti a creare uno spazio adatto all'esecuzione, in cui la performer fosse a diretto contatto con il suo pubblico.


Speriamo, a breve, in una nuova esecuzione milanese a cui consiglio caldamente di partecipare.

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