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Recensione del film “Il mio nome è Khan”

Creato il 05 gennaio 2011 da Sky9085

 

mio nome è khan
Recensione del film Il mio nome è Khan. Rizvan Khan è un indiano di religione mussulmana affetto dalla sindrome di Asperges, una forma di autismo. Alla morte della madre lascia l’India per raggiungere il fratello e la cognata a San Francisco. Incontra Mandira, una ragazza madre di religione induista di cui si innamora e che sposa nonostante il disaccordo della famiglia.

La famiglia vive felice fino agli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle; da quel momento il comportamento degli americani nei confronti del mondo mussulmano cambia, un  evento particolare colpisce la famiglia Khan e Mandira lascia Rizvan ritenendolo responsabile dell’accaduto. Rizvan, per riconquistare l’amata inizia un lungo viaggio attraverso l’America ostinato ad incontrare il Presidente degli Stati Uniti per dirgli che il suo nome è Khan e non è un terrorista, da cui il titolo del film, con inequivocabili riferimenti al mondo mussulmano di cui vuole inconsapevolmente dimostrare il migliore aspetto, trasformandosi così in simbolo di volontà di integrazione.

Ho trovato il film delizioso e intelligente: la trama lasciava intendere un film pesante, ma le tematiche proposte, di per sé drammatiche, vengono presentate con toni delicati e semplici, con un risultato globale gradevole e per tale ragione la pellicola, piuttosto lunga, si rileva efficace raggiungendo l’obbiettivo di far conoscere, o quantomeno di far sorgere allo spettatore, interrogativi sul tema dell’integrazione etnica, passando in secondo piano la questione della malattia di Khan. Inevitabile è infatti il richiamo a Rain Man e Forrest Gump, ma non sembra che lo scopo del regista sia quello di dare dimostrazione di originalità quanto piuttosto porre l’accento sull’integrazione dei popoli, e secondo me ci riesce proprio grazie alla disarmante semplicità dell’interprete.


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