Recensione del Metal Female Voices Fest 2014: di nuovo in Belgio, un anno dopo

Creato il 29 ottobre 2014 da Redatagli

Cari lettori metallari (e non), anche quest'anno, come sempre negli ultimi cinque, ho presenziato al Metal Female Voices Fest che si tiene a Wieze, in Belgio, e come l'anno scorso ho deciso di scrivere una recensione essenzialmente a vostro uso e consumo. Come sempre, le valutazioni che darò sono puramente indicative, in quanto in parte influenzate dal mio gradimento personale: in generale, i gruppi sinfonici tenderanno ad avere valutazioni più alte dei gruppi Black, in quanto semplicemente questi ultimi mi piacciono di meno, e non sono un critico così bravo da riuscire a prescindere da questo aspetto.
Il programma quest'anno si preannunciava molto diverso dal solito: la maggior parte dei gruppi di grande impatto della scena metal femminile, si trova al momento o in fase di registrazione di nuovi album (Nightwish), o impegnata in tour internazionali (Within Temptation, Amaranthe, Epica, Tarja).
A causa di questo, il festival quest'anno, oltre a diversi gruppi di caratura medio-alta, offre una quantità di gruppi esordienti e nuovi sulla scena superiore al solito.

La cosa stuzzica non poco la mia curiosità, ma a quanto pare non quella del resto degli appassionati: il pubblico di quest'anno è molto più ridotto di quello delle precedenti edizioni. Rispetto all'anno scorso, in particolare, ci saranno stati sì e no la metà degli spettatori, il che è un vero peccato.
Il programma del venerdì per questa edizione prevede un gruppo americano abbastanza interessante (Ayin Aleph), che però già conosco, e una riedizione dello show "Eve's Apple" che l'anno scorso non avevo apprezzato per nulla. Decido quindi di non prendere il biglietto per il venerdì sera, e me ne vasdo a spasso per Bruxelles. Dunque per me il Metal Female Voices Fest 2014 inizia da...

SABATO 18 OTTOBRE

Come al solito, i concerti iniziano al mattino alle 11, e proseguono ininterrotti fino a tarda serata (esclusi i piccoli intervalli per regolare i microfoni e montare gli strumenti).

LA VENTURA
La prima band a esibirsi è subito abbastanza interessante. Non sono riuscito a capire da dove venissero, ad ogni modo il genere è un classico heavy con qualche elemento sinfonico.
La voce della cantante è più che discreta, con un registro ampio e pochissimo utilizzo del falsetto. Abbastanza coinvolgenti, anche se non entusiasmanti. Voto 7

SEASON OF GHOSTS
Gruppo estremamente interessante, fa un genere sinfonico ma con influenze elettroniche e temi molto originali.
I chitarristi presentano qualche assolo di pregio, purtroppo il registro vocale della cantante non sembra essere di più ampi e questo viene compensato con un esagerato ricorso al falsetto.
Trattandosi di un gruppo esordiente, comunque, si può dire che hanno buone potenzialità. Voto 7.5

DARK SARAH
Il progetto musicale è nuovo, ma la cantante è una vecchia conoscenza: si tratta infatti di Heidi Parviainen, già voce degli Amberian Dawn: un soprano di caratura, con un registro altissimo e una tecnica sopraffina.
Ero senza dubbio curioso di sentirla con la nuova band, e non si può certo dire che abbia deluso: le idee sono complesse e creative, la voce è ultraterrena e anche gli strumentisti fanno la loro parte.
Certi pezzi rimangono un po' esercizi di stile, carenti in orecchiabilità, ma glielo si può perdonare. Voto 9

ANCIENT BARDS
Gruppo italiano, già dal momento in cui espongono lo striscione con il titolo del loro album "The Black Crystal Sword Saga" appare chiaro che il genere è qualcosa di molto simile ai cari vecchi Rhapsody of Fire.
Quando iniziano a suonare si rivela non soltanto simile, ma proprio uguale: Power-Sinfonico ad altissimi livelli di epicità e testi fantasy-cavallereschi come non mai.
Tolta la mancanza di originalità però sono davvero bravi: melodie orecchiabili, basi orchestrali ben fatte, strumentisti molto notevoli, diversi assoli spettacolari. Meritano decisamente un ascolto. Voto 8

JADED STAR
Questo gruppo è il nuovo progetto di Maxi Nil, precedentemente voce dei Vision of Atlantis.
Purtroppo - se pure si può riconoscere alla fanciulla greca di essere molto migliorata nella vocalità e nella potenza - il tutto rimane circondato da uno sconfortante vuoto di idee. Qualche tema carino, ma nulla di più: pezzi uguali tra di loro, e comunque poco originali.
Si poteva decisamente fare di meglio. Voto 5

HEAD-PHONES PRESIDENT
Come l'anno scorso (e più dell'anno scorso) il Giappone fa capolino a questo festival tradizionalmente europeo. La band in questione fa un thrash-heavy molto adrenalinico, e il risultato è notevole.
La cantante ha carisma e dimostra una certa tecnica, in particolare nello scream. I pezzi sono abbastanza vari come stili, anche se mancano un po' di profondità e di complessità; i testi in lingua mista inglese-giapponese aggiungono quel tocco esotico che non guasta. Voto 7.5

SKEPTICAL MINDS
Il gruppo della vulcanica Karolina Pacan è praticamente una costante di questo festival, tuttavia quest'anno qualche novità sembra esserci: il nuovo album infatti sembra aver lasciato indietro le influenze industrial/elettroniche e aver incanalato il gruppo in un più classico heavy.
Il risultato è un concerto che spazia tra generi molto diversi, sebbene personalmente abbia sentito molto la mancanza del violoncello solista.
La voce di Karolina rimane mediocre dal punto di vista tecnico, ma la fanciulla compensa alla grande con il suo essere istrionica e scatenata. Voto 6.5

DIABULUS IN MUSICA
La band spagnola presenta in questa circostanza diversi pezzi in anteprima dal nuovo album, di prossima uscita, confermandosi ad altissimi livelli sia per quanto riguarda il comporre, sia per quanto riguarda l'eseguire.
Zuberoa è in ottima forma vocale, e il concerto presenta anche interessanti coreografie da parte dei cinque ballerini/coristi. Spiace un po' che abbiano deciso di eseguire solo brani nuovi: avremmo apprezzato qualche vecchio successo (Sceneries of Hope, Ishtar, le scelte non mancavano...).
Durante la performance viene chiamata sul palco Ailyn, voce dei Sirenia, per un feat. Purtroppo il suo microfono è regolato male, e non si sente praticamente nulla... non è la prima volta che capita e non sarà l'ultima nel weekend. Niente che si possa imputare alla band comunque. Voto 8.5

DRACONIAN
Band storica, tra i massimi esponenti del Gothic-Doom, hanno da poco acquisito una nuova voce, dopo che la precedente cantante ha abbandonato la carriera per dedicarsi alla famiglia.
Il loro concerto si può definire probabilmente ineccepibile sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello artistico, quello che manca un po' è la varietà: i pezzi sono tutti dai toni cupi, con moltissimo growl, e ciò che trasmettono è un senso di rabbia più disperata che reattiva.
Sarebbe bello vederli sperimentare un po' di più, ma rimangono sicuramente notevoli. Voto 8

THE SIRENS
Non si tratta di una vera e propria band, ma di uno show collettivo di tre voci ben conosciute: Liv Kristine, Kari Rueslatten e Anneke van Giensbergen.
Il risultato è eccellente, a dimostrazione che i progetti collettivi non sono irrealizzabili, se ci si impegna adeguatamente.
Le cantanti si alternano sul palco presentando alcuni dei loro grandi successi storici (pezzi dei Theatre of Tragedy per Liv, dei The Gathering per Anneke), e altri li reinterpretano a più voci.
Corredano il tutto un paio di inediti composti appositamente per essere cantati in tre. Con voci del genere, una performance meno che straordinaria non era minimamente pensabile, e a parte qualche brano un po' lezioso per i miei gusti, lo spettacolo è meraviglioso. Voto 9+

SIRENIA
Band che seguo da diversi anni, ma che non avevo mai avuto la possibilità di ascoltare dal vivo, non deludono minimamente le attese.
La cantante, Ailyn Gimenez, esegue alla perfezione non solo tutti i brani recenti, ma anche i vecchi successi della band, composti per una voce estremamente diversa dalla sua.
Il chitarrista e compositore Morten Veland si conferma un personaggio estremamente geniale ed eclettico, e tira fuori dal cilindro anche un vecchio successo dei Tristania, "My lost Lenore".
Se proprio dobbiamo trovargli un difetto, sono un po' statici sul palco, ma pazienza. Voto 9.5

LEAVES' EYES
La band di Liv Kristine e Alexander Krull (immagine in testa all'articolo) celebra con questo show i suoi 10 anni di esistenza, e lo fa nel migliore dei modi.
Liv Kristine rispetto all'anno scorso sembra ringiovanita di 10 anni, ma l'aspetto estetico è assolutamente secondario: canta in assoluto stato di grazia. Considerato che nemmeno un'ora prima era sul palco a performare con The Sirens, ci si potrebbe aspettare un po' di umana stanchezza, ma Liv non è di questo mondo, non stasera.
Un'ora e mezza di concerto perfetta, tutti i più grandi successi eseguiti meravigliosamente, assieme a brani meno noti, e a un paio di inediti.
Alexander Krull non deve nemmeno incitare il pubblico più di tanto, non ce n'è bisogno: tutto quello che serve allo spettatore è staccare la mente dal corpo e lasciarsi attraversare le orecchie dagli acuti divini, cantati in un registro sopranile che non ha nulla da invidiare a nessuno.
Non c'è altro da dire, Liv Kristine si conferma una delle regine del metal, e stasera mostra al mondo il suo trono di note. Voto... 11!

DOMENICA 19 OTTOBRE

La domenica del festival riesco nuovamente ad accaparrarmi un posto in prima fila, complice il fatto che quest'anno il pubblico è molto inferiore agli anni scorsi: purtroppo i gruppi esordienti o di nicchia non attirano quanto Tarja, Arch Enemy o Epica.

ARIA FLAME
Il primo gruppo di oggi viene dal Michigan, USA. È il loro primo show fuori dagli Stati Uniti, e sono un po' timidi col pubblico, ma la musica non è affatto male.
Un genere abbastanza nei canoni classici dell'Heavy, molto orecchiabile.
Gli strumentisti tirano fuori un paio di assoli molto pregevoli, e anche la voce della cantante è buona, anche se indulge un po' troppo nel falsetto. Un buon riscaldamento per iniziare la giornata. Voto 7.5

EVENOIRE
Secondo gruppo italiano a questo festival, mostrano subito di avere carattere. Il genere è estremamente variegato: alcuni pezzi sono decisamente folk (forse quelli che mi sono piaciuti di più), mentre altri rimangono su un heavy-sinfonico.
La cantante ha una bella voce, e canta a piena potenza evitando il falsetto. Notevoli anche le parti strumentali, arricchite da alcune parti per flauto, suonato sempre dalla cantante.
Alcune cadenze tendono forse un po' ad assomigliarsi, ma rimangono un gruppo con un ottimo potenziale. L'Italia c'è. Voto 8.5

MAGISTINA SAGA
Altro gruppo giapponese, dal look kitsch abbestia, dopo appena pochi secondi di esibizione si prendono già il premio "miglior rivelazione di quest'anno".
Il genere è del tutto particolare, visto che attinge a piene mani dal mondo del pop orientale (pur mantenendo basi e assoli assolutamente metal): all'orecchio di un italiano non appassionato molte canzoni potrebbero suonare come rivisitazioni heavy di sigle dei cartoni animati, ma personalmente li ho trovati spettacolari.
I musicisti dal look glitterato da far impallidire Bill Kaulitz sono tecnicamente ineccepibili, e la cantante ha un registro non dei più acuti, ma potente e melodioso.
Quando una canzone riesce a farti saltare senza che tu l'abbia mai sentita prima è sempre un buon segno: originali, coinvolgenti e simpatici nel loro inglese goffo. Voto 9+

ENEMY OF REALITY
Si tratta di un gruppo esordiente, ma al pari dei Dark Sarah del giorno prima, la voce non è esattamente una sconosciuta: Iliana Tsirakis ha già cantato nei Meden Agan, che si sono esibiti qui due anni fa, e questo nuovo progetto è tutta farina del suo sacco.
Il suo registro sopranile è estremamente potente, e si accompagna perfettamente alle basi sinfoniche, complesse e articolate. I musicisti sono assolutamente notevoli, i brani molto orecchiabili ma...
C'è un "ma"! Lo stile è sempre identico a sé stesso, di brano in brano nulla sembra cambiare se non la melodia. Mai una nota corta, mai uno staccato, nessuna ballata, nessun pezzo più vivace: i toni solenni e grandiosi sono splendidi, ma saper variare è un pregio, e questo gruppo non lo possiede.
Rimane tutto il resto, molto notevole comunque. Voto 8

VIPER SOLFA
Si tratta di un gruppo fondato dall'ex-frontman dei Trail of Tears, dei quali ha perfettamente mantenuto il genere: death-black ben poco melodico.
La voce femminile è potente e aggressiva, quella maschile ha una tecnica di growl assolutamente spettacolare, ma il genere è rumoroso e ripetitivo, apprezzabile al massimo per i primi due brani. Gli strumentisti sono discreti, ma faccio davvero molta fatica a non palesare il mio scarso entusiasmo.
Nota a parte su questa band: probabilmente sbaglio e sono le persone più moderate di questo mondo, ma tra il logo del gruppo (una V dentro un cerchio con delle ali tipo aquila dell'esercito), il fatto di essere 5 norvegesi che più biondi e ariani non si può, e il fatto di cantare in divise nere di ispirazione vagamente militare, si ha un po' un sentore di nazismo aleggiante. Voto 5+

HOLY MOSES
Gli Holy Moses sono una band Thrash-Death che ha fatto assolutamente la storia del genere, pur restando sempre un po' nella sua nicchia: sono nati nel 1980, quando la cantante Sabina Classen aveva appena 17 anni, e alcuni degli altri attuali componenti non erano ancora nati.
Dimostrano sicuramente un'energia e un'adrenalina spettacolari, e il pogo che si scatena ne è la miglior prova, ma c'è un problema: il genere è inascoltabile. Rumore, moltissimo rumore, e nient'altro.
La cantante, pur dimostrando almeno 15 anni di meno e infiammando il pubblico, ha uno scream fastidioso e graffiante, che può essere interessante solo se non costituisce il cento per cento della linea vocale.
Degli strumentisti si intuisce una certa bravura, ma rimane nascosta dietro un muro di rumore fine a se stesso. Voto 5

STREAM OF PASSION
Se avete letto la recensione della scorsa edizione, già saprete che questa band messico-olandese è assolutamente tra le mie preferite.
Anche quest'anno la loro esibizione è ultraterrena: Marcela si conferma una live-performer assolutamente di prima classe, bellissima e bravissima, e i musicisti fanno il loro con virtuosismi di gran classe.
L'unica piccola pecca rispetto alla scorsa edizione è che l'ultimo album, "A War of our own", pur bello, non è al livello dei due precedenti, e la setlist un minimo ne risente.
Rimango comunque incantato e entusiasta, trascinato dagli acuti e dalle note di violino di Marcela Bovio, e da una band che spero sempre di vedere come headliner prima o poi, perché hanno sicuramente molto più da offrire che un'esibizione da 50 minuti. Voto 9.5

XANDRIA
Breve storia degli Xandria: nell'elenco delle mie band preferite da almeno 10 anni, tra il 2011 e il 2012 il gruppo sostituisce la storica cantante Lisa Middelhauve con un soprano di caratura elevata, Manuela Kraller. Il risultato è un album dalla bellezza incomparabile, Neverworld's End.
Dopo un paio di anni meravigliosi, in cui le loro performances mi fanno quasi sperare di aver trovato i nuovi Nightwish, la nuova cantante di punto in bianco decide di abbandonare il gruppo, e viene rapidamente sostituita da una nuova voce, Dianne van Giensbergen (no, non è parente di Anneke).
I miei castelli in aria frantumati, mi accosto al nuovo album con molto scetticismo... il risultato però non sembra malaccio, forse meritano una possibilità. Ok, non saranno mai all'altezza della lineup precedente, ma... e invece sì!

Contro ogni statistica e contro ogni mia aspettativa, Dianne è altrettanto, se non addirittura più brava di Manuela.
Lo show è incredibile, meraviglioso, e mi lascia totalmente incantato: la band suona diversi pezzi del nuovo album, ma anche un sacco di brani da Neverworld's End, lasciandomi con gli occhi sbarrati e lucidi, e senza alcun rimpianto per gli show degli anni precedenti. Pura emozione. Voto 10

ARKONA
Il primo degli Headliner della serata è una band molto famosa per chi ascolta folk-metal, e viene dalla Russia. La cantante Maria, detta Masha Scream, è in forma smagliante, e tanto la voce normale, quanto il suo growl sono meravigliosi.
Il pubblico sembra trascinato alla grande, e per la seconda volta nella giornata sotto il palco parte un pogo selvaggio. I musicisti sono all'altezza della situazione, e i brani sono esplosivi, interessanti e coinvolgenti.
L'unica pecca, se così si può dire, è la mancanza di varietà: sebbene siano apprezzabili band che sviluppano uno stile e si mantengono fedeli ad esso negli anni, credo che pur rimanendo all'interno di uno stesso genere un minimo di sperimentazione sia lecito aspettarsela, soprattutto da un gruppo di questa caratura.
Il concerto comunque, rimane estremamente coinvolgente, e il rimpianto principale è quello di non aver assistito alla performance da vicino (dopo Stream of Passion e Xandria ho seguito gli spettacoli successivi da seduto, per superati limiti fisici). Voto 9

THERION
Gli imperatori del Symphonic Metal sono sicuramente una scelta di prim'ordine per concludere alla grande questa edizione del festival. Rispetto a tre anni fa però, la loro performance è abbastanza anonima. Intendiamoci, un concerto del genere per qualunque altro gruppo sarebbe assolutamente straordinario, spettacolare, ultraterreno. Ma dalla band di Cristopher Johnson ci si può aspettare di più, si può pretendere di più: niente coreografie, niente effetti speciali, e quando chiamano come ospite sul palco Masha degli Arkona iniziano ad avvenire dei malfunzionamenti di microfoni che hanno del surreale.
Per fortuna, trattandosi di una band che ha scritto la storia del Metal, ha sufficienti brani d'effetto nei suoi grandi classici, da riuscire ad infiammare il pubblico anche facendo il minimo indispensabile.
Il "To Mega Therion" finale è comunque da brividi: speriamo di vederli presto di nuovo esibirsi al 100% delle loro capacità.
Per ora rimane una prestazione eccellente, ma non eccezionale come avrebbe potuto essere. Voto 8.5

Si conclude così anche la dodicesima edizione del Metal Female Voices Fest, e si chiude con l'annuncio che il festival non si terrà l'anno prossimo, ma con ogni probabilità nel 2016. Speriamo che questo porti qualche novità piacevole: dopo tutti questi anni, e pur riconoscendo indubbi pregi agli organizzatori, ci sono cose che non si possono più perdonare. Le signing session continuano ad essere organizzate malissimo, i fonici sono assolutamente inadeguati (moltissime band hanno avuto problemi coi microfoni), e molte altre piccole cose potrebbero semplicemente funzionare meglio con uno sforzo minimo. Nonostante questo, comunque, credo che l'anno prossimo ne sentirò parecchio la mancanza.

Luca Romano
@twitTagli


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