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Titolo: DevilishAutrice: Dorotea De SpiritoEditore: Mondadori ChrysalideNumero di pagine: 300Prezzo: € 17,00Data di pubblicazione: 9 Ottobre 2012Sinossi: Un'estate è passata da quando Vittoria ha scoperto che Guglielmo, il ragazzo che ama, è un demone. Sfidando regole e convenzioni della città degli angeli, ha deciso di difendere questo legame proibito, senza però conoscerne il prezzo. Perché Eva, il demone che ha già cercato di riportare Guglielmo nell'Averno, ha solo atteso il momento giusto per reclamare la sua preda. Adesso la città è sconvolta da eventi misteriosi, lunghe crepe spaccano la terra tremante, l'acqua delle fonti sprigiona il suo veleno e si tinge di nero, l'immagine e le parole delle anime defunte echeggiano nel silenzio delle strade. Il patto tra l'inferno e la terra è stato infranto e solo Vittoria, l'angelo senza ali, può trovare la chiave per salvare se stessa e le persone che ama. La recensione Se c'è una cosa che odio, è cominciare un libro e non avere modo di finirlo.Sapevo che non sarei riuscito a portarlo a termine prima della mia partenza, ma, come una pillola per la tristezza, al termine dell'amaro Colpa delle stelle l'ho scartato per scacciare un po' di malinconia. In me, curiosità e attesa in egual misura. Sommerso da preparativi, valige che non volevano chiudersi e da un'inspiegabile ansia, sono arrivato ad un punto e l'ho riposto. Così, lasciando appesi alle loro sorti oscillanti protagonisti e amori infernali. E' passata una settimana.E l'ho trovato lì, ad aspettarmi al ritorno da Barcellona. Una copertina bronzea in contrapposizione al delicato candore di quella del primo, il nome di un'autrice che sto imparando a conoscere in cima ad un titolo fantasiosamente decorato, un segnalibro tra le pagine lasciate a metà. Quando l'ho riaperto, è stato come se non lo avessi mai lasciato nel buio della mia cameretta. Nessuna confusione, nessun malinteso, nessun bisogno di rigirare le pagine per vedere cosa fosse successo in precedenza. Rassicurante e romantico, è stato un delicato bentornato. Un lampo di meraviglia nello scorgere personaggi ai quali non avevo più pensato, ma che con la loro grande umanità erano inconsciamente ancora in me. Lo stesso calore e gli stessi sorrisi di sollievo di cui mi aveva riempito Angel, la stessa vena giovanile e poetica, lo stesso profumo genuino. Un profumo di casa, di buono. Un profumo che, nel primo volume di questa serie, aveva addolcito gli animi perfino dei più diffidenti, ma che, a distanza di qualche anno dal romanzo che ci ha fatto conoscere l'amore tra Vittoria e Guglielmo, torna a spirare più violento e intenso. Soffia tra le rose di quella statua sotto la quale i nostri protagonisti si erano scoperti perdutamente innamorati, tra i vicoletti di Camden Street e le altre mura di Viterbo, tra la polveri di tomi censurati e i sussurri dei fantasmi.Sempre riconoscibilissimo e dotato del suo fascino originario, ma con un inedito tocco di mistero. Pungente come mai prima, vibrante non solo dei brividi di un puro amore giovanile. Dorotea ha fatto tesoro delle remore di alcuni lettori, e a quell'aura angelica e ovattata del primo ha aggiunto un tocco horror, sempre elegante e mai eccessivo.Su un cuore rosso e rotondo, abbracciato da un paio di avvolgenti ali, ha disegnato due corna aguzze e una corona di spine.
Quelle ali prima si sono tinte di nero, poi dei ricchi colori di una creatura ancora non contemplata dai decaloghi urban fantasy. Infine, si sono spostate su uno sfondo apocalittico. Cieli neri, temporali che scacciano il sole autunnale, fontane che esplodono in cocci avvelenati, gente che muore, eserciti che si schierano.Antichi casati che si riuniscono, amicizie che si rinsaldano, coppie che scoppiano, verità che emergono sotto la carne. L'autrice ci aveva regalato un inizio pacato, senza misteri o colpi di scena. Solo tanto amore. Tutto avveniva alla luce del sole, tutto sembrava avere già un suo perché. Gli abitanti di Viterbo conoscevano già le origini di alcuni dei loro cittadini più facoltosi, i protagonisti avevano già consapevolezza dei loro poteri e dei loro limiti.Adesso, quello che avevamo dato per assodato diventa uno stuzzicante mistero. E' solo la sua mancata perfezione a rendere Vittoria una diversa? E' solo il suo animo nobile a rendere Guglielmo il più gentile dei demoni?Le risposte sono in un libro condannato all'oblio. A dividere angeli e demoni, una manciata di pagine strappate. A metà tra gli uni e gli altri, il posto che potrebbe essere occupato dei protagonisti – sospesi tra cielo e terra, amore e odio.Il tutto, mentre le acque dei fiumi ribollono, i portali dell'Agave si preparano a liberare Eva, la loro creatura più subdola, e il giorno dei morti si avvicina, con le sue leggende rubate alle chiacchiere delle bidelle e le sue temute verità.La paura di perdersi diventerà più forte del bisogno di amarsi. Il dolore di scoprire il loro destino esploderà più assordante del cratere che li porterà nelle viscere dell'inferno, al cospetto dell'enigmatico Thanatos. I due mondi cozzeranno, esploderanno come hanno fatto in passato. Un passato che tornerà e ci trascinerà a fondo, lo so. Un giorno torneranno a riprenderselo, come hanno già tentato di fare. Un giorno che posso solo sperare sia il più lontano possibile.Più attenta agli intrecci, più desiderosa di mostrare altri lati della sua produttiva fantasia, la giovanissima Dorotea, sempre attenta a una forma che risulti impeccabile ed immediata, confeziona un meritevole fantasy scritto tanto per i suoi lettori quanto per sé stessa.Pur giocando in casa, tra viuzze in cui sa muoversi con destrezza e posti che descrive con quell'entusiasmo contagioso proprio dei suoi verdi anni, sembra crescere ad ogni pagina. Ogni volta, sempre più donna, sempre più professionale, sempre più forte.Strizza l'occhio alle leggende che devono aver caratterizzato la sua infanzia, fa tesoro del macabro e del gusto gotico che caratterizzano i romanzi della Baraldi e della Gratton, narra velocemente di combattimenti che non fanno rimpiangere affatto la prolissità di Eclipse e introduce originali metamorfosi a metà strada tra Ovidio e la trilogia di Maggie Stiefvater, con tanto di discesa negli inferi al pari dell'Eneide.Abbracciati, fa volare i suoi personaggi tra i palazzi londinesi come se fossero i bambini troppo cresciuti di Peter Pan e incuriosisce con un'affascinante trovata nello stile di quella dolce fiaba moderna che è la serie TV Pushing Daisies.Mi piace. Sempre di più.
Nel leggere i riferimenti alla mitologia, ai poemi omerici e a Virgilio, ai filosofi che negli anni passati ho conosciuto e a quelle equazioni che non capirò mai, mi sono spesso trovato a sorridere. L'autrice è passata sugli stessi banchi di scuola che adesso mi appresto ad abbandonare anch'io; ha studiato le stesse cose, vissuto l'adolescenza con le medesime influenze. Sa tranquillizzare e dare ai giovani un messaggio bello e pieno di speranza. Con il suo talento e la forza dei suoi sogni sempre più grandi, niente è impossibile. Gli angeli l'hanno portata in alto. Ora tocca a lei volare.Io vorrò essere lì. Testimone di un volo che, sono certo, saprà far fronte a qualsiasi colpo di vento.Il mio voto: ★★★★Il mio consiglio musicale: Marco Mengoni - Dall'Inferno
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