Voto:
Informazioni sul libro
Titolo:Francesco D’ Isa
Pubblicato da:Effequ
Collana:Dodicidiciannove
Genere:Romanzo psicologico
Formato e pagine:
Social:Goodreads
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Trama:
Sarà uno sbaglio a farli incontrare davvero, sarà una malattia il doloroso processo che li obbligherà a frugare dentro di sé per trovarsi. Leggersi. Ma chi leggerà chi, chi è il malato e cosa c'entra l' amore, beh questo lo dovrete scoprire voi. E non solo, vi piacerà farlo.
Conosciamo Anna, attraente ventottenne, riservata, il giorno in cui si rivolge alla clinica Monterosa nella speranza di sciogliere i dubbi riguardanti i suoi precedenti attacchi epilettici. Ezio è il dottore della diagnosi, lo stesso giovane neurochirurgo che la opererà, quello delle consuete ronde tra pazienti, quello dalle domande strane, quello dalle scarpe anonime, non bello ma dai modi involontariamente affascinanti.
Il contatto tra superfici così diverse, tra solitudini autonome e ironie parimenti fuori controllo, non avverrebbe mai se il fattore imprevisto non portasse medico e paziente, che si scopriranno anche uomo e donna, a trascorrere insieme del tempo non preventivato. Qualcosa nell’operazione di Anna è andato storto, quel qualcosa, un dettaglio, li unirà per sempre, in un doppio senso di lettura, che il lettore scoprirà gradualmente.
Anna con l’operazione guarisce da una malattia e si ammala d’un altra. Una malattia fatta di pensieri, costruiti con il linguaggio dei sogni in pieno giorno. Cose apparentemente inspiegabili escono dalla bocca di Anna, pezzi di passato mascherato, residui di quella terra bruciata che la ragazza si è fatta scappando via da tutto e da tutti. E così, mentre Ezio spera di non essere il responsabile di questa disfatta professionale, cercando di capirla si innamora, studia il modo per farla guarire. Anna non è pazza, il problema è di chi non interpreta, forse. Anna muta sul suo passato, Ezio muto sulle cause. Vanno avanti insieme.
<<Le rette parallele>> aveva spiegato il professore alla classe attonita <<sono due linee he non si parlano, ma sentono scorrere i reciproci pensieri>>.
(Anna, storia di un palindromo – Francesco D’ Isa)
Il seguito è uno stretto nodo di incertezze, squilibrio psicologico, amore incatenato. Un nodo che stringe sempre più, che non ama il pettine. La narrazione è intervallata da diverse missive (al lettore il compito individuare mittente e destinatario) che hanno probabilmente il compito di permettere ai personaggi di interiorizzare ciò che costantemente sfugge loro. Il racconto è un adagio andante, scrittura pregevole, di spessore. Pensieri come “le parve che la signora Menkhalski l’avesse aspettata sull’uscio da un mese, con la pazienza di una pianta grassa” o “… la vecchia succhiò le parole come olive, per sputare addosso alla ragazza il nocciolo di un si diceva” utilizzano la figura, cui spesso D’ Isa fa ricorso, della similitudine. Appropriate e ingegnose. Non mancano le fragilità di due persone che si incontrano e non riescono a prendersi, la magia della medicina appena oscurata dalle insidie che non può spiegare, la magia dell’amore che deve prima mettersi in pari con il passato.
Ho apprezzato questa storia, che in un certo modo traccia un solco, fuori dalla mia competenza, la medicina, solco che sono obbligato a seguire. Il mio ruolo è capire, e poiché questo non è possibile, il mio ruolo diventa fantasticare e cedere lentamente alle parole, che suonano arrese fino al gran finale.
Approfondimento
Una sorta di sollevamento pesi. Talvolta si figurava come una culturista dell’anima: una volta iniziato l’addestramento la tentazione era quella di sollevare pesi sempre più gravosi, e non era difficile trovarne, a ben cercare.
(Anna, storia di un palindromo – Francesco D’ Isa)
Un romanzo che esalta e smorza, che gioca con gli equilibri. Un romanzo privo di leggerezza, a mio parere, in cui la caratteristica predominante è la costante pressione, il turbinio dei pensieri, la fragilità delle supposizioni, la ricerca di vie d’uscita, l’incertezza nei confronti del passato, il coraggio di accettare pezzi incompleti. Il coraggio, appunto, tipico dell’amore.