Informazioni sul libro
Titolo:Antonio Moresco
Pubblicato da:Mondadori
Collana:Oscar contemporanea
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
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Trama:
Dopo aver messo in moto una macchina editoriale e narrativa che porta il protagonista a visitare luoghi e persone e gli altri personaggi a vivere una vita all’interno della storia dove non mancano i colpi di scena e i cambi di scena, una riunione editoriale si chiude. Tutto quello che succede dopo, oltre che essere la logica conseguenza della narrazione fin lì seguita, è l’inizio di un capitolo molto ampio della storia del protagonista…
Come anticipato nella recensione de Gli esordi, Canti del caos è il secondo capitolo di una saga che non finisce nelle pagine di questo libro ma continua con un terzo e ultimo capitolo, Gli increati. È allora così da lavare via con un colpo di spugna tutto questo libro, denominabile come “il n°2”? Tutt’altro. La fantasia e il giocare con le parole che si svolge in queste pagine potrebbe tranquillamente farne un libro a sé da gustarsi con la stessa velocità con cui si legge un giallo dalla parte del morto fino alla fine, quando si scopre l’assassino. Canti del caos è fatto da mille e più pagine, non bisogna dimenticarlo. Ma non le dimostra. Rimane ben vivido il paragone con il giallo non perché ci sia un morto, ma per l’azione che si sviluppa e che tiene incollati alla poltrona peggio della propria sitcom preferita, dove non si aspetta altro che vedere come si evolveranno le storie dei personaggi. E qui è la stessa cosa, anche se detta nel modo più banale possibile: c’è una storia che inizia e che da un certo momento in poi della lettura, cosi come dice uno dei personaggi, la storia va avanti da sé, con dei colpi teatrali da maestro. Perché tale è Antonio Moresco, ne più ne meno.
Si potrebbe dire qualcosa del linguaggio ma non servirebbe. È sbagliato ripetere lo stesso concetto due volte, ma non si può fare diversamente per Canti del caos: tolto che si tratta del libro di mezzo di una trilogia – di cui sarà tra qualche giorno pubblicata la recensione del terzo libro –, la capacità di assorbimento nella lettura di questa narrazione è davvero stupefacente, al punto che si cerca di leggerlo il più velocemente possibile per sapere come andrà a finire la storia. Una narrazione che risulta gradevole e scoppiettante allo scorrimento, ma che non cerca di cercare il colpo di scena se non è necessario.
Si potrebbe magari obiettare che di sesso ce n’è fin troppo, in queste pagine. Ma chissà come mai non viene da dire che sia volgare, se non in frazioni decimali. Più che altro è un libro in cui il sesso è un motore parziale della storia, perché coinvolge i personaggi e rende la lettura leggeremente più appassionante. Che sia stato studiato a tavolino? Forse. Ciò non toglie che il risultato finale, in generale, non faccia pentire dell’acquisto.
Approfondimento
Sono tante le conoscenze condensate all’interno di Canti del caos. Una’interpretazione in particolare non la si riesce a trovare. Si possono fare degli approfondimenti sui manuali scolastici di case editrici come Il Mulino o simili, dove mestieri rappresentati nella storia possono essere spiegati. Si potrebbe azzardare un parallelismo con I promessi sposi, ma Manzoni è una cosa e Antonio Moresco un’altra. Rimane però una vicinanza di intreccio difficile da distinguere, se non fosse per la eccessiva presenza del sesso e di particolari molto assurdi nella narrazione, pur non sembrandolo durante la lettura.
Matteo Baudone
About Antonio Moresco
Scrittore italiano. È autore di opere narrative, teatrali e di saggistica. Ha pubblicato a 46 anni la sua prima raccolta di racconti, “Clandestinità” (Bollati Boringhieri 1993). Da allora sono numerosissime le opere pubblicate con i più diversi editori. Nel novembre del 2001 ha organizzato con Dario Voltolini un incontro-confronto tra scrittori e intellettuali dal titolo “Scrivere sul fronte occidentale”. Sempre con Voltolini ha poi curato l’antologia omonima che da quell’incontro è scaturita. Nel 2003 è stato tra i fondatori del blog collettivo Nazione Indiana, da cui è uscito nel 2005 per fondare la rivista «Il primo amore».