I collezionisti di dischi vivono di sogni, sogni mostruosamente proibiti: chissà cosa sarebbe successo se Tizio si fosse trovato in uno studio di registrazione con Caio? Cosa si sarebbero inventati? Ne sarebbe uscito un capolavoro? Si sarebbero mandati al diavolo? Quale alchimia artistica e sonora ne sarebbe venuta fuori? Piccoli piaceri tra appassionati, che ogni tanto, però, si trasformano in realtà.
E’ il caso di questo meraviglioso cd "Charlie Haden Jim Hall", pubblicato il 30 settembre del 2014, dall'appena rinata etichetta Impulse!, registrazione inedita della performance in duo eseguita dai due maestri e registrata il 2 luglio 1990 al Montreal International Jazz Festival."Questo album documenta un viaggio rarefatto", scrive il pianista Ethan Iverson nelle note di copertina dell'album. Charlie Haden e Jim Hall si conoscevano da oltre mezzo secolo e, pur avendo suonato diverse volte insieme dal vivo, mostrando di condividere molti ideali, questa è la loro prima registrazione di un concerto nella sua interezza. Si tratta di un importante aggiunta alla discografia di entrambi gli artisti".Ascoltare questo disco è un vero regalo: Charlie Haden e Jim Hall sono entrambi due pesi massimi del jazz e nonostante appartengano a due famiglie diverse sia il decano del contrabbasso d'avanguardia che l’ultimo gigante della chitarra jazz mainstream hanno in comune molte cose da poter condividere. Ad esempio entrambi hanno dimostrato di essere dei maestri nella complessa interazione in duo: Haden con Metheny, Keith Jarrett, Ornette Coleman, Alice Coltrane, Kenny Barron, e di più; Hall con Metheny, Bill Evans, Ron Carter e George Shearing, tra gli altri.Altra cosa in comune il saper essere entrambi così semplicemente essenziali e quilibrati, capaci di costruire un effimero castello di note giocando sulle strutture della musica folk e del blues. E poi il loro swing così agile e elegante quello di Hall, elastico, vivace e pastoso quello di Haden.La Impulse! Ha soddisfatto il nostro sogno e il nostro desiderio? Certo, ma non solo, al di là del piacere di abbandonarsi alle loro note, questo disco mette in luce tutta una serie di collegamenti e di evoluzioni stilistiche: come non pensare al primo Pat Metheny ascoltando la loro versione di Turnaround di Ornette Coleman? Come non ricordare 80/81 all’ascolto di Down from Antigua?Beati i presenti a quella serata del 2 luglio 1990, ascoltare dal vivo una musica così può davvero cambiarti la vita.http://feeds.feedburner.com/ChitarraEDintorni