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Recensione di Citarodia Bergomense di Giacomo Parimbelli, EurArte 2004
Creato il 02 ottobre 2010 da Empedocle70Come definire la musica? Tanti vi hanno provato con definizioni di volta in volta diverse e a volte in antitesi tra loro. Qualche esempio:
- “scienza della buona modulazione” S. Agostino
- “esercizio di aritmetica svolto da un soggetto che non si accorge di contare” Leibnitz
- “componimento che procura il piacere dell’orecchio” Rosseau
- “la musica è un suono organizzato e la rappresentazione di un suono che cerca l’intelligenza” Varese
definizioni che si alternano tra l’esaltazione del piacere delle emozioni e il rigore matematico-logico sottostante alla costruzione di un brano musicale e che a loro volta ripropongono un altro dilemma sofistico e se cioè la musica composta in altri periodi temporali possa essere ascoltata con piacere ai giorni nostri e se mantenga intatta la sua forza evocativa ed emotiva. Domande che ritornano ascoltando il disco del Maestro Giacomo Parimbelli intitolato “Citarodia Bergomense” inciso nel 2004 per EurArte e interamente dedicato alle musiche per chitarra e liuto composte da autori bergamaschi nel corso dei secoli. Il cd è infatti una antologia mirata a riscoprire un patrimonio culturale, musicale e chitarristico poco eseguito e conosciuto e spazia tra autori come Giovanni Antonio Terzi (sec. XVI) di cui ascoltiamo tre brani dal I e II libro di intavolatura per liuto qui nella loro versione per chitarra, Ludovico Antonio Roncalli (1654-1703) suite in La minore dai Capricci Armonici per chitarra spagnola, Pietro Antonio Locatelli (1695-1764) di cui possiamo ascoltare al raramente eseguita Tema per variazioni per liuto qui eseguito nella versione chitarristica, Gaetano Doninzetti (1794-1848) il pou-pourrì per chitarra sola dalla Lucia di Lammermoor rinvenuta in una edizione d’epoca, Angelo Mazzola (1887-1974 tre brani da La Chitarra Romantica (edizione EurArte revisione e diteggiatura di Giacomo Parimbelli) e chiudendo con 4 brani di Benvenuto Terzi (1892-1980).
Tutta la musica è stata incisa filologicamente con una chitarra romantica del ‘900 realizzata dal liutaio Pietro Gallinotti (Solero 1885-1979) e restaurata dal liutaio Maurizio Foti, dai suoni caldi e pastosi. Di fronte a queste musiche credo sia inutile porsi troppe domande, sono 36 minuti e 15 secondi di musica incantevole, ascoltatela e lasciatevi ammaliare, è musica che parla al cuore, che suscita emozioni e lascia una buona sensazione, un buon sapore. Per una volta le definizioni di filosofi e illustri pensatori non sono così necessarie.
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