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Recensione di Concerto in memoria di un angelo di Eric-Emmanuel Schmitt

Creato il 13 gennaio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Concerto in memoria di un angelo di Eric-Emmanuel SchmittVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Eric-Emmanuel Schmitt
Pubblicato da:E / O
Collana:Tascabili e/o
Genere:Racconti
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
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scontato
Trama:

Concerto in memoria di un angelo si compone di quattro racconti: il titolo deriva dall'ultima composizione del musicista Alban Berg, Alla memoria di un angelo. Il terzo racconto, intitolato come l'intera raccolta, è quello in cui appare con più evidenza il tema che l'autore si propone di affrontare, ossia come gli esseri umani si evolvano in conseguenza delle loro scelte, o dei loro traumi.


Comincio la mia recensione dichiarando, doverosamente, che non sono un’amante dei racconti in generale: tuttavia ho apprezzato parecchio le parole dell’autore, nel “Giornale di bordo” allegato all’opera, nel quale chiarisce i motivi della sua scelta, sottolinea le differenze con il romanzo e le difficoltà nel costruire dei racconti perfettamente bilanciati, sia nella loro lunghezza sia nel grado di approfondimento della trama e dei personaggi.

Il primo racconto, L’avvelenatrice, è incentrato sulla figura di una donna che ha – o avrebbe? – avvelenato i suoi tre mariti e che, dopo essere sfuggita alla giustizia, cambia la visione della sua vita a seguito dell’incontro con un giovane sacerdote.

In Il ritorno un padre, costretto a vivere per motivi professionali su una nave, viene raggiunto dalla notizia della morta di una delle sue quattro figlie: non sapendo quale, si trova a misurarsi con la sua concezione dell’essere padre e con le sue mancanze.

In Concerto in memoria di un angelo, che come dicevo condensa più di tutti il tema cardine della raccolta, due ragazzi sono legati da una reciproca ammirazione-rivalità, legame che verrà stravolto da un tragico evento.

L’ultimo racconto, Un amore all’Eliseo, narra la crisi di una coppia matura, indagando in particolare sul rapido mutare dei sentimenti a seconda delle contingenze.

Paradossalmente, il racconto che mi è piaciuto meno è proprio il terzo: al di là del soggetto, che ho trovato grottesco, mi è parso che il tentativo dell’autore di rendere troppo esplicito il tema centrale l’abbia reso un po’ eccessivo, meno godibile degli altri e sensibilmente più “tragico”. Negli altri tre predominano ora l’ironia, ora il dolore, ora l’ansia e l’amore: il tema centrale è in questi più velato, e per il lettore è gradevole scoprirlo all’interno delle pieghe del racconto.

Concerto in memoria di un angelo è un libro che parla sia di come gli eventi possano cambiarci, sia di come talvolta ci capiti all’improvviso di prendere coscienza di ciò che siamo, di ciò che abbiamo commesso (o di ciò che, purtroppo, non abbiamo fatto), e di come questa presa di coscienza ci faccia vedere il mondo con occhi nuovi. L’ultimo racconto, come chiarisce anche Schmitt stesso, fornisce la chiave al libro, che tratta anche di, cito letteralmente, “dolorosi sfasamenti” (p. 174 edizione digitale): i personaggi sono sottoposti ai medesimi sentimenti, ma non li provano mai in contemporanea; questo provoca la tragicità degli eventi, tragicità che spesso incontriamo anche nelle nostre vite.

Altro motivo ricorrente è la figura di Santa Rita, la patrona dell’impossibile: il suo ripetersi incarna l’ambiguità del bene, ciò che appare buono per qualcuno può essere assolutamente negativo per qualcun altro; anche questo è un piccolo sasso che ci getta l’autore per invogliarci a riflettere

 

Approfondimento

I quattro racconti si leggono velocemente, e hanno il grande pregio di essere molto diversi l’uno dall’altro, pur condividendo lo stesso tema centrale, che arriviamo a comprendere perfettamente solo in chiusura. Questo contribuisce a rendere il tono complessivo della raccolta tenue e non moraleggiante: Schmitt parla di qualcosa di estremamente serio con una particolare forma di levità. Tuttavia, non sono riuscita a liberarmi della sensazione che l’autore provasse compiacimento nel condurre il lettore attraverso la lettura del “messaggio” e che, anzi, mirasse a risvegliarne l’orgoglio nel momento della comprensione del messaggio stesso.

Eric-Emmanuel Schmitt

è nato a St. Foy Les Layons nel 1960. Ha studiato musica e letteratura e si è laureato in filosofia presso la École Normale Supérieure nel 1983. Dopo aver ottenuto un dottorato nel 1987 è diventato “maître de conférences” all’Università di Chambéry. E’ autore di racconti, romanzi e di opere teatrali tradotte e rappresentate in tutto il mondo ed è considerato uno degli autori di maggior successo nel panorama della drammaturgia francese contemporanea.

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