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Recensione di Craig Green + David King, 2009 Long Song Records

Creato il 19 gennaio 2011 da Empedocle70
Recensione di Craig Green + David King, 2009 Long Song Records

E’ da diverso tempo che sto notando un curioso e singolare avvicinamento tra due mondi tra loro all’apparenza inconciliabili: la musica “colta” di chiara estrazione accademica e contemporanea e la musica d’avanguardia che proviene dai circuiti free jazz, hardcore e dalla downtown newyorkese.

Non so bene come, se per una forma di comune reazione a quelli che sono gli stimoli che impone una società globalizzata e massificata, o perché diversi musicisti si trovano per necessità o per impulso creativo a svolgere sia un ruolo di interpreti che di compositori, o perché quell’impulso all’improvvisazione, quella cosa che Boulez ha chiamato Alea con la “A” maiuscola in un comico tentativo di distinguerla e “nobilitarla” rispetto all’improvvisazione con “i” minuscola che sempre vive e si rinnova nell’ambito della più plebea musica popolare, sta sempre conquistando più consensi nella musica contemporanea, ma di fatto ascolto sempre più cose che potrebbero essere facilmente attribuite contemporaneamente a entrambi i due versanti della musica d’avanguardia.

Questo disco realizzato nel 2008 per la italianissima Long Song Records dal chitarrista Craig Green e dal batterista/pianista David King sembra inserirsi perfettamente in quanto scritto poco fa: il loro ottimo disco è un viaggio nella musica sperimentale che sta a cavallo tra i generi, un interessante crossover dove la chitarra aggressiva di Green fronteggia la potente e poliritmica batteria di King in un dialogo serrato che viene integrato dalle massicce dosi di elettronica gestite da Green e dal piano suonato da King.

In questa arena c’è spazio per tutto, i brani riflettono una inquieta tensione improvvisatoria ma si sente chiaramente che sono sorretti da impalcature strutturali ben definite e rigorose nei quali i musicisti si muovono a loro agio con rapidi ed efficaci cambiamenti di umore e di clima.

Davvero un bel lavoro, onore alla Long Song Records che sta costruendosi un catalogo di tutto rispetto!

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