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Recensione di "Crisalide rosa", Cristiana Pivari, Absolutely Free Editore

Creato il 30 aprile 2011 da Braviautori

Silvia, trentacinque anni, non solo carina: simpatica, in gamba, e, ammettiamolo, dolcemente complicata. Anzi, come direbbero i suoi molti amici: “strana”. Un discreto impiego, nessun fidanzato e due affettuosi (specie il padre) ma anche opprimenti (specie la madre) genitori completano l’identikit della protagonista di “Crisalide rosa”, libro dalla trama originale e al tempo stesso piacevolmente familiare. La storia replica l’eterno dilemma della ricerca di se stessi, declinato in chiave femminile singolare, con qualche strizzatina d’occhio al genere chick lit ma in maniera assai garbata e intelligente, senza ripiegare su triti clichés.
I personaggi sono ritratti efficacemente attraverso poche, indovinate pennellate. Questo fa sì che nella maggior parte dei casi l’Autrice non abbia neppure bisogno di soffermarsi più di tanto sui tipi dei co-protagonisti che circondano Silvia. Anche se è stato fatto un piccolo capolavoro riguardo al personaggio della madre della protagonista, quella caratterizzata meglio è sicuramente lei, Silvia, che emerge dalle pagine di “Crisalide rosa” in tutta la sua perfetta imperfezione. E, una volta tanto, perché non spezzare una lancia anche nei confronti di un personaggio non-umano? Pablo, il simpatico cagnone di Silvia, è l’apoteosi del compagno fedele, il miglior amico peloso che tutte vorremmo avere. Un dispenser d’affetto assicurato, in attesa dell’incontro giusto, ma anche no.
Cristiana Pivari aggancia il lettore con uno stile accattivante, tutto pervaso da un umorismo sottile, a tratti pungente, a tratti agrodolce, ma sempre caratterizzato da sfumature autoironiche che lo rendono profondamente, e “irrimediabilmente” gustoso. Il tono usato è colloquiale, ma non per questo meno sorvegliato, attento e curato nel pesare ogni espressione, nel trarre con ogni intenzione da ogni nuance di scrittura il giusto effetto.
Oltre al punto di forza rappresentato dallo stile, altro punto a favore potrebbe essere una sorta di committenza virtuale largamente diffusa. Questa narrazione in prima persona condotta con sapiente autoironia e disincanto, perché Silvia ha qualcosa della graffiante Littizzetto e qualcos’altro della tenera Amélie del film francese di Jean-Pierre Jeunet, non può non portarci a riflettere sul fatto che tantissime ragazze conducono una vita assai simile a quella di Silvia, con le stesse soddisfazioni e gli stessi problemi. A loro il piacere di riconoscersi nel percorso della protagonista, di immaginare se stesse in una sorta di Settimana Personale spesa nella ricerca di possibilità di cambiamenti positivi, anzi: nella possibilità di una bella sterzata in direzione della vera felicità. Solo “a loro”? Be’, non soltanto, un po’ anche a noi. C’è un po’ di Silvia in tutte noi, anche se abbiamo qualche anno in meno o in più, anche se single non lo siamo più da un pezzo, anche se… molti altri anche se.
Una lettura assolutamente consigliabile, quindi, a patto che facciate attenzione a non farvi ingannare dall’aspetto sornione di questo libricino: dietro la veste editoriale scanzonata con cui si presenta il testo (formato tascabile, civettuola copertina rosa shocking) si nasconde un breve romanzo godibile e carinissimo, rilassante, divertente, ma “l’effetto serendipity” è dietro l’angolo. Con la scrittura della Pivari resterà pur fermo il risvolto disimpegnato e leggero, ma andrà a finire che si potrà trovare anche più di quel che ci si aspetterebbe dalla classica lettura da ombrellone o tragitto in treno. Fra le righe di “Crisalide rosa” c’è spazio e motivo per riflessioni personali sul senso di quello che ci capita, e occasione di (ri)pensare agli incontri che si fanno nella vita e a come questi disegnino il nostro destino.

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