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Recensione di Diamond – Il mio miglior nemico di Erika Corvo

Da Leggere A Colori @leggereacolori

51 Flares 51 Flares × Recensione di Diamond – Il mio miglior nemico di Erika CorvoDiamond - Il mio miglior nemicoErika Corvo
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:
Genere:Fantascienza
Pagine:
La trama:
Anno 752, Federal Domini. La guerra tra Federati e pirati spaziali continua a suon di navicelle distrutte e pianeti conquistati. Sarà l'amore di Igrel, sorella di un imbattibile pirata, per il capitano federale Hermado a riportare l'equilibrio dopo una serie di avvincenti avventure.

 

Esordisco affermando che, a mio parere, Erika Corvo è una delle scrittrici più talentuose nel panorama letterario contemporaneo. Ho conosciuto quest’autrice grazie al suo “Blado 457“, da me letto e recensito per Leggere a Colori. Come ho già scritto nella recensione di Blado, non amo moltissimo la fantascienza ed è quindi doppiamente difficile che un romanzo ascrivibile a tal genere possa entusiasmarmi. Ciononostante, la Corvo riesce sempre a sorprendermi e a farmi ricredere.

Diamond – Il mio miglior nemico è uno dei romanzi che l’autrice ha dedicato al personaggio di Brian Black (vedi Black diamond) ma può essere letto a prescindere dagli altri capitoli della serie. Anno 752, Federal Domini. La città di Beris, capitale del pianeta Moh, viene distrutta dai pirati della Fratellanza dello Spazio Profondo e tutti gli schiavi vengono liberati. Montespierre, soprannominato “Il Diavolo”, è il capitano della nave spaziale Inferno, nonché colui che ha organizzato la presa di Beris. Tra le donne sottratte alla schiavitù c’è Igrel, una ragazza dai capelli corti, nerissimi. Montespierre, resosi conto della somiglianza tra la giovane donna e il suo amico Brian Black, infallibile pirata della Fratellanza nonché capitano della spettacolare nave Black Diamond, gli invia immediatamente un messaggio radio. Brian, ricevuto il messaggio, speranzoso di poter finalmente riabbracciare la sorella perduta tanti anni addietro, parte subito per raggiungere la Inferno. Una volta giunto sul posto, però, non troverà altro che una nave spaziale distrutta: in sua assenza, la Inferno è stata conquistata dai Federati, Montespierre ucciso e tutti gli ex schiavi trasferiti nella nave verde-oro comandata da Dudov e capitanata da Hermado. Quando questi scorge Igrel nella folla, il cuore inizia a battergli furiosamente. Non ci troviamo dinanzi all’ennesimo caso di banale colpo di fulmine: anch’egli, come Montespierre prima di lui, è sconvolto dalla somiglianza tra la giovane e Brian Black, acerrimo nemico della Federazione. Il comandante Dudov, una volta venuto a sapere della presenza a bordo di un’ex schiava in tutto e per tutto simile a Black, ordina a Hermado di condurla nella sua cabina, sedurla ed estorcerle informazioni. Tra le fila verde-oro, infatti, nessuno crede che la bageneide Igrel sia innocente e ignara di tutto come dice di essere. Tuttavia, Hermado dovrà presto fare i conti con l’avvenenza della ragazza nonché con la sua dolcezza. Anche Igrel, stando a stretto contatto con il capitano e scoprendone la bontà, non può che affezionarsi a lui. E’ per questo motivo che, quando Brian finalmente riuscirà a raggiungerla, dovrà scontrarsi con una realtà che non avrebbe mai pensato potesse verificarsi: Igrel, sorella del più celebre pirata dello spazio, è innamorata di un Federato e non ha nessuna intenzione di rinunciare ai suoi sentimenti. Tra foreste selvagge e pianeti dalla natura incontaminata (e pericolosissima), Igrel, Brian e Hermado affronteranno una serie di prove e avventure che li porteranno a confondere e dimenticare i loro ruoli precostituiti. Pirati? Federati? Nemici per la pelle? L’istinto di sopravvivenza sa sempre come far dimenticare chi siamo e da dove veniamo e, in situazioni di estremo pericolo, persino il nostro peggior nemico può diventare la nostra unica speranza.

Ciò che mi ha sempre colpito, nei romanzi della Corvo, è l’incredibile capacità dell’autrice di mantenersi coerente attraverso pagine e pagine di avventure, senza mai perdere colpi. Il mantenimento della coerenza non è obiettivo da poco, soprattutto se consideriamo il genere scelto – fantascienza – e tutte le difficoltà ad esso connesse. L’autrice inventa mondi, galassie, navi spaziali, flora, fauna, usanze e lo fa con grande naturalezza, dimostrando quanto questa realtà fantastica sia perfettamente chiara nella sua mente. Anche i personaggi, a partire dai principali per arrivare alle comparse, sembrano reali, presenti in carne e ossa tra le pagine. Brian Black è semplicemente straordinario: ribelle ma non incosciente, fermo nelle sue idee ma mai crudele, è un pirata spaziale in grado di farsi apprezzare persino dai suoi nemici. Non si può che provare stima per lui, per il coraggio col quale porta avanti ogni sua battaglia, dalle cause della Fratellanza ai problemi personali. Tra questi, in particolare, rientra la ricerca dei familiari dispersi. Fa tenerezza scoprire il lato sentimentale di un personaggio così determinato. L’affetto che prova per la sorella Igrel è genuino e lo porta a tollerare persino un legame discutibile come quello che lega la ragazza a un capitano nemico, Hermado. Il fulcro del romanzo ruota proprio intorno al rapporto di odio-amore tra Brian e Hermado. Amano la stessa donna, l’uno come amante e l’altro come fratello, e questo non può che avvicinarli, loro malgrado. Non solo: inconsapevolmente, i due sono accomunati da una stessa idea di lealtà e di fedeltà alla propria causa, e poco importa se i due appartengono a schieramenti diametralmente opposti quando tale appartenenza è semplicemente retaggio dell’educazione ricevuta e delle esperienze vissute nel tempo. Brian e Hermado, in realtà, sono molto più simili di quanto si potrebbe pensare nei primi capitoli del romanzo.

Ho apprezzato molto la tecnica usata che vede alternarsi i narratori. Uno alla volta, ogni personaggio principale esprime il suo punto di vista sulle vicende: Brian, Hermado, Montespierre, Igrel… Trovo che questo procedimento sia particolarmente interessante soprattutto alla luce del plot che vede fronteggiarsi due realtà opposte: quella dei pirati della Fratellanza e quella dei Federati. E’ curioso sentir parlare i personaggi di entrambe le fazioni poiché ci fa comprendere che c’è del bene, come anche del male, in ambo le parti e che non è possibile dividere la realtà tra ciò che è sicuramente giusto e ciò che è sicuramente sbagliato. Questa visione relativistica della vita è una delle componenti essenziali della prosa della Corvo, come ho già sottolineato nella recensione di Blado 457. E’ la visione di una persona che conosce la vita in tutte le sue sfaccettature e che scrive ciò che conosce. Sembra impossibile poter parlare di ciò per un romanzo di fantascienza, eppure è così: questo libro è molto più realistico di tanti romanzi realistici che mi è capitato di leggere negli ultimi anni.

Per quanto riguarda lo stile, devo ammettere di essermi divertita moltissimo durante la lettura. La scrittura della Corvo, oltre ad essere scorrevole, è pervasa da un’ironia affilata che rende accattivanti le situazioni narrate e che impedisce al lettore di annoiarsi. Persino le pagine riflessive e meno movimentate sono rese irresistibili dalla prosa dell’autrice. Non conosco personalmente la Corvo, eppure sono convinta che sia una donna davvero simpatica. La sua biografia è un romanzo a sé stante: cantante sin da giovanissima, capace di costruire mobili e preparare medicinali a base di erbe, ha già scritto nove racconti lunghi e ha già nuove storie in mente. La vitalità, la creatività e le esperienze dell’autrice si riflettono inevitabilmente nei suoi romanzi, rendendoli non semplicemente realistici, ma veri. Per conoscere meglio Erika Corvo, vi consiglio questa splendida intervista oltre che, naturalmente, la sua produzione letteraria.



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