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Recensione di Dimmi come mai di Alessandra Alioto e Rosalba Repaci

Creato il 28 settembre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

7 Flares 7 Flares × Recensione di Dimmi come mai di Alessandra Alioto e Rosalba RepaciDimmi come maiAlessandra AliotoRosalba Repaci
Pubblicato daCicorivolta
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Ilmiospazio
Genere:Narrativa Contemporanea
Pagine:
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Trama:

A volte basta un attimo di distrazione e patapum… la vita ci presenta un conto salato da pagare. In quel preciso momento bisogna non aver le tasche vuote e a sangue freddo saldare serenamente quell’ultimo pedaggio per un posto bellissimo con moneta sostanziosa però coltivata nel tempo: l’amore condiviso con gli altri. Dalila e Andrea son riuscite a non farsi trovare impreparate.


Basta ho deciso! Mi metto nelle vesti di Pinocchio ed esclamo a voi Grilli Parlanti «sarò buona lo giuro! », per cui aspettatevi una recensione fuori dai miei soliti canoni, quasi un’epistola riservata. E voi vi chiederete «Ah, brava ma dimmi come mai ?»ed io senza peli sulla lingua vi dirò che son scrittrici emergenti le nostre due amiche Ale- e Rosa- e meritano il mio reale sentito sostegno, per quel che può valere, e l’attenzione di coloro che possono dare loro un ulteriore sprone per proseguire con il loro talento a scrivere indi … andiamo a incominciar ;) Ora, inizio dalla fine del romanzo Dimmi come mai – già è proprio questo il titolo /domanda che imperversa nel libro- o meglio ancora più in fondo, dai loro Ringraziamenti: «Grazie a tutti quelli che hanno creduto in noi (i nostri amici) e soprattutto agli scettici che ci hanno dato uno stimolo determinante a continuare a lavorare con impegno, per vedere realizzato il nostro sogno». La parte in grassetto non è un errore mio di battitura! Voglio marcare su questo punto che mi preme assai: inseguendo il proprio sogno con onore, rispetto, tenacia, perseveranza e passionalità non può che venirne fuori qualcosa di buono.

Quindi con questo preambolo non posso che dire brave Rosalba Repaci e Alessandra Alioto per il coraggio messo nell’ intraprendere quest’avventura. Entrare nel mondo della scrittura con un sostanzioso bagaglio di letture fatte anche in maniera compulsiva, può sembrare un punto a vostro favore, ma a volte, anche senza volerlo questo può rivoltarsi contro. Si può, infatti, inconsciamente ricadere nella banalità di trascrivere romanzi conosciuti, come, infatti, avevo temuto dalle prime pagine di Dimmi come mai, avendo erroneamente interpretato il tema di fondo- lo stato soporoso del coma della protagonista Dalila – come fulcro del discorso e non come artifizio letterario per presa di coscienza, come vi piace definirlo, della stessa donna che qualcosa non andava. Poiché questo è argomento fatto, trito e ritrito da tanti scrittori anche in periodo recente più o meno bene, stavo già passando a conclusioni affrettate e a un giudizio mio molto sommario della vostra “creatura”.

Stavo trascurando qualcosa di assai importante, non riuscivo a entrar in empatia con la vostra pressante necessità di gettar fuori ciò che sentite perché avete provato. Alla fine con una scrittura piuttosto semplice e fluida voi siete riuscite a raccontarmi una storia, per mezzo di Fabrizio e Pietro, che ne escono piuttosto male (mica siete un po’ misantrope-femministe? ) Eva e nonna Dida,che son figure marginali ma ricche di pathos, Dalila e Andrea,due donne sensibili che si fanno a volte, anzi spesso troppe domande, i due gemelli , Rudy e Nicola ,insomma attraverso personaggi che vi sono entrati nelle menti , a vostro dire senza sforzo, a creare qualcosa di diverso. Probabilmente la vostra forza di fondo di cui vi siete avvantaggiate è il prerequisito, fondamentale per questo bel romanzo: la scrittura a quattro mani senza quasi conferir alcun parola, una questione di affinità. La chiave di lettura, ossia la morale, quindi mi sembra evidente , non sia il solito discorso delle percezioni che il paziente in coma ha del mondo che lo circonda, ma piuttosto di quanto conta in ogni momento della vita avere come coping uno strumento fondamentale:l’Amicizia con l’A maiuscola. Mi avete trasmesso emozioni e spunto di riflessione. Bello anche il finale, eccessivo definirlo inaspettato ma almeno non banalmente mieloso e lieto, un semplice c’est la vie senza tante bordurine. Per essere alle prime armi direi che nùn l’è mal ! In cu..ehm in bocca al lupo anche per il prossimo progetto dalle tinture gialle. Sebbene non sia il mio genere, se me ne fate dono, mi candido alla recensione…chissà se allora sarò ancora Pinocchio. *

*P.S. A scanso di equivoci, il naso non mi è cresciuto dopo questa recensione, quindi ogni commento espresso è veramente sentito, come sempre d’altronde <3



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