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Recensione di Energico di Marco Ramelli, Nimbus Alliance, 2013

Creato il 18 marzo 2013 da Empedocle70

Recensione di Energico di Marco Ramelli, Nimbus Alliance, 2013
Una volta li chiamavamo “giovani di belle speranze”, un modo garbato per definire giovani dotati di talento e di qualità che cercavano coi mezzi propri, tanto ottimismo e col sudore della propria fronte di riuscire nel lavoro, nell’arte .. di riuscire a sfondare insomma.
La definizione è ormai passata di moda (sostituita dalle volgarità politiche dei vari “bamboccioni”, talenti da reality e escort varie), ma la sostanza resta. Parliamo del talentuoso Marco Ramelli, classe 1984, autore e interprete di questo bel cd uscito per la Nimbus Alliance e prodotto dal Royal Conservatoire of Scotland, dove il buon Marco è risultato vincitore all’unanimità del concorso “Scottish International Guitar Competition”. In questo cd uscito davvero dir ecente Marco si confronta ai massimi livelli con un repertorio vario e di notevole impegno dimostrando una sicurezza e una maturità espressiva che davvero lasciano il segno. Il cd si divide tra repertorio classico, ovvero Grand Sonata in La maggiore di Nicolò Paganini, Canciones Populares Catalanas e Scherzo Vals di Miguel Llobet, e contemporaneo, Wainscot Pond, Over the Rainbow e Yesterday di Toru Takemitsu e Partita a Quattro del compositore britannico Rory Boyle, e Marco Ramelli dimostra di trovarsi comodamente a suo agio in entrambe le situazioni.
Credo stiamo assistendo a un cambio di “gestione” a livello di repertorio per chi proviene da studi classici: se fino a qualche tempo appariva come netta la distinzione tra chi studiava e eseguiva il repertorio classico e chi invece si applicava in quello contemporaneo con una chiara distinzione di repertori e scelte, oggi invece noto sempre più la presenza di giovani interpreti che non hanno paura di “mischiare le carte” e di operare indistintamente adottando entrambi i repertori. E’ un buon segno, qualcosa sta cambiando a livello di mentalità musicale.
Mi permetto una piccola nota al margine di questa recensione: il Royal Conservatoire of Scotland si può permettere in questo momento di crisi del mercato discografico di produrre un cd, probabilmente come premio all’interno dei concorsi e delle competizioni che promuove. Non ho notizie analoghe da parte dei Conservatori italiani. Cosa facciamo? Diamo ancora colpa ai politici e alle istituzioni per questo secolare immobilismo o cominciamo a rimboccarci le maniche? Ho usato il plurale in quanto cofondatore della netlabel AlchEmistica, che ha già prodotto musica classica, sono pronto a aiutare chiunque abbia bisogno di aiuto, anche solo organizzativo.
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