A Natale ho regalato a mia mamma il nuovo libro della scrittrice spagnola Clara Sanchez che, dopo il best seller “Il profumo delle foglie di limone” e l’altro suo romanzo tradotto in italiano “La voce invisibile del vento”, tornava con “Entra nella mia vita”.
Un regalo che avrebbe acconsentito anche a me di “perdermi” nuovamente nella scrittura di questa fantastica narratrice, una voce originale, sicura, forte. In rete è facile imbattersi in discussioni sul suo reale valore, ma è destino comune di chiunque esponente creativo arrivi a un determinato successo.
A me lei continua a piacere, per i temi, spesso scottanti, che riesce a mettere su carta, dai quali far partire e confluire le sue intricate vicende, e per il suo stile, ormai consolidato e riconoscibilissimo dopo averne letto tre “prove”.
“Entra nella mia vita” mantiene inalterato la doppia voce, il doppio punto di vista, affidato in questo caso ai pensieri e alle azioni delle due protagoniste, come sempre splendidamente tracciate nei loro profili psicologici. La Sanchez tra le varie frecce al proprio arco, sa come scandagliare l’animo umano e connotare i suoi personaggi di caratteristiche pregnanti. Lo fa anche in questo caso con la galleria di “attori” messi in scena: Veronica, Laura, Ana, Betty, Daniel, Greta, Lilì, Angel, Mateo, Moncalvo, Maria…
Senza entrare nei dettagli della storia, illustrandone la trama, chiudo dicendo che il tema è quello dei bambini rubati, delle false adozioni, argomento spinoso, tabù, emerso nella Spagna di fine anni ’80, periodo in cui sono trasportate le vicende delle due protagoniste che si scoprirà essere sorelle, separate dapprima e poi unite, più che dal destino, dall’indomita voglia di verità della più giovane, Veronica, che sente di dover portare avanti la battaglia della madre, correndo dei grossi rischi.
Un libro avvincente, di quelli che non poseresti più sulla credenza, nonostante le ore della notte scorrano sempre più veloci. Una storia che, come le precedenti della Sanchez, lascia attaccati alle pagine, sempre avvolte da quel senso di tensione e di mistero, nonostante non si tratti nemmeno stavolta di “noir” vero e proprio. E’ piuttosto una “tensione emotiva” che ci accompagna lungo tutta la lettura, fino al finale, in questo caso forse un po’ più scontato rispetto ai due libri precedenti, ma non per questo meno efficace.