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Recensione di Farfalle sullo stomaco di Rossella Calabrò

Creato il 21 febbraio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Rossella Calabrò
Pubblicato: Emma Books
Genere: Biografia
Formato: BrossuraPagine:

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Giudizio sintetico: four-stars


Irene nasce con il cordone ombelicale attorcigliato intorno al collo, particolare che la fa vivere con appiccicato addosso un perenne senso di claustrofobia. Si sente una farfalla, ma senza aria non può volare, così ogni giorno, per trent'anni tenta di soffocare le farfalle che ha nello stomaco. Irene, ennesima vittima dei disturbi alimentari, che tutto possono essere, fuorché un problema prettamente fisico.

Si apre con un pezzetto de Il piccolo principe Farfalle sullo stomaco, questo breve, ma allo stesso tempo immenso, libro di Rossella Calabrò.

“Devo pur sopportare due o tre bruchi, se voglio conoscere le farfalle. Pare che siano bellissime. Per una persona come Irene, che soffre di disturbi alimentari, una frase come questa significa mille e più cose, perché sono mille e più le sfumature che nasconde.

Le farfalle. Quei piccoli esemplari di rara bellezza, dai colori e dagli accostamenti capaci di levare il fiato a chiunque sia dotato di un briciolo di sensibilità.

Quegli insetti da sempre sinonimo di leggerezza e libertà, ma con un’unica imperfezione: la fragilità. Fin da piccoli ci insegnano che possiamo correre all’infinito dietro una farfalla, ma dobbiamo stare attenti a non toccarle le ali, perché sono cosparse di una fantomatica polverina che, una volta a contatto con le nostre mani, si perde, privando la farfalla della capacità di volare, e quindi della sua stessa libertà.

È Irene che parla di farfalle. Irene che nasce un sabato sera, all’ora dell’aperitivo, col cordone ombelicale attorcigliato intorno al collo. Irene che di tutto ciò, durante il resto dei suoi anni, sembrerà non riuscire a liberarsi. Il collo, attraverso il quale farà passare smisurate quantità di cibo senza controllo e litri su litri di latte, per far scendere tutto in quel tubo morbido e scivoloso (come quel luogo dove si trovava poco prima di nascere, e dal quale non sarebbe mai voluta andar via) verso lo stomaco.

Lo stomaco. Nello stomaco ci stanno le farfalle, ma le farfalle volano, hanno bisogno d’aria, e lo stomaco non è un luogo adatto a chi ha le ali. Ed è per questo che Irene ingurgita tutto ciò che trova, senza freni: per soffocare le farfalle che tanto non potrebbero volare. Ed è per quasi quarant’anni che si sentirà come quelle povere piccole ali che spezza ogni giorno.

Lei che doveva sempre essere perfetta, che non era mai abbastanza. Lei che era arrivata – non desiderata, né ancor meno attesa – nella vita di sua madre (bella e impeccabile come la Cardinale) e di suo padre. Lei che a sei anni era costretta a mangiare con una clessidra davanti, con la sabbia che scendeva e scandiva il tempo del pasto. La sabbia azzurra che, se finiva tutta giù prima che lei avesse terminato l’ultimo boccone, le faceva passare guai. Lei che non grida, non piange, non vomita, perché se non fa tutte queste cose non da fastidio. Non esiste. Diventa trasparente. Scompare. È questo il suo unico desiderio per buona parte della vita: scomparire.

Ma le farfalle sono anche quelle che sentiamo nello stomaco quando siamo innamorati, quando lo siamo veramente. Quando troviamo qualcuno che ci mette in subbuglio ogni volta che ci viene incontro, ogni volta che ci sfiora. E no, per Irene non è il ragazzo incontrato a 16 anni, né a 18, 20, 25. Né a 30. No, a 30 ancora meno. A 30, quelle farfalle Irene le uccide con violenza, perché “staresti meglio con 10 kg in meno” non è esattamente la frase più azzeccata da dire alla tua ragazza, se sai che combatte ogni giorno con i mostri che ha nella testa.

Ma dopo anni di dolore e lotte silenziose, scoprirà che quell’odio e quella sofferenza, non saranno comunque riusciti a disperdere la polverina di tutte le farfalle. Un piccolo gruppo, lì nell’angolo a destra dello stomaco, sarà rimasto intatto, al riparo dalla guerra. E quando arriverà l’Amore, Irene perderà la cognizione del tempo e di se stessa. Perderà la cosa che si teneva più stretta: il controllo assoluto della sua vita. E sentirà delle ali, sbattere forte nello stomaco.

Approfondimento

Rossella Calabrò è conosciuta per il libro 50 sfumature di Gigio, versione veritiera del caso letterario dell’anno di E.L. James. La sua vena ironica si intravede perfino in questo libro, riuscendo a regalarci un sorriso, sebbene l’argomento sia ben poco allegro.

Nonostante si legga in poco tempo, Farfalle sullo stomaco offre spunti di riflessione tali da fare invidia a qualsiasi trattato pseudo-psicologico che cerca di analizzare il problema da altri punti di vista.

Irene potrebbe essere ognuna di noi, la nostra più cara amica o nostra sorella, e raccontandosi a ruota libera, ci pone al centro del suo mondo e del suo dolore, facendoci vedere con i suoi occhi quanti e quali meccanismi si celano dietro un disturbo del comportamento alimentare.

Una mano amica per chi è o è stato malato, un valido aiuto per chi tutti i giorni combatte a fianco a una persona anoressica o bulimica una battaglia che sembra senza fine, o un racconto utile per chi, semplicemente, vuole aprire gli occhi su un problema che ogni anno, ancora adesso, riesce imperterrito a mietere troppe vittime.




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