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Recensione di Gabbianara Blues di Fernando Quatraro

Creato il 01 settembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di Gabbianara Blues di Fernando QuatraroVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Fernando Quatraro
Pubblicato da:Ets
Collana:Obliqui
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
in offerta

Un'onda anomala, come un miracolo che spinge alla vita un nuovo nato; così Raffaello lo scontroso, il misterioso ragazzo gigliese viene soccorso e scambiato per un naufrago della Costa Concordia. Scappato da una grotta che lo ha tenuto prigioniero per ben 18 anni l'uomo riesce a liberarsi e a farsi soccorrere tra gli scogli di Gabbianara all'isola del Giglio.

La sua storia dalla trama fitta s'intreccia con quella di chi lo ha gettato giù in quel buco nero. Antonio, che fuggito dopo il fattaccio viene arrestato e passa in galera diversi anni a causa dell'omicidio di un uomo di colore. Usciti entrambi dalle rispettive prigioni, si accorgeranno di essere profondamente cambiati, e di non riconoscere più niente dei luoghi che frequentavano una volta. Si accorgeranno presto di avere un destino comune, un filo conduttore ricco di suspense e enigmi.


Gabbianara blues è il primo romanzo di Fernando Quatraro che non è nuovo alla carta stampata, già editore con le Edizioni Effequ e giornalista per La Nazione, nella vita ha fatto l’insegnante e il libraio. Emerge nella sua narrazione tutta la stazza di un abile giornalista, la sua è una voce molto descrittiva, che riesce subito ad aprire uno scenario ben preciso. Riesce ad appendere sul filo del racconto delle immagini nitide e degli spaccati reali, immortalando una storia davvero fuori dal comune.

Il fattaccio della Costa Concordia è avvenuto nel Gennaio 2012, la nave era diretta a Savona per la sua ultima tappa, ma nelle acque dell’isola del giglio la nave aveva urtato uno scoglio durante una manovra riportando una falla lunga 70 metri sul lato sinistro. L’incidente ha provocato 33 morti, la sua notizia ha fatto molto rumore, accompagnando per diversi anni le copertine e i servizi di diverse testate giornalistiche di tutto il mondo. Quatraro è riuscito a snocciolare tutto attorno a questo fatto di cronaca degli elementi affascinanti, riuscendo a racchiudere le personalità e i componenti curiosi di questo piccolo comune italiano.

Sono due storie che convergono, Raffaello lo schivo e il muto, quello scampato alla tragedia, la prima ipotizzata dai suoi soccorritori, l’altra quella vera, che lo ha tenuto 18 anni come un eremita forzato. Che lo ha costretto a seguire i suoi rituali superstiziosi , i suoi gesti apotropaici per sopravvivere in quelle grotte che aveva imparato a conosce come le sue tasche per un lasso di tempo gigantesco, quasi un ventennio interminabile, vissuto come un sogno senza fine, fino all’attimo della sua liberazione.

L’altro Antonio, il violento e lo smaliziato, la canaglia che uscito dalla galera quando cammina per Roma sente la libertà che gli scorre sotto i piedi mentre passeggia pensa in quel misto di salentino e italiano con il quale aveva imparato ad esprimersi in carcere; «…lu mundu lu stringu, è mio, sono di nuovo iou…»

Nonostante tutto hanno molto in comune i due personaggi principali, tutti e due vengono dal Giglio e si conoscono dal principio della storia ma solo verso il finale i tasselli torneranno al loro posto tra lo stupore generale che regala al lettore questa trama intrigante. Le loro strade si intrecceranno di nuovo proprio per via di una donna in comune, una donna che per destino dovranno contendersi in un mix di fuitine e parapiglia. La storia è ricca di colpi di scena, descrive l’animo umano, la natura burbera dell’uomo che dopo un’esperienza di vita che ti segna come la prigionia viene deviata e a tratti addomesticata, che porta a pensieri profondi a cambiamenti radicali.

” Già, quell’estate mi interrogavo spesso sull’amore, si rammentò. Lena affermava sicura che non esiste. Raffaello diceva che per lui era una forma di armonia e lo aveva immaginato come una mela al centro del nostro stomaco. L’amore come una mela al centro del nostro corpo a creare un equilibrio perfetto, diceva Raffaello. “

È evidente in questo libro la capacità di esporre dei fatti con una lucidità professionale, ma il genio credo, sia evidente nella trama e nello senario prescelto dall’autore, è stato capace di creare un racconto che sembra sia accaduto realmente, almeno questo si percepisce dalla lettura. Come lettore vista la collocazione del romanzo, sono stato quasi convinto che tutti i fatti narranti siano accaduti per davvero. In effetti il romanzo chiude tutte le vicende proprio come sono cominciate, con lo spostamento della Costa Concordia.

“Guardava il relitto della nave che si stava allontanando dal Giglio. Macerie, pensò. Sarebbe stato banale dire che quel relitto assomigliava all’Italia, che la ruggine, i buchi, le incrostazioni rappresentavano la corruzione, l’inefficienza, la superficialità del paese; sarebbe stato ancora più banale dire che adesso tutti quei difetti storici andavano a farsi smantellare come la Concordia, anche perché non c’era niente di più lontano dal vero. Lei non era banale. E infatti non lo disse.”

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Una foto pubblicata da Leggere a Colori (@leggereacolori) in data: 20 Lug 2015 alle ore 00:10 PDT


 

Approfondimento

Un bel romanzo, scritto bene e in maniera accurata. È difficile trovare qualcosa che non quadra in questo libro anche per i più esigenti. La storia va da sé, scorre liscia e senza intoppi. La modalità giornalistica che emerge anche nei capitoli finali tramite un personaggio femminile, rispecchia l’attitudine dell’autore nella sua funzione di leggere e raccontare in modo molto naturale gli episodi che lo circondano.

A parte forse qualche tratto, a mio parere, troppo risolutivo di alcuni primi capitoli, direi che questo primo romanzo di Fernando Quatraro va ad arricchire con una ciliegina sulla torta la passione che si percepisce per la scrittura, e la letteratura. Quella che porta sotto gli occhi di ogni lettore comune, uno spaccato di vita reale raccontando la vita dei paesani, dei piccoli borghi isolani. Davvero un ottimo lavoro.




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