Recensione di Gianpaolo Zarini a “Nella Carne” di Sara Bilotti

Creato il 11 ottobre 2012 da Wsf

Ci sono autori che plasmano il talento, facendolo diventare Arte.

E quando si dice Arte, si parla di un coinvolgimento interiore che turba le emozioni, sconquassa i sentimenti e riesce a dialogare con la parte sconosciuta e buia che ognuno ha dentro.

Fare Arte equivale a diffondere e permettere ad altri di fare proprio un pensiero, un’idea, una realizzazione, qualcosa che non può cadere e perdersi nell’indifferenza.

Sara Bilotti, nel suo libro d’esordio, ci riesce e va anche oltre.

L’Oltre è un po’ il fil rouge di questa collezione di racconti. Dodici firme noir che arrivano a incidere prima la carne e poi le ossa, utilizzando anima e viscere.

All’Oltre emotivo si coniuga l’Oltre nella forma di scrittura.

È immediata, alla vista, la costruzione perfetta delle frasi, al cuore la loro energia, un bisturi testuale che segna con assoluta eleganza il dolore, il disagio, la rabbia, la voglia di riscatto violento presenti in questi racconti.

L’eleganza, appartiene a Nella carne.

L’eleganza è evidentemente innata nell’autrice e il riversarla sulla e nella storia è per lei un fatto naturale. Un automatismo sublime che si amalgama da subito con l’atmosfera chiusa di ogni racconto, senza denotare alcuna sbavatura o sensazione di “fuori luogo”, risultando un soffio lieve e singolare negli aspetti più drammatici dei racconti.

Si crea così un’alchimia perfetta che tratteggia la storia e i personaggi senza impadronirsene, permettendo a questi ultimi di narrarsi e di narrare, senza alcuna intenzione da parte dell’autrice di asservirli a una propria volontà o a una propria condotta di trama.

Sara Bilotti è, la Scrittrice Esterna.

Osserva da fuori le storie, ma riesce a raccontarne i segreti più intimi, profondi, sconvolgenti e catartici con assoluta e passionale incisività. Penetra nei personaggi, senza per questo mutare i loro destini, lasciandoli essere monatti delle proprie esistenze verso l’inevitabile, tragica, a volte sorprendente, fine.

Non è un’invasione, ma un’assoluta partecipazione alla narrazione con una regia suggerita da una mente fervida e condotta in maniera magistrale.

Dodici racconti, dodici viaggi dentro l’animo umano, sostando presso le paure, accarezzando e schiaffeggiando lineamenti di maschere ipocrite indossate per uniformarsi a un qualcosa di non scritto ma ugualmente obbligato, afferrando e trattenendo la disperazione che porta al gesto estremo.

Nella Carne osserva vite svuotate nella finzione, annientate da soprusi, andare in pezzi. Espone identità sopraffatte da una forzata e conciliante conformità che covano un orrore morboso, lacerante, amorevole, tragico. Un orrore che giorno dopo giorno pulsa più forte fino ad arrivare a infrangere gli argini delle menzogna e dell’apparenza dilagando al di là di ogni raziocinio.

Ma l’autrice ci dice che il buio non fa poi così paura e le tenebre non sono poi così oscure se si getta via la maschera che si è costretti a portare per qualche ragione e ci si accetta come si è.

In una raccolta di livello straordinario, titoli come Clara e Adele, Legami di sangue, Farfalla, Pozzo Verde, Loro, entrano di diritto in uno studio di scrittura nuova, intensa e sono testimonianze di come stesure di vera, forte emozione pura possano insegnarci ad essere migliori, scoprendoci dinnanzi a ciò che temiamo o rifiutiamo di guardare o affrontare.

In conclusione, Nella carne è capolavoro di un’anima sensibile, da leggere lasciandosi parlare dalla sua scrittura che senza forzature avrà accesso al nostro oscuro, al dolore e a quello che non osiamo pronunciare.

Sara Bilotti esordisce già come autrice di livello assoluto e certamente sentiremo ancora parlare di lei a lungo. Molto a lungo.

La Scrittrice Esterna dai gesti bianchi continuerà ad Osservare, raccontandoci con sincerità.

di Gianpaolo Zarini

(articolo già apparso su ThrillerMagazine: http://www.thrillermagazine.it/home/)


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