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Recensione di Gli ultimi giorni di Pompei di Edward Bulwer-Lytton

Creato il 29 dicembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Edward Bulwer-Lytton
Pubblicato: Newton Compton
Collana:Narrativa
Genere: Romanzo Storico
Formato: BrossuraPagine:

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Giudizio: four-stars


Pompei, 79 d.C: una città vivida e vibrante, costellata dalle più splendide menti della storia, da intrighi, passioni amori e misteri. Una città che non sa che il Vesuvio la seppellirà di lì a breve.

“Ecco tutta la mia storia: non amo, ma ricordo e rimpiango”.

Edward Bulwer-Lytton in Gli ultimi giorni di Pompei ci accompagna per le strade della città del 79 d.C., descrivendola in ogni suo minimo dettaglio e in tutta la sua magica atmosfera.

Personaggi illustri della storia, vissuti realmente nella città sepolta dalla furia del Vesuvio, si incontrano per le strade, tra sotterfugi, misteri e amori: troviamo Arbace ed Alpecide, nomi noti appartenenti alla cultura egiziana, Diomede, Sallustio. E poi ci sono i greci Glauco e Jone, promessa sposa del ricco Ateniese, vittima della crudeltà e della passione malata di Arbace: è Nidia, schiava cieca innamorata segretamente del suo padrone Glauco, a rivelare le intenzioni di Arbace, essendo stata costretta a partecipare alle sue orge dai precedenti (e crudeli) padroni. Nel frattempo la terra inizia a tremare, il Vesuvio e la forza della Natura, vera protagonista indiscussa non solo del romanzo storico ma dell’esistenza stessa, comincia a dispiegare le proprie carte in tavola. E nonostante tutto i personaggi coinvolti nella storia continuano a portare avanti le proprie strane vite, tra pozioni magiche e filtri d’amore.

Gli ultimi giorni di Pompei è un romanzo con uno stile di scrittura molto particolare, estremamente classico e piuttosto difficile da lasciar scorrere, almeno a un primo approccio. Edward Bulwer-Lytton, oltre a adottare un linguaggio molto forbito e numerose espressioni greche e latine, arricchisce la produzione con poesie e canzoni riportate per intero, che tendono ad appesantire ulteriormente il ritmo della narrazione.

È comunque un romanzo estremamente interessante, che propone un’analisi storica e un’indagine psicologica molto approfondita dei personaggi, i quali dimostrano di essere, ognuno, dominato da inclinazioni e passioni, da intendere in un’ottica prettamente platonica, diverse da quelle degli altri.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Dec 14, 2015 at 12:38am PST

Approfondimento

La Pompei culla dell’amore di Glauco e Jone fu distrutta con l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., assieme a Ercolano e Stabia: Plino il Giovane tramanda il tragico avvenimento in una lettera inviata a Tacito, indicando come data nove giorni prima delle Calende di settembre, dunque il 24 agosto.

Si elevava una nube, ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da quale montagna”: la montagna di cui parla Plinio il Giovane è lo stesso Vesuvio che oggi risulta avere un’altezza inferiore rispetto a quello che era in epoca romana e, a giudicare del suo operato, la sua furia fu mostruosa. Le città colpite scomparvero letteralmente, sotto una decina di metri di prodotti dell’eruzione: in particolare Pompei e Stabia furono sotterrate da una pioggia ininterrotta di cenere che durò per quasi 25 ore complete; Ercolano, invece, fu colpita da gas e vapore acqueo (fenomeno conosciuto come nube ardente), che vaporizzò all’istante ogni essere vivente esposto all’esterno.

Quello che Edward Bulwer-Lytton riesce a fare ne Gli ultimi giorni di Pompei è unico: l’autore tramanda tradizioni, elementi tipici della Pompei che, purtroppo, è stata spazzata via in un lampo dalla tremenda furia della Natura. In particolare la descrizione accurata, fresca e vitale della casa tipica pompeiana dell’epoca, consente di dar modo al lettore di sentirsi quasi lì, presente. Per questo motivo il dolore che si prova quando il vulcano inizia a eruttare è così sincero, puro e genuino: leggendo questo romanzo tutti si sentiranno a (e parte di) Pompei.

Eleonora Vaiana




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