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Recensione di Grande seno, fianchi larghi di Mo Yan

Creato il 08 giugno 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

4 Flares 4 Flares × Recensione di Grande seno, fianchi larghi di Mo YanGrande seno, fianchi larghiMo Yan
Pubblicato daEinaudi
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Einaudi tascabili. Scrittori
Genere:Romanzo Storico
Pagine:
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La trama:
Un libro di novecento pagine che può essere riassunto in una riga, praticamente: La storia della Cina dall'inizio alla fine del 1900 attraverso la famiglia Shangguan, figli, nipoti e parenti acquisiti.
Anche la recensione di Grande seno, fianchi larghi, per contrasto con il profluvio di parole del libro, sarà stringata. Del resto non credo che avrei scelto questo libro spontaneamente e sono quindi molto contenta che mi sia stato proposto in questo modo. La storia di Grande seno, fianchi larghi prende l’avvio con la nascita, decisamente complicata, di quella che sarà la voce narrante e della sua gemella. E si conclude con un ultimo capitolo che racconta gli avvenimenti che hanno preceduto questo momento e un epilogo che porta a compimento le storie lasciate in sospeso durante la narrazione principale. Il testo è decisamente complesso e si trovano vari livelli possibili di interpretazione e lettura. Dalla trama: una saga familiare come nella migliore tradizione narrativa, agli aspetti storico/politici che entrano in modo significativo nel racconto, a quelli antropologico/culturali, fino alla simbologia mitologica. Nei cento anni di storia che portano la Cina dal medioevo feudale fino alla civiltà tecnologica attuale, passando dall’invasione giapponese al comunismo, gli avvenimenti e i personaggi si susseguono e si intrecciano sempre attorno ai due attori principali Shangguan Jintong, il narratore, e Shangguan Lu, la madre. Jintong è il desiderato, cercato e pregato figlio maschio dopo sette gravidanze che hanno portato al mondo altrettante figlie femmine. Nasce assieme alla sorella gemella, cieca, durante l’invasione giapponese. Fin dall’inizio si mostra pavido, inetto, capriccioso e perverso e così resterà per tutta la storia. Incapace di mentalizzare un bisogno proprio o altrui, tutto ripegato su di sè e sul proprio ordine pervertito di priorità. A lui si contrappone la figura della madre, una donna dolce ma determinata, forte e coraggiosa disposta a tutto per difendere e nutrire i propri figli. Così grande che finisce per rappresentare la dea madre che accoglie e protegge, difende e nutre. Gea. Grande seno, fianchi larghi è corposo con descrizioni di paesaggi e cieli persino poetiche e altre invece di una crudezza estrema. Ne esce un ritratto in cui usi e costumi, tradizioni e superstizioni si sovrappongono e si dispiegano attorno ai dati storici. Il linguaggio e la struttura della frase sono altrettanto articolati con un lessico ricco e colto con scelte a volte un po’ desuete. Nonostante la lunghezza e a tratti la “verbosità” sono comunque rimasta affascinata dalla storia, meno dai personaggi, e la curiosità di sapere “come va a finire” mi ha portata fino alla fine. Fine che tra l’altro è la parte che mi è piaciuta di più (il settimo capitolo e l’epilogo). Non ha caso le parti in cui non compare il personaggio di Jintong… Roberta Poletti

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