Magazine Cultura

Recensione di Il colore verde dello zero di Angelo Martinelli

Creato il 20 gennaio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Angelo Martinelli
Pubblicato: BastogiLibri
Collana:Percorsi narrativi
Genere: HumorPoliziesco
Formato: BrossuraPagine:

books-icon Acquista il libro su Ibs.it


books-icon Compra il libro su Amazon


Giudizio sintetico: five-stars


Un nuovo scomodo caso per il sostituto procuratore Massimo Angeli. Un ritorno alla sua maniera: frizzante e stravagante. Con un pizzico di idealismo, potrebbe sembrare un dettaglio, che avvicina il concetto di giustizia più alle persone che ad un'aula di tribunale.

Un casinò è come un alveare di pacifiche api, pacifico a seconda del caso, in ogni caso non pericolose. Un posto che i giocatori pensano di frequentare per potersi tenere un po’ di quel miele che vedono colare dal favo quando invece è solo per prolungare un autolesionismo da brivido, nascosto alla quotidianità del cittadino medio. Se però un’ape muore ammazzata e le altre ronzano via in subbuglio l’alveare smette di passare inosservato, magari arrivano le telecamere e partono delle chiacchiere dai bar alla Procura, finisce che l’autolesionismo diventa l’argomento principale. E non il miele.

Il giudice Angeli, che abbiamo già conosciuto in “La cattiva signorina” è inviato dal Procuratore in aiuto al commissario Laganà per far calare un poco di silenzio su questa scomoda vicenda con la speranza di inchiodare l’assassino. Quell’ape che vuole troppo rispetto alle altre, insomma. L’avidità c’entra sempre quando parliamo di gioco d’azzardo. Questa storia è un collage di intuizioni che si compone in luoghi diversi: al mare, in hotel, in commissariato, al ristorante, nel casinò stesso. Angeli e Laganà sono una coppia ben assortita: entrambi con molte indagini alle spalle, scrupolosi, colti, in comune la stessa ironia, amabili anche con i sottoposti e complici quando si parla di donne. Sapete quelle battutacce da uomini… ecco, una sintonia mentale non da poco.

La vittima è Visentin, una carriera brevissima da ispettore di casinò, il cadavere viene ritrovato su un motoscafo ormeggiato qualche giorno dopo la sua scomparsa. Il suo compito, cioè quello di controllare i sistematici tentativi dei bari e la correttezza degli stessi dipendenti del casinò l’hanno evidentemente esposto e reso un bersaglio. Un inconveniente per il prosieguo di un illecito intento, o sistema forse? Il motivo dell’assassinio appare scontato, il denaro, il che non restringe affatto l’impegno investigativo dei due essendo questo un movente comune a qualsiasi ambiente di tipo malavitoso. A tu per tu con il mondo del gioco d’azzardo e quello con quello del solo azzardo, ovviamente parlo di una donna di classe, con un agosto vissuto al mare insieme alle vacanze degli altri e con l’innata curiosità per i dettagli anche se fini a sé stessi, Angeli si infilerà anche questa volta nei limiti del suo mestiere, negli angoli più scomodi dove si possono trovare tracce che guidano alla verità.

Un ruolo esercitato anche in bermuda, quello del magistrato, sempre col sorriso sulle labbra e una scontrosità di fondo protettiva che è anche un “bipolare” marchio di fabbrica.

Amabili i ricordi delle sentenze emesse che in qualche modo hanno cambiato anche la sua persona che Angeli, anche in questa storia, rivive e racconta come grandi insegnamenti di vita. È proprio il valore umano, quello che non sempre nella società trova conferme nell’importanza del ruolo professionale ricoperto, a fare di Angeli una persona stimata ancor prima che un servitore dello Stato stimato.

Approfondimento

La coppia Laganà-Angeli a dire il vero distrae più volte il lettore dalle indagini, gli stessi negli interrogatori sembrano non voler affondare il colpo con domande eccessivamente incalzanti. Forse è un’impressione, le risposte che non bastano al lettore basteranno per un umile colpo di genio. Per la verità, la verità che a poco serve se non a far star bene colui che di verità vive.

In attesa che la pallina di quella roulette immaginaria si fermi sul numero su cui Angeli si sente di scommettere. Il finale sfocerà dirompente, con sollievo, solo quando tutti i giocatori saranno chiamati a giocare.  E poi Rien ne va plus, les jeux sont faits.

Buona lettura, leggete responsabilmente.




Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :