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Recensione di Il dilemma dell’onnivoro di Michael Pollan

Creato il 08 marzo 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori
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In breve..

"Cosa dobbiamo mangiare?", è la domanda che tutti noi, negli ultimi anni, rivolgiamo agli esperti. Michael Pollan ripercorre il dilemma dell'onnivoro in America dove, dalla fine degli anni settanta in poi, prima furono bandite le carni e i grassi, poi tutti i carboidrati. Lo slogan fu: "E se i grassi non facessero ingrassare?". Negli ultimi anni l'allarme sulla nocività di quello che mangiamo pone permessi e divieti continui e a tempo, con gravi danni per l'economia e la salute.

Al giorno d'oggi, è necessario e indispensabile fare scelte tra cibi che se non sono tossici subito, avvelenano lentamente il nostro corpo.

Per rispondere a Il dilemma dell'onnivoro, Michael Pollan è andato alla fonte della catena produttiva, osservando e indagando in particolare tre catene alimentari: industriale, biologica, tradizionale che fa capo alla caccia e alla raccolta.

Il sistema industriale è il più diffuso e complesso e si basa su di una monocoltura, il mais, che costituisce l'elemento base della maggior parte dei prodotti che troviamo nei supermercati. È il mangime che nutre bovini, suini, polli, tacchini, agnelli, pesci, salmoni. I cibi pronti, precotti e preconfezionati, contengono grandi quantità di mais: anche minestre, salse, insaccati, dolci, gelati, dolcificanti, uova, latte e formaggi. La birra e tutti i liquidi contengono buone quantità di mais liquido. Dentifrici, fiammiferi, batterie, truciolato, vetri, linoleum, compensato contengono mais.

Approfondimento

Originario dell'America Centrale, ignoto agli europei prima di Colombo, ha colonizzato il pianeta, dominandolo. Da un seme di mais si ricavano dai 150 ai 300 chicchi. Da ogni chicco una pianta che, oltre ad essere utilizzata in tutte le sue parti, costituisce un alimento subito pronto per il consumo.

Il moltiplicarsi delle coltivazioni di questo cereale, facendone scendere il prezzo, lo hanno reso ottimo alimento per gli animali: ogni ora 50 tonnellate di mais macinate, mischiate con grassi liquidi e supplementi proteici con l'aggiunta di vitamine, estrogeni, antibiotici, erba medica e fieno, midollo e ossa di carcasse, vengono versate nelle mangiatoie dove ogni capo sarà costretto a mangiarne 16 chili al giorno. Il tutto non senza conseguenze: i bovini, cresciuti a mais, patiscono il gonfiore nel rumine a causa della fermentazione dei gas; l'acidosi indebolisce il sistema immunitario ed espone l'animale all'ingrossamento del fegato e a malattie mortali. Il letame prodotto, invece di essere un ottimo fertilizzante, è tossico per gli alti livelli di azoto che inquinano e intossicano i terreni e le falde acquifere.

Oltre al percorso industriale, Michael Pollan segue anche la produzione di carni, verdure, uova e latticini in una fattoria dove l'allevatore-produttore rispetta il ciclo della natura e consente agli animali una vita "felice". Polli e tacchini, dopo sette settimane, vengono macellati in fattoria, in modo trasparente: chi vuole può assistere e comprarne la quantità che desidera. Bovini e suini, in America, per legge, devono essere macellati davanti a funzionari dello stato.

Nell'ultima parte de Il dilemma dell'onnivoro Pollan ci racconta le emozioni provate dall' andare a caccia di animali e di funghi, dall'uccidere un maiale selvatico, cucinarne le carni e consumarle insieme a coloro che lo hanno aiutato a comportarsi come cacciatore-raccoglitore.

Pollan ci fornisce informazioni esaustive sugli alimenti che quotidianamente tutti noi compriamo e consumiamo, sulle tecniche di produzione, di conservazione e di distribuzione. Il confronto tra il sistema industriale, quello biologico e quello naturale, è un confronto tra chi rende tutto semplice ingozzando animali, terreno e ortaggi di fertilizzanti e sostanze chimiche, con il conseguente inquinamento dell'ambiente e il dilagare di malattie tra animali tenuti in lager sovraffollati, e chi invece coltiva e alleva con sacrificio e duro lavoro varie specie alle quali viene concesso di vivere e nutrirsi nel modo in cui l'evoluzione naturale li ha programmati.

Lina D'Alessandro

I mercati a cui si rivolge la grande industria sono le grandi catene di supermercati per raggiungere le quali i prodotti percorrono più di 3000Km; le fattorie e i prodotti biologici naturali si concentrano sui mercati locali, sul passaparola fra gruppi di acquisto, su ristoranti e cuochi di alto livello, su una catena di distribuzione cortissima.

Recensione di Il dilemma dell’onnivoro di Michael Pollan

La grande industria fa leva sull'ignoranza del consumatore circa le modalità di produzione del cibo. E sul fatto che preferiamo girarci dall'altra parte.

Profonde sono le considerazioni e le riflessioni sul diritto dell'animale uomo di tenere prigionieri, far soffrire e uccidere gli animali. Giuste le critiche al mercato globalizzato che, con il taglio dei sostegni economici da parte dei governi, induce i piccoli agricoltori e produttori ad abbandonare le coltivazioni a vantaggio di prodotti provenienti da paesi dove la manodopera è a costo minimo e le leggi a tutela del consumatore non esistono.

Siamo tutti " pannocchie su due gambe", senza cervello!

About Michael Pollan

Michael Pollan, giornalista, scrittore e docente di giornalismo all'Università di Berkeley, è noto in tutto il mondo per le sue inchieste sul cibo e gli stili alimentari. Tra i suoi libri ricordiamo La botanica del desiderio, Cotto, In difesa del cibo e Il dilemma dell'onnivoro.

Recensione di Il dilemma dell’onnivoro di Michael Pollan

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