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Recensione di Il grande futuro di Giuseppe Catozzella

Creato il 20 febbraio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Giuseppe Catozzella
Pubblicato: Feltrinelli
Collana:I narratori
Genere: Narrativa Contemporanea
Formato: BrossuraPagine:

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Giudizio sintetico: five-stars


Alì nasce umile tra gli umili su un’isola in cui è guerra tra Esercito Regolare e Neri. Da piccolo men-tre sta giocando con il suo migliore amico, finisce su una mina che quasi lo uccide. Grazie ad un nuovo cuore però sopravvive e da quel momento diventa Amal; speranza.

Si diceva che due uomini vestiti di bianco, quando il Profeta non era che un bambino, avessero estratto il suo cuore e l’avessero purificato con la neve.

Inizia un poco in sordina Il grande futuro di Giuseppe Catozzella, con una narrazione che ci mostra sì un paesaggio triste e violento, ma in cui due ragazzini – Alì e Ahmed – giocano tranquilli come ogni altro ragazzino fa. I due però si spingono troppo oltre e così Alì rischia di morire e dopo essere sopravvissuto diventa Amal.

Sembra solo una storia di amicizia, di quelle amicizie che appaiono improbabili (Ahmed infatti è il figlio del ricco padrone del padre di Amal) ma in realtà è molto di più. Il grande futuro è un libro che sta perfettamente in bilico tra una serie di opposti che coesistono perfettamente tra le pagine: guerra e pace, ricchezza e umiltà, amore e odio.

Quello di Giuseppe Catozzella è un libro che molti definirebbero semplicemente un’opera di narrativa, ma la verità è che questa storia non è così semplice da etichettare. È la graduale e continua crescita interiore di Amal e questa crescita è talmente intensa che il lettore finisce per rimanerne coinvolto e a tratti sconvolto.

Se a me dovessero chiedere come definirei questo libro direi che è un romanzo di formazione, di intrattenimento e di un’incredibile e disarmante attualità.

Non avevo mai letto nulla di Catozzella ma con Il grande futuro ho scoperto uno scrittore capace di grande e semplice intensità, di densità e profondità di concetti e di una grande umiltà, un po’ come Amal. Lo si capisce da come scrive, lo si capisce da come esprime ogni concetto, lo si capisce da come caratterizza i personaggi della sua storia, lo si capisce dalle parole che sceglie e lo si capisce da ciò che ti rimane dentro quando chiudi l’ultima pagina. Posso affermare con certezza che mai nella mia vita mi sono sentita così sopraffatta dopo aver letto un libro. Pochi libri sono stati capaci di farmi guardare dentro con tanta semplicità e purezza come Il grande futuro ha fatto.

Da questa lettura ho imparato che in fondo c’è un po’ di Amal in ognuno di noi, che l’ambivalenza dell’animo umano è una condizione con cui dobbiamo convivere indipendentemente da tutto, per adattarci a un mondo che di ambivalente ha tanto. Lottiamo contro i nostri demoni, contro quello che ci circonda e lo facciamo da sempre; affamati di quella pace interiore che sembriamo non trovare mai e che quasi ci aspettiamo ci caschi addosso come un regalo da parte del cielo. Ma la verità è, e Il grande futuro ce lo insegna, che quella pace dobbiamo andarcela a cercare perché è lì che ci aspetta ma nessuno ce la servirà su un piatto d’argento.

Considero Il grande futuro un invito a non avere paura di noi stessi, un invito a guardare dentro la nostra anima sempre e comunque alla ricerca di quella gioia che possa darci pace. Perché come dice il vecchio Imam:

Hai diritto alla tua felicità. Se la cercherai, lei si farà trovare.

Un grande plauso e un grande merito vanno anche alla semplicità e alla fluidità con cui Catozzella narra le vicende. Non usa paroloni e punta dritto al cuore del lettore con uno stile che riesce perfettamente nell’impresa in cui parecchi falliscono: non fare di un libro “impegnativo” dal punto di vista della trama un libro noioso e pesante.

Che non è cosa da poco credetemi.

A photo posted by Leggere a Colori (@leggereacolori) on Feb 14, 2016 at 5:32am PST

Approfondimento

In questo spazio di solito mi dedico al mio adorato connubio cinema/tv/libri ma questa volta è dura, dura davvero. Infatti, non sono riuscita a pensare ad uno dei miei soliti collegamenti. Perché alcuni libri sono magici solo se rimangono tali, col profumo di carta delle pagine e il carattere armonioso della stampa che racconta la storia. Il grande futuro è uno di quei libri.

Roberta Trischitta




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