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Recensione di Il porto delle anime di Lars Kepler

Creato il 22 dicembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Lars Kepler
Pubblicato: Longanesi
Collana:La Gaja scienza
Genere: Thriller
Formato: Copertina RigidaPagine:

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Giudizio: five-stars


Jasmin Pascal Anderson è un ufficiale dell’esercito svedese. Durante un periodo di servizio passato in Kosovo, mentre con i suoi uomini effettua una ricognizione per impedire efferati crimini di guerra, viene gravemente ferita. Torna alla vita di tutti i giorni, ma il tempo che ha passato tra la vita e la morte in una sorta di limbo che ha le sembianze di una città portuale della Cina, l’ha cambiata. L’esperienza fatta servirà in seguito alla donna a salvare se stessa e suo figlio Dante da morte certa.

Per ben due volte la protagonista de Il porto delle anime viene coinvolta in incidenti gravissimi che ne stravolgono l’esistenza. Il primo incidente si verifica nell’ambito di un’operazione di guerra durante la quale Jasmin rimane ferita, l’altro mentre si reca in auto ad un appuntamento con il suo ex marito Mark. A seguito degli incidenti la donna si troverà catapultata all’interno in una dimensione dai confini evanescenti che si trova tra la vita e la morte.

Per il racconto che farà della sua prima esperienza nel porto delle anime, Jasmin verrà giudicata dai medici come affetta da psicosi post traumatica. Intanto precipita in un pozzo di paura e di disperazione e quando un giorno le capita per caso di vedere un uomo che improvvisamente si accascia al suolo privo di sensi si identifica in lui, facendole tornare a galla per un momento i suoi incubi: grida all’uomo frasi sconnesse che nelle intenzioni hanno lo scopo di fornire allo stesso indicazioni che lo aiutino a lasciare il limbo e a tornare tra i viventi.

A seguito dell’episodio viene ricoverata in un ospedale psichiatrico. Vi è trattenuta perché i racconti su quello stato di indeterminatezza da lei vissuti, in ospedale vengono considerati sintomo di forte malessere psichico. Lei, però, è certa di non soffrire di disturbi mentali ed è sicurissima di aver conosciuto realmente quella strana dimensione di confine.

Nel porto delle anime Jasmin ha conosciuto Ting, che l’ha aiutata a tornare in vita. Ting le ha confidato di avere uno zio falegname a Stoccolma, la stessa città di Jasmin. Il giovane fornisce a Jasmin l’indirizzo della falegnameria. La donna, determinata ad acquisire la certezza di aver veramente vissuto presso questa sorta di anticamera del regno dei morti, si recherà in seguito all’indirizzo della falegnameria che scoprirà esistere veramente. La circostanza fornisce a Jasmin la conferma di essere stata davvero nel porto delle anime. Lasciato l’ospedale trova una occupazione da segretaria presso il ministero della difesa. Mark ha una vita disordinata, è in vista una separazione. Mentre in auto si sta recando a un appuntamento con Mark e il suo legale per stabilire i dettagli della separazione, Jasmin è vittima di un grave incidente automobilistico. Alla guida c’è sua madre, che muore sul colpo. Il piccolo Dante è con loro e rimane gravemente ferito. Per via della gravità delle sue condizioni il piccolo Dante precipita all’interno del porto delle anime. Jasmin torna nel limbo una seconda volta: per cercare di salvare suo figlio e riportarlo alla vita.

Approfondimento

Posto che i due termini non costituiscono sinonimo, cos’è che differenzia un libro capolavoro da un libro bestseller? Una delle differenze potrebbe consistere in questo: mentre il libro capolavoro contiene un’opera che ha molte probabilità di sopravvivere al tempo che passa e di essere letto e apprezzato per il suo valore per decenni o addirittura per secoli a venire rispetto al momento in cui è stato scritto, il libro bestseller può non essere un capolavoro, ma di solito, semplicemente, contiene una storia ben scritta e accattivante che per un qualche motivo, in un determinato momento, è riuscita a catalizzare l’attenzione di un numero rilevantissimo di lettori.

Non sempre i bestseller sopravvivono all’usura del tempo. Entrando nel contesto della recensione, quello che si può dire su Il porto delle anime di Lars Kapler è che esso, pur non essendo un capolavoro, potrebbe, almeno in teoria, diventare un bestseller. La storia, infatti, appare ben scritta, sapientemente strutturata e fornita della giusta dose di suspense, elemento irrinunciabile su cui si basa ogni thriller che si rispetti.

Il libro affronta peraltro un argomento sensibile: descrive le vicissitudini della protagonista nell’anticamera della morte e le strane sensazioni che potrebbero essere sperimentate da una persona che non è proprio morta ma ha, al contrario, un piede ben piantato sul confine della vita e si rende conto di esistere ancora nonostante tutto. È un argomento che potrebbe suscitare l’interesse di molti per il libro e avere dei ritorni positivi, in termini di vendite, per l’autore.

Tutto l’insieme, semmai, mi è parso poco dotato di quella certa verosimiglianza delle vicende raccontate e del contesto all’interno del quale si svolgono, ugualmente necessaria per catturare l’interesse e l’attenzione dei lettori più esigenti.

Giovanni Graziano Manca




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