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Recensione di Il quarantacinquesimo parallelo di Laura Buizza

Creato il 08 gennaio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

25 Flares 25 Flares × Recensione di Il quarantacinquesimo parallelo di Laura BuizzaVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Laura Buizza
Pubblicato da:Tarantola Editore
Genere:Thriller
Formato e pagine:
in offerta
Trama:

Il quarantacinquesimo parallelo è un complesso thriller che si snoda nella città magica per eccellenza, Torino. Protagonista è Isabel, giovane archeologa di origine americana che riceve dal suo migliore amico un testo scritto in un alfabeto a lei sconosciuto: comincia qui la sua caccia a una scatola che sembra rivestire grande importanza agli occhi di diverse associazioni misteriose.


La storia è raccontata sempre in terza persona, eppure in ciascun capitolo sono narrati gli eventi dal punto di vista di un personaggio diverso: grazie a questo espediente, l’attenzione del lettore è sempre massima, come anche la suspence e il grado di approfondimento degli eventi.

Inizialmente, un capitolo è “affidato” a Isabel e quello successivo a Mark, il suo migliore amico, che svolge il praticantato negli Stati Uniti, in un prestigioso studio legale. Mark riesce a procurarsi un testo, scritto in un alfabeto segreto, che ritiene riconducibile alla Torino misterica, oggetto della tesi di Isabel: si affretta pertanto a inoltrare il documento alla giovane studentessa. Successivamente, alla voce di Isabel nel corso dei capitoli si alterneranno quelle dei due avvocati per cui Mark lavorava a New York, di una coppia di loschi ricercatori sovietici e dell’investigatore amico di Isabel e Mauro: solo la ragazza, quindi, è la protagonista indiscussa del romanzo. È intorno a lei, e ai suoi aiutanti, che ruotano le varie vicende.

Sulle tracce del testo trafugato da Mark vi sono anche i due avvocati, Hannah e Luis, appartenenti a un’esoterica organizzazione: il testo fa riferimento a una scatola, all’interno della quale è contenuto un oggetto misterioso, che potrebbe rivelarsi decisamente pericoloso per l’umanità. Il viaggio di Hannah e Luis li conduce nelle zone più affascinanti della Torino magica, prima Piazza Statuto, dove passa il quarantacinquesimo parallelo che dà il titolo al romanzo, poi la Chiesa della Consolata e infine della Real Chiesa di San Lorenzo, uno dei più bei luoghi della mia città che l’autrice descrive in maniera precisa e interessante.

Isabel e il suo professore, Mauro Nardi, riusciranno invece a interpretare meglio dei due avvocati il contenuto misterioso del file trafugato da Mark, e si troveranno in un inquietante laboratorio situato sotto il Monte dei Cappuccini, altro luogo famoso della città. Qui si troveranno di fronte a qualcosa che ha ben poco a che fare con la Torino magica: diversi scienziati russi stanno mettendo a punto un progetto in grado di mettere in pericolo l’umanità intera, primi fra tutti i cittadini americani: lo spettro della guerra fredda, e di quella batteriologica, si affacciano in questo thriller. Nelle ultime pagine gli eventi si susseguono veloci, lasciando più spazio all’ansia vera e propria, mettendo invece da parte la componente del mistero, a parer mio più affascinante; componente che però ritorna prepotentemente nel finale, e ci fa chiudere il libro con altre domande.

 

Approfondimento

Seppur non sia una grande amante del genere, ho apprezzato il romanzo di Laura Buizza; gli eventi sono narrati con precisione e anche la città di Torino è descritta bene, con dovizia di particolari: solo in un’occasione ho notato un’imprecisione, ma è solo perché ho vissuto a Torino per tanti anni.

La trama è avvincente, mi è piaciuto come l’autrice abbia coniugato un tema molto noto, quello della “Torino città magica”, con argomenti di natura diversa, oggi di gran moda: in sostanza, nessuno dei due punti di partenza è particolarmente originale, anzi, ma il risultato non annoia.

I personaggi non sono particolarmente approfonditi, ma non è una grave mancanza in un romanzo come questo. Alcune volte però sono un po’ troppo ingenui e poco credibili: credo che questa sia l’unica vera critica che si può muovere all’autrice.

La scrittura è semplice e piana, tuttavia mi sarebbe piaciuto poter cogliere uno stile personale più deciso.



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