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Recensione di Il sorriso di don Giovanni di Ermanno Rea

Creato il 26 luglio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

16 Flares 16 Flares × Recensione di Il sorriso di don Giovanni di Ermanno ReaIl sorriso di don GiovanniErmanno Rea
Pubblicato daFeltrinelli
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:I narratori
Pagine:
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La trama:

Un omaggio alla lettura. Un elogio dell’inchiostro, della carta, del profumo di libri sfogliati. Un viaggio nella bellezza delle parole stampate che diventano letteratura.

“Sono una lettrice accanita, obbligata a vivere accanto ai libri, dentro ai libri, per i libri, leggendoli ma non soltanto. Vivendoli.” Sono le parole con cui si descrive Adele, la protagonista di questo romanzo d’invenzione che Rea dedica alla passione prorompente e incondizionata per i libri, per la lettura, per quei personaggi che abitano nei libri e che solo attraverso la lettura prendono vita. È cresciuta fra i libri, Adele, mescolando la propria esistenza a quello che leggeva: “io i libri li vivevo dal di dentro”, confessa, “spesso mi intrufolavo nelle trame, mi facevo io stessa personaggio dell’intreccio”. Oggi ha poco più di 50 anni e vive in una casa ereditata dalla nonna, sulla costiera amalfitana. Volumi rari, pregiati, antichi e moderni, ricoprono interamente le pareti della sua abitazione, divenuta ormai una biblioteca pubblica. Ed è da qui che Adele comincia a raccontarci la sua storia.

Un salto indietro negli anni ’70, gli anni della contestazione, dei movimenti studenteschi, del terremoto in Irpinia e Basilicata. Adele ha 14 anni e vive in una piccola città dell’entroterra campano, la sua “Macondo”. È già da tempo un’incallita lettrice, frequentatrice abituale dell’Isola, la cartolibreria del buon don Arturo. L’amore viscerale per i libri le è stato trasmesso dalla nonna Serafina, alla quale in vecchiaia offrirà occhi e voce per permetterle di continuare a godere della lettura: “non è un regalo che ti faccio ma un regalo che ti chiedo”, le spiegherà teneramente. E, negli anni, la lettura si trasformerà per Adele in una passione senza fine, che l’accompagnerà per tutta la vita, rendendole memorabili i momenti più felici e aiutandola a superare quelli più difficili, “perché da questa malattia, intendo la lettura, non si guarisce mai, nel senso che così nasci e così muori”.

È ancora un’adolescente quando conosce Fausto, vorace lettore anche lui e fervido militante del Partito comunista. Fra i due sboccia una passione travolgente. Vivono in simbiosi per anni, scambiandosi libri, discutendo di politica, litigando per poi tornare a far pace grazie alla lettura. Adele crede fermamente nel potere rivoluzionario dei libri, è convinta che “saranno i libri a salvare il mondo”, se solo si saprà individuare nei loro protagonisti modelli a cui ispirarsi.Fausto, invece, appare scettico: a suo avviso, letteratura e realtà sono due mondi troppo diversi e distanti. Sarà questo il loro principale motivo di contrasto, quello che finirà per separarli. Inquieta e delusa, allora, Adele abbandonerà la sua “Macondo” per recarsi a Napoli, dove diventerà maestra di strada in uno dei quartieri più degradati della città.

Raffinata lettrice, un po’ presuntuosa e contradditoria, Adele affascina e conquista. Impossibile, infatti, non immedesimarsi nel suo personaggio, non sentirsi toccati dalle descrizioni intense e delicate del suo amore verso i libri, da sempre per lei ossessione e ragione di vita. Animata da una pulsione missionaria, Adele si sente “parte di un esercito speciale, quasi una setta, anzi un ordine religioso”, “investita di un ruolo estremamente delicato: trasmettere al mondo i messaggi contenuti nei grandi libri, i segreti della loro bellezza”. È la letteratura che dà intensità alla vita, secondo Adele. Ed è questa la ragione che un giorno la spinge a scrivere ad Italo Calvino, per rimproverargli la sua idea di letteratura quale surrogato della vita. Leggere non ci distoglie dall’esistenza reale, al contrario fa da “acceleratore chimico dei desideri”, spingendoci a sfidare la vita oltre le nostre possibilità e capacità, per essere all’altezza dei personaggi letterari che amiamo. Ed è attraverso di loro che la lettura ci consente di emozionarci, di gioire e soffrire, di vivere innumerevoli vite oltre la nostra.

I buoni libri restano dentro di te, non li cancella neppure il tempo lungo, si depositano non so in quale anfratto della tua mente o del tuo cuore, e da laggiù continuano silenziosamente a tessere le loro trame. A condizionarti. A costituirsi parte di te.

Scrittura curata, ritmo fluente, Il sorriso di don Giovanni è un libro che si fa amare per la genuina passione che lo ispira. Sospeso tra la forma di un romanzo, di un’autobiografia (“Adele sono io”, dice Ermanno Rea in un’intervista) e di un breve saggio in difesa del libro cartaceo, senza dubbio è un viaggio coinvolgente e commovente nella bellezza delle parole stampate che diventano letteratura.

“Io so che vivendo di libri

e per i libri navigo su una zattera

che non affonderà mai.”

Angela Saba



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