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Recensione di “il sospiro” di Rabih Abou Khalil, Enja Records, 2002

Creato il 11 luglio 2010 da Empedocle70
Recensione di “il sospiro” di Rabih Abou Khalil, Enja Records, 2002
Il suo nome è Rabih Abou-Khalil e il suo strumento è l'oud, un piccolo strumento a corda simile al liuto. Nato e cresciuto in Libano, questo artista ha studiato oud al conservatorio di Beirut, prima di trasferirsi in Germania, dove ha studiato anche flauto all'Accademia di Musica di Monaco. Il suo stile può essere a ragione considerato un buon esempio di “crossover”: mescolare i ritmi della musica araba e medio-orientale a quelli del jazz, del rock e della musica classica, trasformando in questo modo il suo oud in uno strumento di world jazz e suonando con grandi virtuosi del jazz mondiale, come Steve Swallow and Glen Moore. Ho scelto di parlarvi di questo suo disco del 2002 perché ha la particolarità di essere stato inciso per oud solo, niente percussioni, niente accompagnamento di fiati, niente aggiunte, solo Rabih Abou Khalil e il suo strumento. E ne esce un disco stupendo, non sono un esperto di oud ma mi sento tranquillamente di affermare che nei tredici brani che suonano per quasi sessanta minuti del cd suona una tale concentrazione di poesia e di talento da lasciare quasi senza fiato. Rabih Abou Khalil non è solo un musicista eccezionale ma qui, pizzicando le corde del suo strumento riesce a evocare profumi mediorientali, echi di un forte legame spirituale e culturale tra l'esperienza musicale araba e quella occidentale, tra Asia ed Europa, come è altrettanto evidente il legame tra lo strumento arabo e quello europeo che compare per la prima volta nel nostro continente in concomitanza con il dominio arabo in Spagna, viene impiegato sin dai tempi della raffinata tradizione letteraria e musicale francese dei trovieri e dei trovatori nel corso del Medioevo, passa attraverso l'esperienza musicale rinascimentale, e giunge alla conclusione della sua avventura nelle prime manifestazioni del barocco italiano nella prima metà del Seicento. Questo tra i suoi dischi che ho ascoltato è forse quello meno orientato al jazz e il più vicino alla musica tradizionale mediorientale, non è musica per club, ma sottofondo per i silenzi delle caldi notti d’estate, la sua musica sembra infatti accogliere il silenzio e farsene partecipe, ci gioca, ci si nasconde disegnando arabeschi sonori dedicati a una mondo da Mille e una Notte, non così distante.
Ascoltate questa musica, ne rimarrete ammaliati, sia per la bravura di questo musicista, sia per la sua forza poetica. Bellissima la confezione del cd e bellissimo il libretto e le foto che lo accompagnano.
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