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Recensione di L’amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez

Creato il 07 ottobre 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

63 Flares 63 Flares × Recensione di L’amore ai tempi del colera di Gabriel García MárquezL’amore ai tempi del colera Gabriel García Márquez
Pubblicato daMondadori
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Oscar classici moderni
Genere:Classici
Pagine:
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Trama:
“Approfitta adesso che sei giovane per soffrire tutto quello che puoi “ (…) “perché queste cose non durano tutta la vita”, così si rivolgeva Tránsito Ariza al figlio Florentino, che, appena diciottenne, soffriva profondamente per la giovane Fermina Daza.
Tránsito Ariza non sapeva che cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni sarebbe stato il tempoche Florentino avrebbe atteso nella speranza fosse giunto il momento propizio per coronare l’amore di una vita.
L’epidemia di colera, gli odori del variopinto Caribe saranno lo sfondo di questo romanzo insieme al bacino del río de La Magdalena, la cui corrente saprà trasportare i sentimenti dei due protagonisti fino alla loro definitiva consapevolezza.

“Era inevitabile: l’odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati”.

Con queste parole dedicate alle ultime ore di vita del Dottor Juvenal Urbino si apre L’amore ai tempi del colera, romanzo del premio Nobel per la Letteratura Gabriel García Márquez (1982), pubblicato nel 1985 in lingua spagnola e in Italia l’anno successivo da Mondadori Editore. Juvenal Urbino è un medico particolarmente conosciuto e apprezzato, che Fermina Daza sposa, inizialmente per interesse, dopo aver respinto senza appello l’amore di Florentino Ariza. Il loro legame cresce lentamente, nell’abitudine quotidiana delle mura domestiche, mentre Florentino, che all’epoca della rottura con Fermina Daza aveva ventidue anni, dovrà accontentarsi di guardarla da lontano, in occasioni pubbliche, e vivrà nella spasmodica attesa di quell’amore mai dimenticato, nato nel Giardino de Los Evangelios quando la sua dea incoronata era ancora una bambina. L’amore folle di Florentino per Fermina Daza era nato incontrando casualmente il suo sguardo durante la consegna di un telegramma per Lorenzo Daza, padre della giovane.

Durante quell’occasione vide una strana immagine che lo colpì profondamente: una bambina che insegnava a leggere ad una donna adulta, forse la madre ma che successivamente si rivelò poi essere la zia Escolástica. Fermina tuttavia finisce per respingere Florentino, che cercherà di sopravvivere colmando il vuoto con impegni sempre più maniacali, scrivendo meravigliose poesie d’amore e intraprendendo, un’importante carriera all’interno della Compagnia Fluviale del Caribe. Il desiderio corrosivo per Fermina Daza lo porta inoltre a intraprendere relazioni clandestine con innumerevoli donne, nelle quali però non riuscirà mai a trovare una vera consolazione alla propria sofferenza. Per questo quando Florentino Ariza sentì i rintocchi nella cattedrale alle quattro del pomeriggio di una domenica di Pentecoste si sentì visitato da un fantasma della sua gioventù perduta.

Il Dottor Juvenal Urbino infatti era da poco morto cadendo da una scala, cercando di arrampicarsi su un albero per catturare il suo pappagallo che era scappato da alcune ore: come Marquez non manca di sottolineare con una sottile ironia, una bizzarra circostanza per morire considerata la sua posizione sociale. Non appena venuto a conoscenza della disgrazia, Florentino si presenta senza farsi attendere a casa di Fermina Daza e, dopo aver ripreso ad incontrarla periodicamente, dopo qualche mese dalla morte del marito, le propone un viaggio sul río de la Magdalena con la Compagnia Fluviale dei Caraibi, che gli era stata ormai definitivamente affidata dallo zio Léon XII. Inizia così un viaggio, che sembra non avere più un ritorno, una fine, durante il quale i due, dopo mezzo secolo, si ritrovano e si riconoscono nel tempo trascorso, nel ricordo di un passato che, ormai effimero, è sul punto di svanire per sempre.

 

Approfondimento

Per tutto il romanzo L’amore ai tempi del colera il lettore viene sedotto da una narrazione profonda e affascinante, travolto da un incanto continuo, in cui l’attesa del protagonista viene acuita da flashback frequenti, fino a ritornare alla dimensione temporale iniziale e risolvere la tensione di Florentino. Mai come nella parte finale di L’amore ai tempi del colera il paesaggio circostante, il fiume, diventa un luogo esistenziale ideale nel quale i sentimenti di Florentino e Fermina possono finalmente lasciarsi trasportare senza una meta definitiva. Il fiume, insieme al colera, che, durante il viaggio, sembra incombere sul battello da un momento all’altro, diventano infine lo specchio dei loro sentimenti, una condizione essenziale che porterà a un finale che difficilmente abbandonerà il lettore una volta terminata la lettura di questo romanzo.

Chiara Torelli



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