Recensione di L’amore prima di internet – lettere a naja da un’eterna adolescente di Elena La Rosa

Creato il 05 giugno 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Voto:
Informazioni sul libro
Titolo:Elena La Rosa
Pubblicato da:Angolazioni
Genere:Romanzo epistolare
Formato e pagine:
in offerta
Trama:
Com'era l'amore prima di Internet? Ce lo ricordiamo? Qualcosa è cambiato, ma non tutto. E ce lo ricorderanno Lia e Dodo, con la loro storia a puntate, le lettere, la lontananza, la leva, il desiderio di indipendenza, la gelosia. Tutto fuori da Whatsapp, imprigionato nella cara vecchia carta.


Che cosa usavano i ragazzi per comunicare prima degli Sms, di Whatsapp, della chat? Se avete almeno una trentina d’anni lo ricorderete: vero è che arrivavano i primi sms ma il loro prezzo non era certo conveniente per dei ragazzi il cui credito telefonico dipendeva esclusivamente dalla bontà dei genitori e quindi restava il mezzo di sempre, la carta e la penna e le poste. Forse il modo di comunicare più autentico, più impegnativo, sincero, nostalgico e tutto sommato soddisfacente. L’amore prima di internet è il romanzo epistolare di Elena La Rosa che ho letto ultimamente, ve ne darò un assaggio senza spogliare troppo la storia perché dovreste poterlo fare voi per innamorarvi piano.

La trama ruota attorno al rapporto sentimentale tra Dodo e Lia, entrambi adolescenti, accomunati da una situazione non facile in famiglia. La più fragile è Lia che vive, nelle pagine delle sue lettere a Dodo, lontano dapprima per studio e poi per la leva, sentimenti molto contrastanti. Pagine riempite di turbamenti, insicurezze, impregnate della tipica evanescenza adolescenziale. Oscillazioni coinvolgono questo grande amore, che a volte sembra solo fragile e condannato, la famiglia stessa, terreno instabile in cui predomina paura e rabbia uniti da un profondo senso d’ingiustizia propagandosi a livello personale alternando speranza per un futuro migliore e più soddisfacente a un senso di fallimento completo.

Brano tratto da "L'amore prima di internet" di Elena La Rosa. #citazione #citazioni #amore #frasiacolori #leggereacolori #leggere #libro #libri #letture #book #books #lettura

Una foto pubblicata da Leggere a Colori (@leggereacolori) in data: 5 Giu 2015 alle ore 03:13 PDT


 

Elena La Rosa possiede delle buone capacità nella narrativa, le si apprezzano all’inizio e alla fine del romanzo quando torna il narratore in terza persona. Le lettere, che costituiscono la parte centrale, sono invece, e giustamente, scritte con uno stile molto diverso che si adegua al linguaggio di un adolescente. In questo senso la scrittura perde, non è tanto lo stacco il motivo ma, a mio parere, la costruzione del testo che prevede poca narrazione indiretta nell’economia totale. Probabilmente questo avrebbe permesso all’autrice di rendere più completo il suo lavoro, anche se devo rilevare che le ultime pagine sono un lavoro di sintesi molto efficace, intense e costruite con una grande “intelligenza narrativa”.

Approfondimento

Oltre a testimoniare il modo diverso con cui un ragazzo vive il primo amore rispetto a una ragazza, oltre a farci compiere un giro “dispersivo” tra paturnie e divagazioni (a volte sdolcinate) sull’amore, com’è normale che siano sentimenti ancora instabili di persone non ancora formate, questo romanzo si concentra su come il comportamento possa confluire sulle pagine di carta e raccontare, testimoniare i mutamenti. Questa necessità, in antitesi con la moderna attitudine alla sintesi nella comunicazione, continua a essere la necessità di fidarsi ciecamente di qualcuno e di poter essere sinceri, vulnerabili, anche logorroici e se vogliamo di poter mostrare i propri imbarazzanti squilibri e punti deboli senza vergogna alcuna.
In questo, il mezzo di espressione fa la differenza, ed ecco perché questa lettura diventa interessante per i ragazzi e per i genitori, mettendo in luce le necessità, i comportamenti, le speranze dell’adolescenza, che sono da sempre gli stessi come afferma l’autrice, e che solo andrebbero supportati e guidati in maniera diversa, dalla giusta distanza, per un corretto sviluppo.

Durante la lettura la sensazione è che sia tutto appeso a un filo. Cosa può tenere vicini due ragazzi? L’attrazione, la lontananza, la gelosia, il senso di responsabilità, la solitudine? Che cosa sarebbe stata questa storia se uno dei due avesse potuto navigare su Facebook anziché rispondere alle lettere? Con cosa si sarebbe colmato il vuoto?

Il desiderio è un modo contorto di colmare il vuoto*” e qui, in questa storia, il desiderio vince. Sotto la pelle, molto vicino.

(*L’amore prima di Internet, Elena La Rosa. Pag. 211)




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