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Recensione di L´ufficiale e la spia di Robert Harris

Creato il 31 maggio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

0 Flares 0 Flares × Recensione di L´ufficiale e la spia di Robert Harris L´ufficiale e la spiaRobert Harris
Pubblicato daMondadori
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Omnibus
Genere:Thriller
Pagine:
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La trama:

Alfred Dreyfus, capitano di stato maggiore dell’esercito francese, ebreo di origine tedesca, è accusato ingiustamente di alto tradimento per aver fornito ai tedeschi documenti segreti riguardanti la difesa nazionale francese. Condannato dal Consiglio di guerra al carcere a vita, fu deportato nell ‘ Isola del Diavolo, nella Guyana francese, dove subì , per quattro anni , un regime di segregazione terribile. Robert Harris racconta gli intrighi degli alti ufficiali, dei generali, dei ministri per nascondere le responsabilità e l’identità del vero colpevole.

L´ufficiale e la spia si apre con il maggiore Picquart, protagonista e personaggio narrante, che si reca dal Ministro della guerra , generale Mercier, al quale farà la cronaca con dettaglio di particolari, dello “ spettacolo” , appena terminato, dell’ umiliazione inflitta pubblicamente al capitano Dreyfus, accusato di alto tradimento, dichiarato indegno di portare le armi, privato platealmente dei gradi e della spada che viene spezzata, e condannato alla deportazione a vita in una struttura fortificata nella lontana Isola del Diavolo, nella Guyana francese. Questa è la scena madre di tutto il romanzo, quella che non abbandonerà la mente del lettore fino alla fine, tanto è forte, coinvolgente e drammatica anche se descritta con la freddezza di un cronista che racconta fatti accaduti tra il 1890 e il 1906, e personaggi realmente esistiti. Harris utilizza in questa scena, elementi linguistici prevalentemente teatrali : inserisce più volte le parole “spettacolo”, “rappresentazione”, “scenario”, “binocolo da teatro”, definisce un ufficiale “ come un araldo in un’opera teatrale”.

Tra il pubblico colloca una famosa attrice “Sarah Bernardt che interviene alla sua rappresentazione”. E ancora : “Il ministro Mercier ha il viso come una maschera di cuoio”. Solo un’altra volta troveremo un riferimento esplicito al teatro. Accade quando il colonnello Henry, capo dell’Ufficio di Statistica – lo spionaggio francese – depone davanti al Consiglio di guerra dichiarando l’autenticità dei documenti attribuibili a Dreyfus . La palese menzogna viene sottolineata così dall’autore: “ … se il maggiore Henry dovesse mai lasciare l’esercito, la Comédie Francaise sarebbe pronta ad accoglierlo”. E ancora : “….. in termini teatrali è stata di prim’ordine!” riferendosi alla stessa deposizione. Così l’autore entra in scena, e si colloca implicitamente al fianco di coloro che si schierano dalla parte della verità. Primo fra tutti , e per molto tempo uno dei pochi, il capitano Picquart, divenuto rapidamente maggiore , colonnello e capo dello spionaggio francese, molto apprezzato e stimato dai vertici militari. Fin quando non riflette su alcuni documenti intercettati nell’ufficio dello spionaggio tedesco e si accorge che la spia continua ad agire e, dopo alcune indagini, che è la stessa che ha scritto il documento chiave dell’accusa a Dreyfus. Dai dubbi sull’autenticità della documentazione, sul dossier segreto consegnato ai giudici, sulle procedure con le quali il tribunale ha rapidamente emesso il verdetto, alla certezza dell’innocenza di Dreyfus.

Il nauseante puzzo di fogne che impregna l’ufficio di statistica, sede dei servizi segreti francesi, metaforicamente rappresenta gli ufficiali che lavorano alle dipendenze di Picquart ma anche i suoi superiori, che pur sapendo dell’innocenza dell’ufficiale ebreo, la negano. “Il danno che ne deriverà all’esercito francese sarebbe enorme.” Picquart cerca alleati, sostenitori che lo appoggino nella sua convinzione di un colpevole errore giudiziario. Nessuno gli sarà vicino! Pagherà le sue accuse al vero colpevole, un alto ufficiale dalla condotta equivoca ma protetto perché di famiglia nobile, prima con l’allontanamento dalla Francia e poi con la prigione. Avrà vicino Pauline , donna sposata ad un funzionario del ministero ma amata da sempre, e gli amici più stretti . Il suo avvocato lo metterà in contatto con alcuni intellettuali che , messi al corrente dei risultati delle indagini di Picquart, si schierano al fianco suo e di Dreyfus. Il personaggio più famoso di questo gruppo è lo scrittore Zola, che pubblicherà nel gennaio del 1898 il “J’Accuse” , lettera aperta al Presidente della Repubblica Francese, con la quale accusa tutti i responsabili della condanna di Dreyfus, dai generali ai periti calligrafi, dal Ministro al Consiglio di guerra. Subirà per queste accuse un processo; perderà anche l’appello e sarà costretto a rifugiarsi a Londra. Ma ormai le acque si sono smosse.

Alla fine del 1898 si ordina il rientro di Dreyfus e la riapertura del processo. Sarà condannato una seconda volta, ma ad una pena più lieve e solo nel 1906 riabilitato completamente. L´ufficiale e la spia é un bel romanzo, avvincente come un poliziesco ma storicamente rigoroso come un documentario. Forte pur nell’assenza, il personaggio di Dreyfus al quale Picquart dà voce e corpo riuscendo ad ottenere, con la difesa strenua della verità, la restituzione dell’onorabilità . Il 13 luglio 1906 Dreyfus viene reintegrato nell’esercito con il grado di Maggiore ; Picquart prima generale diventa , dopo qualche tempo, Ministro della guerra. Il lettore, preso dalla trama, dagli intrighi, dai tradimenti, dalle menzogne, entra come spettatore egli stesso nel più grande scandalo della storia tra 800 e 900. Assolutamente da non perdere.

Lina D´Alessandro

 



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