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Recensione di La banda degli amanti di Massimo Carlotto

Creato il 17 settembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di La banda degli amanti di Massimo CarlottoVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Massimo Carlotto
Pubblicato da:E / O
Collana:Noir mediterraneo
Genere:Gialli
Formato e pagine:
Social:Goodreads
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scontato

Un tranquillo professore universitario scompare all'improvviso. Tutti lo cercano ma sembra svanito nel nulla. Dopo qualche mese il suo caso finisce tra quelli insoluti, la sua fotografia mescolata a quelle degli altri scomparsi. Solo una donna conosce la verità: Oriana Pozzi Vitali, la sua amante segreta, appartenente a una ricca e nota famiglia di industriali svizzeri.


Guido Di Lello, protagonista de La banda degli amanti, è un tranquillo professore universitario che scompare all’improvviso finendo dopo qualche tempo tra i vari casi irrisolti, ma qualcuno conosce la verità: una donna. Non una donna qualsiasi, ma Oriana Pozzi Vitali, la sua amante segreta, appartenente a una ricca e nota famiglia di industriali svizzeri. Oriana per tutto questo tempo ha preferito il silenzio, per evitare di essere coinvolta ma alla fine, schiacciata dai propri sensi di colpa, si confida con un’avvocatessa che a sua volta le consiglierà di rivolgersi all’investigatore senza licenza Marco Buratti, detto l’Alligatore. Buratti però non è un uomo facile da convince e Oriana si troverà a dover insistere arrivando a sbandierare tutti i particolari di quella relazione mantenuta così abilmente nascosta tanto da non aver mai insospettito nessuno, o quasi. Perché qualcun altro sapeva, o aveva scoperto qualcosa, e voleva approfittarne.

Con il suo carattere sempre schietto fino a rasentare la crudeltà Buratti farà capire fin da subito a Oriana che non può illudersi di ritrovare il suo amato Guido, però alla fine, soprattutto per riuscire a risollevarsi e a provare a dimenticare uno dei periodi più oscuri della sua storia, accetta il caso, coinvolgendo anche il fidato compare Max La Memoria in primis, e Beniamino Rossini e tutto il resto della banda dopo. I due amanti sono sempre stati così attenti che sembra essere praticamente impossibile trovare un solo piccolissimo indizio da cui partire per cercare di scovare questa “banda degli amanti”, ma poi grazie a un po’ di fortuna e alla collaborazione di Giulio Campagna, un poliziotto piuttosto sui generis, riusciranno a scovare un labile indizio che sembrerà metterli sulla pista giusta. Ma questa pista porta a una mente criminale piuttosto raffinata quanto crudele, ovvero Giorgio Pellegrini, con cui inizieranno a giocare una partita quasi mortale, lottando senza esclusione di colpi per la sopravvivenza e anche per la risoluzione di questo strano caso.

Approfondimento

Non conoscevo le precedenti avventure dell’Alligatore, anche se mi era capitato più volte di sentirne parlare in toni lusinghieri da alcuni, quindi inizialmente ho avuto un piccola difficoltà a riprendere un po’ le fila del passato di Buratti e dei suoi compagni. Ma devo fare i miei complimenti a Massimo Carlotto che con estrema abilità è riuscito a ritagliare, nella prima parte de La banda degli amanti il giusto spazio per chiudere un po’ il discorso con le situazioni passate dei nostri protagonisti e fare una sorta di punto della situazione. Probabilmente quest’idea ha reso, almeno inizialmente, la trama un po’ lenta, ma aveva la sua utilità soprattutto per comprendere pienamente la psicologia dei personaggi. Quando poi la mente diabolica della “banda degli amanti” finalmente si rivela, tutto assume un andamento diverso, una rapidità di azione con colpi di scena che mai ti aspetteresti e che fino all’ultimo ti fanno temere che i nostri “eroi” questa volta non riescano a spuntarla sul cattivo della situazione.

Razionalmente sai che l’Alligatore e i suoi compari non sono poi personaggi così puliti, e inizialmente, almeno per me che non li conoscevo affatto, cerchi di restarne distaccata, ma poi è praticamente impossibile non sorridere agli innumerevoli battibecchi tra Buratti e Max La Memoria, o rattristarti per quel passato macchiato di dolore che accomuna Buratti, Max e Rossini. Allo stesso modo quando Giorgio Pellegrini, nelle sue riflessioni, si palesa come la mente malvagia della “Banda degli Amanti” è impossibile non augurarsi che venga rapidamente scoperto e assicurato alla giustizia, ma a scontrarsi non sono tipicamente il bene e il male quanto più due stili “malavitosi” diversi, uno assolutamente senza regole e l’altro con un codice d’onore quasi impossibile da infrangere che porta i protagonisti dalla parte della giusta anche se non completamente.

WonderLibraiaLettrice

About Massimo Carlotto

Massimo Carlotto è nato a Padova il 22 luglio 1956. Nel 1976, giovane universitario e militante di L.C., scopre casualmente a Padova il cadavere senza vita di Margherita Magello, colpita da 59 coltellate, e viene accusato dalla polizia dell’omicidio dopo essersi recato volontariamente a testimoniare.

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