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Recensione di La casa di Parigi di Elizabeth Bowen

Creato il 24 gennaio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Elizabeth Bowen
Pubblicato: Sonzogno
Collana:Bittersweet
Genere: Narrativa Contemporanea
Formato: BrossuraPagine:

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Giudizio sintetico: three-stars


“La casa di Parigi” è un romanzo di Elisabeth Bowen pubblicato per la prima volta nel 1935. Protagoniste tre donne “catturate” dallo stesso uomo, Max Ebhart: una in particolare, la matura Madama Fischer, condizionerà le scelte del giovane fino alla sua distruzione. La storia oscilla tra presente, passato e ancora presente. Su tutti domina Leopold, bambino di nove anni che cerca disperatamente di farsi ascoltare dalla madre.

Il racconto del presente de La casa di Parigi si svolge quasi del tutto in una casa di Parigi, con finestre dalle quali entra solo il buio. È una casa borghese, nella quale vivono due donne, madre e figlia: la madre, Madame Fisher, costretta a letto da una malattia invalidante e la figlia Naomi, donna remissiva, attenta all’ordine e alla pulizia, sulla quale la vita aveva steso un velo di polvere che la rendeva opaca e smorta.

Ospite della casa, per un giorno, è Leopold, un bambino di nove anni, esile, dagli occhi scuri, dai tratti nobili, inquieto e solo. È, di fatto, il protagonista della prima e della terza parte del libro. Del tempo presente. Di due anni più grande di Leopold è Henrietta, l’unica a capirlo profondamente. Lui, in attesa dell’incontro con la madre che non ha conosciuto. Lei in attesa di essere portata alla stazione di Parigi e affidata a una persona che la condurrà dalla nonna.

La madre di Leopold, Karen, che impareremo a conoscere nella parte centrale del romanzo, quella in cui alla ribalta è il passato, non arriverà, e la delusione del bambino sarà grande, gli confermerà che la vita è un’aggressione ai suoi danni.

Il racconto del passato ci presenta Max, un uomo sferzante, piuttosto sfuggente, in procinto di sposare Naomi, ma attratto da Karen, fidanzata con Ray Forrestier, militare, impegnato al fronte, e perciò lontano. Anche Karen è attratta da Max, ne è segretamente innamorata: un viaggio in treno, in cui i due sono, loro malgrado, a stretto contatto fisico, una sosta su un prato con le mani che si stringono a lungo, il desiderio di viverlo almeno una volta l’amore, fa sì che Max e Karen si diano appuntamento a Hythe e trascorrano una notte di passione. Entrambi comunicheranno l’intenzione di rompere la promessa di matrimonio con i rispettivi compagni, e di sposarsi tra loro. Ma Max, più fragile e condizionabile di quello che appare, dopo una discussione con Madama Fisher, non sopporterà la pressione e la farà finita. Karen confesserà a Naomi di aspettare un figlio da Max, Leopold, che non ha intenzione di tenere e che sarà dato in adozione a una coppia di americani che vivono in Italia.

Il presente si riaffaccia alla ribalta e si ripresenta con il rifiuto, all’ultimo momento, di Karen di incontrare il figlio. Ray, diventato poco dopo la nascita di Leopold, marito di Karen, decide di andare all’appuntamento, di prendere Leopold, e, con la complicità di Noemi, di portarlo alla madre.

Approfondimento

La casa di Parigi è una storia di trappole. Da subito la casa delle Fisher si rivela una trappola. I due bambini, portati lì, si trovano rinchiusi con persone a loro del tutto estranee. La bambina Henrietta ha la funzione di spettatore di una tragedia, quella di Leopold, che solo lei sarà capace di cogliere in tutta la sua drammaticità. E sarà l’unica ad abbracciarlo e a condividere con lui un pianto disperato, il pianto di chi viene lasciato caparbiamente solo contro la sua volontà, di chi si è sentito strappare dolorosamente la capacità di immaginare, di fantasticare, di sperare. Non vuole vivere da pecora, vuole sapere, chiedere, capire. La madre, impedendogli di conoscerla, di incontrarla, ancora una volta lo rifiuta. Gli tende un’altra trappola.

Madama Fisher, l’anziana donna costretta a letto da una grave infermità, in trappola fin da quando, anni addietro, esercitava un potere amoroso ed economico sul giovane Max, del quale era stata innamorata. Lei, Naomi, intrappolata in un amore non corrisposto, acconsente di sposare Max anche se sa che lui non l’ama. Karen intrappolata dal senso di colpa, non sa perdonarsi né essere madre. Rinuncia ad amare.

I personaggi del libro oscillano tra scelte che nessuno saprà fare autonomamente e autenticamente. C’è in tutti la paura di mostrarsi per quello che si è e si prova, la paura del giudizio, la paura di amare. L’unico vero personaggio è Leopold, vittima innocente, che parla come un uomo adulto, anche se ha solo nove anni. La casa di Parigi è il quinto romanzo della Bower, nata a Dublino nel 1899, vissuta e morta a Londra nel 1973.




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