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Recensione di La cattedrale del mare di Ildefonso Falcones

Creato il 23 dicembre 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori
Recensione di La cattedrale del mare di Ildefonso FalconesRecensione di La cattedrale del mare di Ildefonso Falcones


Titolo: La cattedrale del mare

Autore: Ildefonso Falcones

Pubblicato: Novembre 2007 da Longanesi

Collana: La Gaja scienza

Genere: Romanzo Storico

Giudizio: Recensione di La cattedrale del mare di Ildefonso Falcones

Spagna. Principato di Catalogna, XIV secolo. Nel povero quartiere barcellonese della Ribera è in fase di costruzione la cattedrale di Santa Maria del Mar, voluta del popolo. Arrivato nella città ancora in fasce, il piccolo Arnau resterà affascinato da quelle monumentali mura destinate ad assistere alla crescita del giovane e alle vicissitudini di una società in fermento.

Tieniti pure le nostre terre, signore di Bellera; noi ci terremo la nostra libertà.

Pronunciando queste parole Bernat Estanyol lasciò frettolosamente tutto ciò che apparteneva da sempre alla sua famiglia per sfuggire alle persecuzioni del signore di Bellera, raggiungendo insieme al piccolo Arnau la città di Barcellona. Lì avrebbero ottenuto, trascorso un anno, un documento attestante la propria condizione di liberi cittadini, che li avrebbe protetti. Nonostante Barcellona fosse conosciuta nel principato come "città di liberi cittadini", nascondeva un razzismo alimentato da una difficile convivenza tra cristiani, ebrei e musulmani e un sistema di caste che caratterizzavano la società medievale. Tutto ciò permise al giovane Arnau di entrare a far parte della comunità cittadina di lavoratori (Bastaixos) fedeli alla Vergine del Mar, scoprendo nel giovane amico Joan un fedele fratello.

Una grande tragedia era tuttavia in agguato: la società spagnola stava crescendo molto rapidamente ma l'organizzazione sociale, e in particolare quella contadina, non sarebbe riuscita a mantenere i ritmi di crescita per riuscire a sfamare tutta la popolazione. Tutti, indistintamente, sarebbero comunque stati in difficoltà, e questa consapevolezza portò la comunità barcellonese alla rivolta contro le autorità della città che, mettendo a tacere i fomentatori della rivolta, diedero mostra di tutta la loro crudeltà mentre tra la popolazione veniva pronunciata, come un ritornello, un'amara frase: "Fame [...] Aveva solo fame". Dopo questa prima soppressione da parte del governo cittadino giunse dal mare, nel quale si stavano combattendo dure lotte per il controllo delle rotte commerciali, la mortale peste; era il 1348 e Arnau, ormai bastaix amato dai propri confratelli e da buona parte del povero popolo barcellonese, dovette reagire alla perdita di persone con le quali aveva intrecciato profondi rapporti affettivi.

Pensando di aver ormai perso qualsiasi motivazione per lottare per la propria sopravvivenza in una Spagna alle prese con sempre più disordini causati da un lento decadimento delle istituzioni feudali, soppiantate da nuovi apparati statali, il protagonista decide di lasciarsi tutto alle spalle; salvo poi ritornare sul proprio cammino combattendo contro le istituzioni per la propria libertà, come per quella altrui, e per un amore che anche il destino sembra voler vedere distrutto per sempre. La sua ultima sfida sarà rappresentata dalla severa Inquisizione; anche in questa drammatica occasione, la fede di Arnau e il rispetto conquistato in tanti anni di lotte e resistenze, faranno sì che un potere tanto più grande di quello riposto dallo stesso Arnau nella Vergine del Mar possa soccorrerlo un'ultima volta.

Leggendo La cattedrale del mare il lettore non può fare a meno di essere trascinato all'interno della narrazione, vivendo in prima persona le gioie delle conquiste e la sofferenza delle perdite di intere comunità o di singoli individui costretti a una condizione di schiavitù perenne provocata dalla sfrontatezza della nobiltà, nelle struggenti passioni o nell'intransigente destino. Poco importa l'estrazione sociale di appartenenza poiché per Arnau, incarnazione dell' "eroe medievale", è necessario combattere sempre e comunque per il rispetto della necessaria e naturale condizione di libertà appartenente all'essere umano. Incredibili e quasi inconcepibili sono infatti le azioni che compie e i sentimenti che ispirano l'uomo a compiere gesti di estremo coraggio nella lotta alla sopravvivenza e al rispetto della propria condizione di essere vivente.

Approfondimento

Arnau, vero e proprio protagonista del libro di Falcones, rappresenta ciò che si potrebbe definire un "eroe medievale"; dedito alla fede e alla Madre Vergine Maria egli affronta la vita reale senza farsi mancare marachelle giovanili, ma senza nemmeno venire meno ai propri compiti di uomo e marito a costo di rischiare la propria vita per la salvaguardia dei propri diritti e del proprio pensiero.

Falcones riesce a rendere in modo fluente e chiaro ogni complicata situazione e intrigo famigliare presente nella storia, riuscendo infatti a realizzare una perfetta mescolanza tra realtà storica e invenzione romanzata. L'autore riesce ad attrarre il lettore all'interno della medievale Barcellona permettendogli di vivere in prima persona le avventure dei protagonisti riuscendo a trasmettere anche gli stessi sentimenti provati dai personaggi nelle diverse situazioni.

Dal comico al tragico la penna di Falcones non tradisce la curiosità del lettore, non arretrando nemmeno di fronte alle crude descrizioni di stupri e persecuzioni fatte sapientemente apparire in modo sottile all'interno dell'intreccio narrativo. Questa abilità di Falcones è constatabile nell'esempio proposto di seguito: ecco come viene raccontato uno dei numerosi eventi che costellano la tragica vicenda del popolo ebraico parallelamente allo svolgimento della trama principale.

"Un ebreo!" gridò un altro dei ragazzini. Tutto il gruppo partì di corsa in direzione di un bambino che potava sul petto la rotella rossa e gialla, e che si diede alla fuga non appena si rese conto che stavano puntando verso di lui. Il piccolo ebreo riuscì ad arrivare all'ingresso del ghetto prima che il gruppo potesse raggiungerlo, e i ragazzi si fermarono bruscamente davanti alla porta. Con Arnau e Joanet, però, era rimasto un bambino ancor più piccolo di Joanet, con gli occhi sgranati di stupore per il tentativo di quest'ultimo di ribellarsi al più grande.
[...]
"Approfittatene per scappare, perché Pau", aggiunse con un cenno del capo in direzione della banda, che stava già tornando verso di loro, "sarà arrabbiatissimo e se la prenderà con voi. Si arrabbia sempre quando gli scappa un ebreo."
Noemi Veneziani

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