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Recensione di La donna in nero di Susan Hill

Creato il 09 maggio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

0 Flares 0 Flares × Recensione di La donna in nero di Susan HillLa donna in neroSusan Hill
Pubblicato daPolillo
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Collana:Obladì obladà
Genere:Horror
Pagine:
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La trama:

Il giovane avvocato londinese Arthur Kipps viene incaricato di recarsi a Crythin Gifford, sperduto villaggio circondato da paludi, per presenziare ai funerali di un'anziana cliente e occuparsi della gestione dell'eredità. La vecchia signora Drablow viveva da reclusa a Eel Marsh House, una dimora lugubre e isolata raggiungibile solo in determinate ore della giornata quando la marea si ritira lasciando libera dalle acque l'unica via d'accesso. Per il giovane Kipps, in procinto di sposarsi, è l'occasione di dimostrare finalmente le sue capacità. È la prima volta che il titolare dello studio gli affida un compito di una certa responsabilità.

Il protagonista e narratore di La donna in nero è Arthur. Rimasto vedovo a ventitré anni dopo un solo anno di matrimonio, sposa passati oltre tredici anni Esmè, anche lei vedova e con quattro figli. Gli anni passano e con Esmè  Arthur sembra recuperare la pace e la serenità perdute. Ritroviamo così Arthur e sua moglie, ormai avanti negli anni e i figli adulti, riuniti la sera della vigilia di Natale. Dopo la cena, come da tradizione, tutti attorno al camino acceso, le luci spente, inizia la narrazione di racconti di fantasmi. Arthur ascolta le storie raccontate dai figliastri sentendosi escluso e allo stesso tempo irritato dalla stupidità dei racconti i quali però fanno riemergere i fantasmi del suo doloroso passato. Quando anche a lui viene chiesto un racconto egli si rifiuta ed esce dalla casa. Passeggia per diverse ore nel frutteto illuminato dalla luna e riflette sul comportamento scortese e associale che ha riservato alla sua famiglia e alle cause che l’hanno scatenato. Arriva così alla conclusione che l’unico modo per esorcizzare e forse liberasi dei fantasmi del passato, lenendone il dolore è raccontare la sua storia.  Inizia così a mettere per iscritto i ricordi del suo tormentato passato con sorprendente lucidità e ricchezza di particolari nonostante siano ormai passati moltissimi anni.

Arthur si rivede ventitreenne, giovane avvocato pieno di speranze alle prese con il suo primo incarico di responsabilità. Deve recarsi a Crythin Gifford una remota cittadina situata nel nord dell’Inghilterra per occuparsi del testamento della “stramba” signora Drablow appena deceduta e partecipare alla funzione funebre. La signora Dralow, senza amici e parenti, sembra aver vissuto una triste esistenza chiusa nella casa di Eel Marsh senza nessun contatto con gli abitanti della cittadina. Arthur arriva dopo un lungo viaggio in treno in un luogo affascinante e allo stesso tempo misterioso ed inquietante. Egli non riesce a capire come mai gli abitanti di Crythin Gifford si rifiutino di raccontargli la storia della signora Drablow e gli sconsiglino di passare la notte nella casa di Eel Marsh.

E chi è la signora vestita di nero che Arthur scorge durante la funzione funebre? Perché il signor Jerome, l’agente immobiliare e unico altro partecipante alla funzione quando Arthur gli chiede chi sia diventa improvvisamente pallido e ne nega la presenza? Tutti questi misteri non fanno che rafforzare la curiosità di Arthur. Lui uomo di città, razionale e di buon senso, pervaso da quel senso di superiorità del cittadino verso il provinciale che spesso porta a credere che gli abitanti di remote e isolate regioni siano più superstiziosi, ingenui, rozzi e primitivi degli abitanti delle città, non può farsi condizionare da pettegolezzi e fole locali gonfiate oltre misura per dare un po’ di colore e melodramma alla vita quotidiana.

Nella tetra e isolata casa di Eel Marsh, raggiungibile durante la bassa marea solo attraverso la Strada rialzata delle Nove Vite, circondata da una palude tenebrosa e avvolta da una nebbia quasi palpabile “come fosse fatta di milioni di dita che si arrampicano su di me, mi si arrampicano a dosso per poi scivolare via”, Arthur scoprirà che le fole locali non sempre sono frutto di irrazionali e ignoranti credenze. La capacità dell’autrice Susan Hill di dipanare lentamente il mistero, la descrizione particolareggiata del paesaggio, della nebbia che diventa quasi un personaggio reale, le sensazioni che il protagonista prova, sensazioni che vengono trasmesse al lettore riuscendo a trattenere e catturarne la curiosità fino all’epilogo quando finalmente scoprirà il perché Arthur sia stato così profondamente condizionato da questo viaggio.

Natascia Carta



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