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Recensione di La gente che sta bene di Federico Baccomo

Creato il 07 marzo 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori
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In breve..

L'avvocato Sobreroni è un uomo di successo, orgoglioso di ciò che ha saputo creare dal punto di vista lavorativo, sociale e famigliare. Ma, proprio perché il successo dà alla testa, si trova a vivere un'ebbrezza effimera, che si spegne non appena le ombre della vita si fanno più contrastate ed evidenti.

Considerando che mi hai nascosto per tre mesi il fatto che avevi una moglie e due figli e poi sei riuscito a dire non è mai venuto fuori il discorso, direi che in termini di maturità, non sei nemmeno pronto per l'acne.

Giuseppe Ilario Sobreroni. Un avvocato stereotipato proveniente dalla Milano bene, che colleziona i successi della vita senza nascondere quel tocco di egocentrismo e orgoglio che lo caratterizza. Una posizione lavorativa di spicco, una famiglia composta dalla moglie Carla, paziente e, diciamolo, piuttosto remissiva, dal figlio minore Giacomino, in cerca dell'attenzione paterna, e da Martina, la figlia maggiore che da tempo ha smesso anche di provare a cercare la considerazione della quale avrebbe avuto, evidentemente, bisogno. Lusso sfrenato, tra abiti di alta moda e inviti a feste esclusive, e il bisogno di essere sempre in riga, pronto a lanciare quella battuta sarcastica che tutti si aspetterebbero di sentir pronunciare da un personaggio così spocchioso ed esibizionista. Questi, in sostanza, gli elementi che contraddistinguono l'atteggiamento di Sobreroni, che ignora totalmente le richieste esplicite e implicite dei membri di quella famiglia della quale va tanto orgoglioso, concentrandosi solo e soltanto su se stesso.

E anche Patrizio Azzesi, noto e ricco avvocato milanese, si profila come un individuo molto simile a Giuseppe: una moglie molto bella dalla quale si sta separando, festini, soldi a valanghe e promesse fatte a Sobreroni che cade nei suoi tranelli senza rendersene conto. Finisce così a volare per Londra, con la speranza di ottenere una posizione interessante dal punto di vista lavorativo, attraversando un vortice di eventi che lo porteranno a una caduta in picchiata dal cielo splendente e luminoso nel quale, fino a poco prima, si trovava.

La gente che sta bene è un romanzo estremamente cinico, che riesce a descrivere in maniera accurata l'esistenza, tutto sommato, vuota di un personaggio che in realtà crede di detenere il mondo nel palmo della propria mano. Federico Baccomo "Duchesne" delinea un personaggio molto arrogante, talvolta sgradevole, ma per il quale riusciamo a provare della genuina pena, vedendolo così intento a rincorrere quelle ombre platoniche proiettate sul muro della sua personalissima caverna. Essendo, inoltre, la vicenda narrata in prima persona, acquista i tratti di un flusso di coscienza joyciano, in special modo nella parte conclusiva e finale del racconto.

Quello che manca a La gente che sta bene è un umorismo comprensibile sin dalle prime pagine: solo dopo aver intuito di che pasta è fatto Sobreroni si capisce che quell'umorismo è più che altro cinismo puro e semplice.

Eleonora Vaiana

I dialoghi in cui gli interlocutori ripetono a pappagallo quanto detto dalla persona che si trovano di fronte o all'altro capo del telefono, sono molto pesanti da digerire in un contesto così dinamico, frenetico e veloce. La storia si fa particolarmente interessante sul finale, dove si nota uno spiraglio di presa di coscienza della propria esistenza, che, tuttavia, non ha modo di svilupparsi a dovere per dare un senso di completezza all'intera vicenda e al personaggio di Sobreroni.

Recensione di La gente che sta bene di Federico Baccomo

Sobreroni è la rappresentazione della routine quotidiana che diventa difficile da sopportare. Difficile, almeno, per chi si trova a leggere in prima persona ciò che un individuo di successo fa nell'arco delle proprie giornate. Siamo sicuri che si tratti proprio di successo?

Giuseppe è un uomo fondamentalmente molto solo. La sua famiglia non lo considera, l'unico a farlo è Giacomino, che viene ripagato con la moneta dell'indifferenza, a tratti con il fastidio provato da un padre che non ha minimamente interesse a far conoscere al figlio il mondo. Forse perché Giuseppe si vergogna, quasi, di avere un figlio così sensibile dal punto di vista artistico e creativo? Probabile, considerando che reputa la moglie Carlita troppo indulgente nei confronti di Giacomino che, se avesse preso qualche sberla in più, a suo dire, sarebbe stato un individuo migliore.

Sobreroni è un uomo dal successo apparente, che non ha amici veri. Lo dimostra l'azione di pulizia del suo studio di avvocati, che non si fa problemi a utilizzare le sue stesse parole per cacciarlo. Avvocati amici, con i quali parla del più e del meno, con i quali dimostra di avere un rapporto non relegato soltanto a quello della vita da ufficio.

Pur pugnalandolo alle spalle, Giuseppe non tarda a tornare indietro quando la situazione si ripresenta favorevole per il suo egocentrismo e per le sue tasche, ma a quel punto la vita si impone e si impenna, presentandosi con quelle difficoltà che lo obbligheranno a porsi due domande. Del resto, cosa è il successo se non una semplice parola, quando non si ha nessuno con cui condividerlo? O meglio, quando non si vuole nessuno con cui condividerlo?

About Federico Baccomo

è nato a Milano nel 1978. Ha esordito nel 2009 con Studio illegale, ispirato all'omonimo blog, un romanzo di grande successo da cui è stato tratto un film con Fabio Volo. Anche da La gente che sta bene, il suo secondo romanzo, è in preparazione un film che avrà come protagonista Claudio Bisio.

Recensione di La gente che sta bene di Federico Baccomo

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