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Recensione di La macchina della felicità di Flavio Insinna

Creato il 26 febbraio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di La macchina della felicità di Flavio InsinnaVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Flavio Insinna
Pubblicato da:Mondadori
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
in offerta
scontato
Trama:

Come ci cambia l' amore? Chiedetelo a Vittorio, che a parte fare il supervisore di un Casinò  e vedere film il martedì sera non fa altro. Chiedeteglielo perché la sua storia vi stupirà in una certa misura, lui sa darvi la risposta. Anzi, non chiedete. Lasciate che ve lo racconti, come si torna a vivere.


Il Flavio Insinna che non tutti conoscono, quello che che si diverte a scrivere. Che si appassiona a farlo, forse, quanto a recitare. Torna con una storia, dopo il successo di Neanche con un morso all’orecchio, di felicità sopra l’ infelicità. Una storia che per me si chiama “Come asfaltare l’ infelicità”, non so se Insinna sia d’ accordo (probabilmente glielo chiederò nell’ intervista che è in programma), di certo è meno poetico ma rende l’ idea. Il protagonista de’ La macchina della felicità è Vittorio, un uomo sobrio e a modo che ha perso le sue occasioni o che forse non le ha mai avute, quelle spesso devi creartele tu, devi andare a stanarle. Vittorio non lo fa, si lascia vivere dagli eventi e ben presto il lavoro di supervisore in un Casinò diventerà tutto. Insonnia, donne che non sanno curarlo, cambi di abito, un salto dalla sala all’ altra tra le slot e i tavoli da gioco. Stop e rewind. Sempre lo stesso. Il suo unico collegamento con la realtà sono i martedì di luce naturale, l’ unico momento libero della settimana speso al cinema, che lo fanno diventare, di fatto, un cinefilo esperto di insuccessi, di grandi promesse e pellicole flop.

La realtà del gioco, di quella schiavitù elegante e colorata che ha come fine ultimo perdere per tornare a giocare, ha formato uno strato di cinismo in Vittorio. La sensazione è che sia diventato un automa, schiavo come i giocatori, dell’ infelicità che propina il banco. E il banco vince.

Ecco, qui dentro, viene chi non ha il coraggio di cambiare le cose da solo e spera che lo facciano i numeri. Delega le sue scelte alle carte, che il cuore, però, ce l’hanno solo disegnato. (“La macchina della felicità, Flavio Insinna)

In uno dei suoi martedì di libertà conoscerà Laura, che stacca i biglietti per gli spettacoli del cinema. Che non sa quanto è bella. Che è profondamente infelice con una situazione familiare complessa alle spalle. Laura diventerà ben presto una dolce ossessione, una sfida, il vero punto di incontro con la realtà (sostituendo di fatto la mediocrità dei film!). E come spesso accade, le persone belle si rivelano degli specchi, riescono a farci guardare dentro. Vittorio cercherà la sua identità, con la scusa di rendere felice Laura dovrà rendere felice se stesso. Cambiare gioco. Cambiare banco.

Vittorio convive con la famiglia di giocatori dell’ Atmosphere, conosce tutti e ce li presenta. I coniugi Della Piana, Irina l’ acchiappa pollastrelli, il Professore che studia i metodi per sbancare e li condivide con i giocatori, Orlando il barista con cui scambia battute di film, Lynn la cameriera ai piani dell’ albergo del Casinò, silenziosa ma premurosa. Ma non basta più. Forse è venuto il momento di accendere la macchina della felicità, di lasciare quella famiglia per un’ altra, con tutti i rischi, le incognite, le sfide che questo comporta. Lasciare tutto, che finora è stato quasi niente. Cercare di fregare il banco. Dare un’ opportunità che vale come rimborso, a se stessi e a chi non ne ha mai avute.

Il titolo è collegato a un particolare della storia ed è anche una scelta ponderata che rispecchia l’ anima di questo libro. I termini “macchina” e “felicità” appaiono in antitesi tra loro, se una macchina è qualcosa di costruito ed artificiale la felicità è qualcosa di assolutamente spontaneo, che non si può generare in automatico o costruire. Tranne in un caso: quando questa macchina siamo noi.

Un estratto dal libro

Un estratto dal libro

 

Approfondimento

L’ amore per il cinema, per le persone, l’ amore e basta (si fa per dire). Una storia su quello che è capace di farci fare l’ amore. Briciole di esistenza lasciate con ironia da Vittorio, con sofferenza da Laura, con la rabbia dell’ adolescente in crisi da Giulia, con apprensione da nonna Alba, con illusione dai giocatori. Il coraggio di cambiare le carte in tavola, non su un tavolo verde, su quello del futuro. La macchina della felicità è una lettura delicata ma che non cade nello svenevole, anche se qualche brano appare ovvio è ricco di pensieri originali, sia nella forma che nel contenuto. La caratteristica che più mi ha colpito è stata quella della sensibilità dei personaggi, in primis del protagonista. Un vivere di pancia. Utopia? Sì, in larga parte, ma mentre leggi o scrivi un libro sei in un posto dove puoi immaginare quello che desideri che sia, là fuori, nella vita reale.

Altra nota positiva è il ritmo. In questo Insinna è bravo, ed è cosciente di esserlo, lo si comprende da come struttura la narrazione, dalla lunghezza dell’ introspezione e dei dialoghi, dalla lunghezza dei periodi e dall’ utilizzo regolare di brevi frasi ad effetto che ravvivano l’ attenzione del lettore. É una semplicità voluta che pesca dal cuore. Una storia ordinaria, se vogliamo, che diventa notevole quando è vestita di sentimenti.

Non c’ è trucco e non c’ è inganno. Siamo noi, quelli con un cuore.

AMARE. Più di questo non si può. (“La macchina della felicità“, Flavio Insinna)

 

Flavio Insinna

(Roma, 3 luglio 1965) è un attore, scrittore e conduttore televisivo.

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