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Informazioni sul libro
Titolo:Ernst Lothar
Pubblicato da:E / O
Collana:Gli Intramontabili
Genere:Narrativa Contemporanea
Formato e pagine:
Social:Goodreads
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Trama:
Al numero 10 della Seilerstatte Christoph Alt, costruttore dei migliori pianoforti d’Austria tanto che rappresentano la “Melodia di Vienna”, crea una gabbia dorata per i suoi eredi: nel suo testamento impone a tutti loro di abitare nella casa di famiglia, pena l’esclusione dalla successione. All’interno delle sue stanze gelide vediamo crescere i figli e i nipoti del capostipite, li vediamo sposarsi e metter su famiglia, irrimediabilmente condizionati da ciò che accade fuori: prima i fasti poi la caduta dell’Impero degli Asburgo, le grandi guerre e l’avvento del nazismo.
Adoro le storie di famiglia, dove per non perdere il filo, devi appuntarti l’albero genealogico e man mano che vai avanti aggiornarlo quasi come se fosse il tuo. Sì, perché entri talmente nelle loro dinamiche famigliari che ti sembra di farne parte e ne La melodia di Vienna sei proprio lì, al n°10, nelle sue stanze gelide e non solo per la mancanza di un adeguato sistema di riscaldamento.
Infatti dalla morte del capostipite, Christoph, la cui intenzione era tenerla unita, la famiglia soffre della convivenza forzata e il risultato sono i loro rapporti di ghiaccio, di malcelata sopportazione reciproca. L’arcigna zia Sophie, unica sorella superstite di Cristoph, quando il nipote Franz, meno bello, meno distinto, meno capace del nipote preferito Otto Eberhard, decide finalmente di sposarsi non è contenta della sua scelta: Henriette, la nostra Madame Bovary viennese, troppo bella, appariscente e frivola, non è all’altezza della famiglia Alt perché è figlia di un eminente professore universitario, ma ebreo, e di una cantante di dubbia reputazione. Proprio per difendere la sua memoria Henriette sposerà Franz: ricattata da un giornalista senza scrupoli che minaccia di pubblicare un’avventura extraconiugale della cantante, la nostra eroina pensa che un marito devoto non potrebbe mai negarle un aiuto.
Solo dopo il matrimonio scoprirà che al paparazzo basterà la minaccia di denunciarlo per tirarsi indietro. Sollevata, ma allo stesso tempo sconvolta Henriette realizza di aver rinunciato inutilmente al suo grande amore, il principe ereditario Rodolfo, e di averne causato la morte: il delfino infatti si suiciderà il giorno stesso del loro matrimonio.
Henriette non è la protagonista del romanzo, anche se tutte le storie all’interno della casa girano intorno a lei e ai suoi figli: Hans, il prediletto, il nazista Hermann e la scialba Franziska, trascurati e dimenticati, Marta Monica, l’illegittima ma la più amata. Ma è attraverso Hans che usciamo dalla casa e Lothar ci presenta l’Austria che non conosciamo, le sue contraddizioni, la decadenza dell’Impero, la guerra e il progresso che la investono. È l’immagine dell’Austria stessa che vuole contrapporre a quell’idea stereotipata che ci si forma guardando solo le facciate barocche ed eleganti delle case di Vienna, come quella del numero 10 della Seilerstatte, senza entrare nelle loro stanze.
Approfondimento
Stavo leggendo I Buddenbrook quando la collega Giulia ci ha calorosamente consigliato La melodia di Vienna di Ernst Lothar accostandolo al capolavoro di Mann. Molte sono le similitudini, in effetti, e Lothar non sfigura affatto! In entrambe troviamo diverse generazioni di una famiglia altolocata con una ditta importante e rispettata che si tramanda di padre in figlio. Così come la contrapposizione di indole e carattere dei fratelli Otto Eberhad e Franz prima e Hans e Hermann poi, ricordano il contrasto tra i fratelli Thomas e Christian Buddenbrook.
Decisamente diversa è la grande casa di famiglia: per gli Alt è una prigione, mentre per i Buddenbrook è il simbolo della loro grandezza e un porto sicuro in cui tornare. Poco di quel che accade in Germania scuote la vita dei personaggi di Mann, mentre la storia dell’Austria, la sua società e anche i suoi protagonisti diventano centrali per Lothar. La decadenza li accomuna ancora, anche se in maniera differente: i Buddendbrook decadono socialmente, economicamente, fisicamente. Ne “La melodia di Vienna” è tutta l’Austria a decadere insieme agli Alt.
Ma mentre Mann non lascia neanche uno spiraglio con la morte di Hanno, Lothar ci lascia sperare con Hans. Cercando la sua strada al di fuori della ditta di famiglia, Hans si imbatte nel giovane e schivo Hitler all’esame per l’accademia d’arte e si meraviglia di come quell’ometto ridicolo anni dopo riesca a convincere le masse a compiere atrocità in suo nome, apprezzerà il rivoluzionario Ebeseder che morirà per i suoi ideali, sposerà Selma Rosner, un’attrice anticonformista e altrettanto rivoluzionaria nella sua modernità. Hans è l’immagine dell’austriaco che Lothar ci vuole presentare: indomito, sognatore e idealista, onesto e coraggioso che va avanti, nonostante la guerra, la morte e la decadenza. Lothar ha scritto più di venti romanzi di cui solo poche opere, purtroppo, sono state pubblicate in Italia, nonostante il successo riscosso anche dai numerosi film tratti da esse. La Melodia di Vienna fu pubblicato per la prima volta in America nel 1944, ma, messo al bando dal regime nazista, uscì solo nel 1947 in tedesco e in Italia abbiamo dovuto aspettare addirittura il 1982.
Oggi grazie al passaparola, io stessa ne sono testimone, riscuote il successo che merita!