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Recensione di La musica segreta dei ricordi di Alyson Richman

Creato il 08 maggio 2014 da Leggere A Colori @leggereacolori

5 Flares 5 Flares × Recensione di La musica segreta dei ricordi di Alyson RichmanLa musica segreta dei ricordiAlyson Richman
Pubblicato daPiemme
Data pubblicazione in Italia:
Formato:
Genere:Romanzo Storico
Pagine:
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La trama:

Il colore delle arance e il suono della poesia sono per Salomé la felicità. Quelle arance che, ancora ragazzina, raccoglieva quando studiava in collegio, nelle quali, per poterla conquistare, Octavio aveva  nascosto i versi delle poesie che amava. Un’armonia di suoni e di colori che verrà frantumata dai ricordi delle torture subite a causa della dittatura cilena del generale Augusto Pinochet, che Salomé cercherà dolorosamente di superare.

Sono gli anni della dittatura di Pinochet, è il febbraio del 1974, quando Salomé viene rilasciata dopo una lunga detenzione di torture e sevizie e abbandonata al sorgere del mattino sul suolo umido, in un parco di Santiago del Cile. Gli odori e i rumori della vita cittadina risvegliano Salomé, che ormai è soltanto una sagoma sul terreno, un cumulo di dolore. L’oscurità della prigione sembra aver intorpidito i suoi sensi a tal punto da non riuscire a sostenere nemmeno la luce debole del mattino ma il desiderio di ritornare a casa dai suoi familiari, anche se lacerata e incapace anche soltanto di emettere un suono, prevale.

Una volta a casa, si sente rinchiusa nel silenzio, un silenzio però ricercato e voluto a tutti i costi, purtroppo a discapito del rapporto con il marito, Octavio, noto attore di cinema ai tempi di Allende, per il quale non nasconde il suo rancore per non aver saputo anteporre la famiglia al suo idealismo. Questa nuova vita deve essere quindi priva di suoni a tal punto che Salomé non riesce nemmeno ad ascoltare la musica che un tempo tanto amava, quella musica di quel grammofono dimenticato in uno scatolone, che ogni volta la riporta a quelle stanze chiuse di Villa Grimaldi alla periferia di Santiago, nelle quali, durante le torture della polizia segreta di Pinochet, si sentivano risuonare le arie delle opere di Mozart. Anche se non vuole saperne di quel grammofono ed è Octavio che lo porta con loro in Svezia, dove hanno richiesto asilo politico, la musica dei ricordi continua a risuonare. Salomé decide però di non rivelare al marito e ai suoi figli le sevizie subite durante la detenzione, quelle ferite che l’hanno resa una persona ormai diversa. La famiglia deve essere protetta da una realtà tanto crudele e inconcepibile, una realtà che non può essere trasmessa a chi si vuole bene. E così riuscirà a raccontare la sua storia soltanto a uno sconosciuto, un medico, Samuel Rudin, che la aiuterà a rielaborare il suo passato e a riprendere a vivere.

La musica segreta dei ricordi è quindi un romanzo sul valore dei ricordi e su come quest’ultimi ci plasmano e ci trasformano inesorabilmente. Salomé compie un viaggio che la modifica profondamente: dopo il rapimento, non è più banalmente la ragazzina che raccoglieva le arance, della quale Octavio si era innamorato. Sono le ferite del suo corpo che hanno determinato il cambiamento: le esperienze vissute, anche se negative, i loro ricordi sono un valore imprescindibile e rappresentano il tesoro che ognuno di noi custodisce e che ci determina per come siamo. Questo credo sia il pregio di questo libro, che sa inoltre coinvolgere il lettore senza tregua dalla prima all’ultima pagina. Le pagine della detenzione di Salomé a Villa Grimaldi non possono che colpire profondamente il lettore, anche se in altre parti del libro, l’autrice indugia forse troppo in particolari descrittivi, che tolgono forza ad una storia così importante, ricca di intrecci e flashback continui. Il romanzo è comunque prezioso, perché ha il merito di far riflettere su un tema fondamentale e purtroppo sempre attuale, quello dell’instaurarsi di una dittatura e delle sue terribili conseguenze. Questo libro potrebbe essere la base perfetta per una sceneggiatura di un film.

Chiara Torelli



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