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Recensione di La setta delle tre erre di Stefano Uggè

Creato il 27 gennaio 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Recensione di La setta delle tre erre di Stefano UggèVoto:
Informazioni sul libro
Titolo:Stefano Uggè
Pubblicato da:Cavinato
Genere:HorrorThriller
Formato e pagine:
Social:Goodreads
Disponibile su:
scontato
Trama:

Vincenzo è il Gran Maestro di una setta satanica torinese, e grazie a questa carica ha raggiunto il potere economico e il controllo in tutta la città. Per raggiungere i propri scopi, rapisce una donna, rovina la vita al marito, sacrifica un amico di lunga data, e sfida il male più oscuro per vincere una lotta che lo schiaccerà.


Sono tante le storie che s’intrecciano in queste pagine. Ci sono storie d’amore, d’odio, di fatti accaduti nel passato e di altri nel futuro; poche sono le azioni che si sviluppano alla luce del sole, moltissime sono quelle che serpeggiano nell’oscurità.

Tutto comincia con il male. Il male che pervade Sandro nei momenti di follia. Un male che gli ha fatto aggredire più di una donna e che ha fatto fuggire Linda, l’unica che abbia mai amato. Proprio per questo rifiuto sentimentale, decide di agire secondo le sue regole: creando ad arte un incidente in macchina, la rapisce e la nasconde fino a quando non metterà alla luce il figlio che aspettava dal marito Sandro. Questo bambino sarà allevato per diventare una macchina al servizio del male oscuro, ma nessuno, neppure colui che gli ha dato l’anima, poteva prevedere la quantità di potere malvagio che avrebbe accumulato e il risultato che questo avrebbe prodotto.

I protagonisti sono molti. C’è Vincenzo, il Gran Maestro cospiratore dalla mente malvagia, Franco, un’anima in pena, Caterina, una donna che non ha conosciuto la sua famiglia, Sandro, un uomo che la sua famiglia invece crede di averla distrutta, e infine Marbas, un ragazzo che porta il nome di un demone e nelle cui vene scorre il male più nero. Insieme al dolore, è la vendetta che la fa da padrona nel libro. Tutta la vicenda prende il via con la necessità di Vincenzo di vendicare l’amore non corrisposto di Linda, e questa sua scelta coinvolge Sandro, Franco, Linda stessa e Marbas, oltre a tutti gli adepti che Vincenzo ha praticamente al suo servizio.

È il 2020, siamo pochi anni nel futuro, ma è quel giusto che basta per fantasticare sulle nuove possibili tecnologie che sono state inventate, a cominciare dal teletrasporto. Anche se lì prende atto la maggior parte degli eventi, nella lettura veniamo a conoscenza del passato di tutti i personaggi, degli eventi che li hanno fatti diventare le persone che sono ora e dei legami che neppure loro sanno quanto li colleghino l’uno all’altro.

Siamo a Torino, una città ricca di storia ufficiale ma anche di leggende oscure. Si dice infatti che sia il vertice unico di due triangoli magici: quello della magia bianca con Praga e Lione, e quello della magia nera con Londra e San Francisco. Alcuni sostengono che la fontana del Frejus in Piazza Statuto sia la porta per l’Inferno. Teatro dei riti della Setta delle tre erre è la chiesa che vedere nell’immagine in cima a questo articolo: è la Gran Madre di Dio. Proprio in questa chiesa sono state trovate negli anni le tracce di riti satanici, e Stefano Uggè ha saputo immaginare il mondo che c’è dietro a queste (si spera) leggende.

Dopo avervi rivelato il perché, il chi, il quando e il dove, non me la sento di andare oltre nella trama, non abbiatemene a male. La storia è molto articolata e complessa, e non si può descrivere senza rivelare delle informazioni che saranno cruciali nello svolgimento di tutti gli eventi. L’unica cosa che vi posso assicurare è che tutto il libro è stato avvincente. Non c’è stata una pagina in cui non mi sia annoiata o una parola che abbia saltato. Nonostante le vicende descritte siano tante e dislocate in tempi diversi e la narrazione sia ricca di flashback e salti nello spazio, tutto è comprensibile e il filo del discorso non si perde mai. I personaggi hanno il giusto incedere, compaiono quando il terreno è pronto e aggiungono un nodo nella tela del narrazione senza mai farla diventare troppo pesante. Tutti hanno un compito e Stefano Uggè li ha diretti a dovere, come il migliore dei registi.

 

Approfondimento

Non abbiate paura de´ La setta dette tre erre. Può sembrare troppo per i più delicati d’animo, ma bisogna solo cominciare a scendere il primo gradino, poi non ci si potrà più fermare.

Ho apprezzato l’impegno che Stefano Uggè ha messo nel calare completamente la storia a Torino. Quando le azioni sono in città, i nomi delle vie sono precisi, non danno spazio a dubbi o perplessità. La scelta di ambientare la storia a Torino non è casuale, proprio per l’alone di mistero che ricopre la città quando cala la notte. E La setta delle tre erre spreme ogni goccia di male e dolore da questa città, per infonderla nell’atmosfera cupa e macabra di queste pagine.



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