Recensione di La vendetta è un gusto di Giancarlo Ibba, a cura di Giovanni Garufi Bozza
Creato il 06 novembre 2013 da Andrea Leonelli
@AndreaLeonelli
Grazie alla brevità del testo e alla bravura di Giancarlo, sono riuscito a leggerlo in pochi giorni, complice anche il coinvolgimento che la storia trasmette, che più va avanti, più stimola la lettura, facendo salire l’adrenalina nelle pagine conclusive. Come sempre, spenderò poche righe per la trama: un bel testo va letto, non c’è niente da fare. Il mio compito, essendomi piaciuto il romanzo, è incuriosirti. Ti dirò dunque che è scritto in prima persona, cosa inusuale e apprezzabile per un thriller, perché ti porta a stare accanto al protagonista narrante, con un bel balzo adrenalinico. È la storia di Lorenzo, giovane studente universitario fuorisede, che in poche ore si ritroverà il tanto odiato professore fatto a pezzi dentro la facoltà e la ragazza tanto amata a letto con la migliore amica, in un rapporto saffico che lascia poco all’immaginazione. Due pugni allo stomaco niente male per il povero Lorenzo, che correrà a sfogarsi dall’amica di sempre, Stella. Non accadendo nulla per caso, ovviamente, i cadaveri che Lorenzo scoprirà aumenteranno e la verità verrà presto a bussargli alle spalle (o meglio a colpirlo con una grossa mazza sul collo). Ho ridotto volutamente la trama all’osso, perché non è esattamente quella che conta (e poi rischierei di svelarti troppo!): è importante invece sottolineare che La vendetta è un gusto è un thriller che emerge pagina dopo pagina, fino a diventare al cardiopalma nelle battute finali. Do’ atto a Giancarlo di aver scritto davvero un bel testo e lodo la sua capacità di sintesi: inizialmente ero quasi stupito che tutta la storia si potesse risolvere in poco più di 120 pagine. E, sebbene il macabro killer venga svelato in breve tempo, il romanzo è completo, non mancando di nulla. C’è persino lo spazio per le spiegazioni finali, quei piccoli dettagli, densi di significato, che completano il puzzle e danno succulenti (scoprirai che uso questo aggettivo con un bel po’ di cinismo) retroscena. Lo sfondo della storia è la Sardegna, anche se per capirlo l’autore ti fa penare un po’, non dando coordinate spaziali precise dall’inizio del romanzo. Mirabili sono le citazioni ad inizio capitolo e durante lo svolgersi della trama: che siano letterarie o musicali, sono di indubbio gusto. E Giancarlo sembra tenerci molto alle citazioni, inserendole ovunque, talvolta forse eccedendo: quelle che contornano la paralisi di Lorenzo di fronte al corpo maciullato del suo professore, francamente, rovinano un po’ la suspance. E visto che mi sono immerso in una piccola chiosa sui “punti deboli che ho trovato del romanzo”, aggiungo anche che citare anche Beautiful e Baywatch come altri stralci della programmazione Mediaset, cozza un po’ con le restanti citazioni del romanzo, che come ho detto sono di livello. Okay, stiamo parlando di universitari degli anni ’90 (c’è ancora la lira), okay erano due programmi forse in voga ma… mi hanno lasciato parecchio perplesso… Mirabile il rapporto tra Lorenzo e Stella, che mi ha ricordato un po’ i dialoghi tra i protagonisti del mio romanzo Selvaggia, i Chiaroscuri di Personalità. La figura di Stella è molto enigmatica, difficile all’inizio da sviscerare, ma mi ha ricordato molto Selvaggia. Se mai Giancarlo leggerà il mio romanzo, potremo divertirci a metterle a confronto. Il pregio di Giancarlo è di riuscire a rendere bene la sua figura: una ragazza non bellissima, come spesso sottolinea, ma talmente affascinante nel suo modo di porsi e di parlare da renderla per certi versi persino erotica. E non è facile rendere perfettamente l’idea di un personaggio solo attraverso il suo comportamento. Altro pregio del romanzo è intrecciare due storie assieme: la vita di Lorenzo e il suo sconvolgimento. Lorenzo mi piace, è divertente e spassoso, con la giusta dose di cinismo. Nonostante la trama si apra con un omicidio e si capisca da subito che si tratta di un thriller, il lettore viene talmente distratto dalla vita ordinaria di Lorenzo, da rimanere sconvolto assieme a lui dalla violenza sentimentale e omicida che improvvisamente investe la sua vita. Da lì una valanga di colpi di scena e l’adrenalina che va alle stelle. Ultima nota, a latere, dopo averti consigliato la lettura, caro Visitatore: troverai le cause della brutalità di questi omicidi, ma saranno solo moventi, non motivazioni logiche che giustifichino tutta la follia che viene descritta. Non so se Giancarlo non sia riuscito a spiegarle o se volutamente non l’abbia fatto, ma sicuramente è apprezzabile il risultato di questa assenza di motivazione reale: sei tu, da lettore, che ti ritrovi a cercare il senso, una volta chiuso il libro. Io ho trovato la seguente, sarò curioso di sentire la tua. Siamo tutti potenziali folli, ciò che differenzia chi lo resta in potenza da chi lo diviene in atto, è nella misura e nella modalità con cui ci hanno realmente insegnato a gestire le nostre emozioni. Chi leggerà, capirà.
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